Migranti: un braccialetto elettronico sanitario

E' la proposta dell'On. Federico Gelli, presidente della commissione parlamentare per l'accoglienza. E il sindaco di Prato e delegato nazionale Anci per l'immigrazione, Matteo Biffoni chiede un primo screening al momento dello sbarco. Giovanni Donzelli (Fdi): "Biffoni parla senza conoscere nemmeno quello che accade nella città che governa"

Redazione Nove da Firenze
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07 luglio 2017 23:15
Migranti: un braccialetto elettronico sanitario

(DIRE) Firenze, 7 lug. - "È importante dotare ogni migrante, e' la proposta che fara' la commissione, di un braccialetto elettronico, una cartella sanitaria individuale. Cosi', una volta che viene verificato attraverso l'ingresso nel nostro Paese negli hotspot e viene per la prima volta documentata la condizione fisica la documentazione non si disperde". Lo afferma l'on. Federico Gelli, oggi a Firenze per l'incontro "La salute dei migranti e della popolazione residente: profilassi ed assistenza sanitaria", sul sistema di accoglienza dei migranti parlando delle indicazioni da dare al Governo per gestire i richiedenti asilo.

Il migrante, poi, aggiunge Gelli, "si portera' dietro questa cartellina clinica nel migrare all'interno del nostro Paese e non solo". La seconda indicazione "e' una campagna di prevenzione, di vaccinazione e di intervento su persone che sono ospiti nelle nostre strutture con un approccio piu' propriamente scientifico attraverso una serie di strutture distribuite sul territorio dedicate e orientate alla cura e all'assistenza dei migranti". In particolare, l'approccio sanitario si applicherebbe per alcune tipologie di patologie, come ad esempio "il problema della salute mentale, perche' molte di queste persone provengono da situazioni di particolare stress, di guerra, soprattutto i minori stranieri vengono da contesti nei quali le guerre, le torture e il panico hanno prodotto stress psichiatrici di particolare intensita' e importanza".

Forme di disagio che magari non emergono immediatamente, "ma che dopo un anno, un anno e mezzo di permanenza nel nostro Paese potrebbero manifestarsi nella loro pienezza".

"Noi abbiamo bisogno di certezze. È ovvio che in un'accoglienza dignitosa bisogna rispettare i diritti delle persone, vero pero' anche che bisogna avere certezze su che cosa i territori accolgono". Lo afferma il sindaco di Prato e delegato nazionale Anci per l'immigrazione, Matteo Biffoni, a Firenze a margine dell'incontro "La salute dei migranti e della popolazione residente: profilassi ed assistenza sanitaria", sull'idea lanciata da Federico Gelli, presidente della commissione parlamentare per l'accoglienza di introdurre un braccialetto elettronico sanitario per i richiedenti asilo. "Il primo screening al momento dello sbarco e' serio, fatto bene- evidenzia- ma tutti quei meccanismi che possono implementare un racconto della persona che aiutano a sapere se quando arrivano sul territorio stanno bene, se hanno delle malattie vanno nella giusta direzione". D'altro canto, "come abbiamo il nostro database delle malattie, e' bene conoscere il percorso clinico di chi arriva qua".

"'Aiutiamoli a casa loro' e' anche uno slogan aggressivo, da campagna elettorale. Chiaramente va tutto contestualizzato, penso che un conto sia fare uno slogan che puo' venire piu' o meno bene, un altro sia dare una spiegazione a quello che si fa". Lo afferma il sindaco di Prato e delegato nazionale Anci per l'immigrazione, Matteo Biffoni a margine di un convegno sulla salute dei migranti in merito al post su Facebook che riportava una dichiarazione sui migranti da 'aiutare a casa loro' del segretario nazionale dei dem, Matteo Renzi.

"Per il governo e per il Pd parlano i fatti- chiarisce- Ci sta di sbagliare uno slogan, l'importante e' contestualizzare le cose. Voglio fidarmi di quello che e' stato fatto finora e sono atti concreti per gestire un fenomeno davvero complesso". Biffoni parla di 'meme' sbagliato, "giustamente rimosso" dalla pagina nazionale del Pd su Facebook. "Sul tema dell'immigrazione- evidenzia- bisogna spiegare bene che 'aiutiamoli a casa loro' e' un'espressione facilmente comprensibile molto da comizio e da campagna elettorale.

Possiamo anche dirlo, se poi aggiungiamo pero' che facciamo la cooperazione internazionale con interventi su progetti seri e con rimpatri assistiti". Se il Partito democratico agisse come la Lega, il centrodestra o i populisti e' il messaggio di Biffoni, del resto, "potrebbe tranquillamente rinfacciare loro che hanno firmato il trattato di Dublino, ma siccome penso che l'immigrazione sia davvero un tema da trattare con profondita' e con grande spirito di sacrificio e' bene chiarire". E nello specifico, si tratta di "cambiare il trattato, perche' e' sotto gli occhi di tutti come sia antistorico".

"Biffoni parla senza conoscere nemmeno quello che accade nella citta' che governa: i migranti esclusi dai centri pratesi non torneranno a casa loro se Minniti non fara' un ulteriore decreto di espulsione". Lo afferma in una nota il capogruppo in Regione di Fdi, Giovanni Donzelli in merito alle dichiarazioni odierne del sindaco di Prato, Matteo Biffoni sui migranti. "Purtroppo sono stati espulsi soltanto dai centri di accoglienza e per colpa delle procedure contorte volute dal governo della sinistra continueranno ad avere i titoli per rimanere in Italia come richiedenti asilo- avverte- O il ministro degli Interni fa un decreto di espulsione, oppure il duo Biffoni-Minniti avra' regalato manodopera a basso costo alla criminalita' pratese". (Cap/ Dire)

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