Medicina: un libro ricorda Francesco Antonini

Il luminare della geriatria scomparso nel 2008

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 giugno 2014 00:37
Medicina: un libro ricorda Francesco Antonini

“La terza età? Una bischerata, non esiste, se la inventò Simone de Beauvoir”. Così disse una volta Francesco Antonini, padre della geriatria in Italia scomparso nel 2008, a cui sono stati attribuiti molti meriti, primo tra tutti quello di averci insegnato a invecchiare. La sua figura, quella di un luminare stimato da colleghi e allievi, è ricordata nella biografia firmata da Giovanna Ferretti e intitolata Francesco Antonini. La vita e le intuizioni di un geriatra (Mauro Pagliai, pp. 168, euro 10). Il libro sarà presentato sabato 28 giugno alle 10.30 alla Biblioteca del Comune di Bagno a Ripoli (via di Belmonte 38, zona ospedale di Ponte a Niccheri). Interverrà il professor Giancarlo Pepeu e saranno presenti l’autrice e l’editore.

Allievo di Enrico Greppi, Antonini ebbe la prima cattedra italiana di gerontologia nel 1956, mantenendola fino al 1990. Professore ordinario a partire dal 1962, pioniere della ricerca geriatrica nel nostro paese, introdusse negli anni ’60 una visione del tutto nuova con al centro la persona anziana nella sua totalità, e con l’obiettivo di conservarle un’autonomia che possa essere garanzia di libertà di pensiero e di movimento, di fiducia nelle proprie possibilità. Uomo dal pensiero libero, dalle intuizioni pronte, appassionato, curioso di conoscere, Antonini ha insegnato e introdotto nelle strutture sorte su sua iniziativa un sistema di cura rapido e tecnologicamente avanzato, anticipando molte conquiste che gli studi sugli anziani avrebbero confermato solo anni dopo.

A lui si devono, tra l’altro, la nascita nel 1969 dell’unità coronarica di Firenze all’ospedale di Careggi (la seconda nel nostro paese) e dell’ospedale riabilitativo dei Fraticini. Contro una visione della vecchiaia sostanzialmente degenerativa, Antonini sostenne l’importanza della riabilitazione – fu sempre contrario alla lungodegenza –, intuendo anche come l’emarginazione sociale e l’abbandono fossero fattori nocivi tanto quanto il decadimento fisico.Giovanna Ferretti ha lavorato a lungo con Antonini come segretaria all’Istituto di Gerontologia e Geriatria.

Nel suo libro ricostruisce il tessuto del pensiero e ripercorre le intuizioni di quest’uomo di profonda cultura, non solo medica, appassionato e tenace, spesso anticonformista, intrecciando i ricordi di colleghi e allievi in una narrazione agile e appassionante.

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