L'Italia sarà un Paese sempre più... in bici

Pubblicato il Piano Generale della Mobilità Ciclistica (PGMC) 2022 – 2024 per una mobilità sostenibile

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 settembre 2022 10:25
L'Italia sarà un Paese sempre più... in bici

Pubblicato il Piano Generale della Mobilità Ciclistica (PGMC) 2022 – 2024 per una mobilità sostenibile.

Il Piano è parte integrante del Piano generale dei trasporti e della logistica (PGTL, di seguito Piano) ed è finalizzato a realizzare il “Sistema Nazionale della Mobilità Ciclistica” (SNMC). Il Piano ha durata triennale ed è articolato con riferimento a due specifici settori di sviluppo della mobilità ciclistica: ambito urbano e metropolitano, e ambito extra-urbano, provinciale o intercomunale ed europeo.

Gli obiettivi del piano sono declinati in tre obiettivi: strategici, che definiscono la visione di lungo periodo; generali, che discendono dagli obiettivi strategici, definendo nel medio periodo, l’azione che il governo intende accentuare e specifici, derivanti dagli obiettivi generali e si articolano sui tre anni di validità del Piano.Finalità del piano è quella di rendere, ad ogni livello, la mobilità ciclabile una componente fondamentale del sistema modale sostenibile per l’Italia, con caratteristiche di accessibilità, efficienza trasportistica ed economica, oltre a perseguire un positivo impatto ambientale ed offrire un ampia accessibilità sociale garantita da un basso costo economico.L’identificazione delle linee di azione che dovranno essere poste in essere per conseguire gli obiettivi stabiliti del PGMC e sostenere lo sviluppo del Sistema Nazionale della Mobilità Ciclistica (SNMC) in ambito urbano (con particolare riferimento alla sicurezza dei ciclisti ed all’interscambio modale tra la mobilità ciclistica, il trasporto ferroviario ed il trasporto pubblico locale – TPL) prevedono:

  • sistemi di trasporto resilienti ai cambiamenti climatici, alle pandemie e ad altri disastri;
  • trasporti efficienti, puliti, sicuri, silenziosi a zero emissioni nette, in attuazione di politiche ed azioni per una mobilità sana, attiva e più sicura;
  • un processo d’inclusione sociale che garantisca l’accesso alla mobilità e ai trasporti.

    Si intende inoltre promuovere la partecipazione degli utenti alla programmazione, realizzazione e gestione della rete cicloviaria ricomprendendo anche le azioni necessarie a sviluppare una cultura della sicurezza stradale e della mobilità sostenibile;

  • investimenti che possano utilizzare la digitalizzazione dei servizi di trasporto e mobilità;
  • infrastrutture a supporto della mobilità sostenibile;
  • un trasporto pubblico locale integrato;
  • un uso più equo dello spazio pubblico

Intermodalità

Per conseguire gli obiettivi - si legge nel Piano - è indispensabile definire una strategia nazionale, individuando indirizzi, obiettivi, e modalità di intervento negli ambiti urbani ed extraurbani per realizzare quella discontinuità che possa finalmente creare anche in Italia un diverso modello di mobilità integrata, multimodale, e sostenibile, di cui la ciclabilità ne sia pilastro insieme al trasporto pubblico, alla sharing mobility ed alla pedonalità. 

Occorre promuovere l’utilizzo del mezzo a due ruote, sviluppando ogni sforzo affinché si affermi un cambio di paradigma della mobilità a partire dagli studenti delle scuole di primo grado arrivando trasversalmente a tutti gli strati della popolazione fino a giungere agli operatori economici. L’intento è quello di far acquisire alla bicicletta piena dignità di mezzo di trasporto, non solo ecologico e salutare, ma anche conveniente, efficiente e sicuro per gli spostamenti delle persone e delle merci.

Si tratta di attuare un modello, soprattutto nelle città per farne un driver di sviluppo della mobilità locale sostenibile e del turismo nazionale e locale, nonché un fattore economico rilevante per la produzione di beni e servizi green in Italia, anche in una logica di reshoring industriale (il ritorno della produzione industriale all’interno dei confini nazionali).L’intento è quello di realizzare un effettivo shift, cambiamento modale all’interno delle città tra l’automobile e la bicicletta, dando priorità all’utilizzo sistematico della bicicletta, come forma di mobilità quotidiana da agevolare rispetto all’uso individuale del mezzo privato a motore, perseguendo strategicamente l’aumento della quota modale di spostamenti su due ruote.

A questo scopo occorre promuovere un’integrazione tra i nodi di scambio, sviluppando la prospettiva “ferro-gomma” e lo scambio “ferro-bici” in particolare nelle stazioni e luoghi di collegamento, connettendo i principali poli di attrazione di traffico (scuola, poli ospedalieri, università, aree commerciali/produttive, ecc.) alle attestazioni delle reti metropolitane, tranviarie e dell’infrastruttura ferroviaria nazionale e locale, consapevoli che la stazione ferroviaria è al centro della mobilità in molte aree urbane medio-piccole.

Mobility manager e spinta gentile

Il Rapporto sottolinea l’importanza di mettere a regime l’adozione di un sistema di politiche integrate relative alle infrastrutture, ai servizi e alla comunicazione, identificando specifici livelli di responsabilità che, soprattutto a livello locale, supportano attraverso il mobility manager la creazione di un ambiente stradale sicuro e accogliente per la mobilità ciclistica. Tale figura, grazie allo studio dei flussi e degli spostamenti di viaggiatori e pendolari, partecipa alle decisioni sulla localizzazione e sulle caratteristiche delle infrastrutture della mobilità ciclistica (velo-stazioni, piste ciclabili ma anche altri spazi pubblici della mobilità, in particolare i nodi dei sistemi di trasporto al fine di incentivare l’inter-modalità tra veicoli a motore, pubblici e privati e la bicicletta).Si rende, pertanto, necessario definire le condizioni di supporto al cambiamento, sviluppando azioni volte a facilitare, o indurre, un cambio comportamentale degli utilizzatori della strada, attraverso il cosiddetto nudging o spinta gentile.

Questo comporta interventi ed iniziative volte ad orientare ed indirizzare le scelte individuali e collettive modificando il contesto in cui esse vengono prese. È in tale direzione, - prosegue il Rapporto - che le azioni di infrastrutturazione sono finalizzate al raggiungimento dell’obiettivo di modificare il comportamento di uso, generando un cambiamento concreto rispetto alle modalità di mobilità urbana, interurbana e turistica. Si tratta di attivare interventi e misure che, modificando il contesto territoriale con un ampia offerta di servizi alla mobilità, rendono la scelta della bicicletta più idonea ed attrattiva per gli spostamenti e la circolazione.

fonte: ARPAT

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