L’arte di Sauro Cavallini all’ex-campo di prigionia di Fossoli

David Sassoli e Ursula Von der Leyen alla cerimonia ufficiale in ricordo dei 67 internati politici trucidati dalle SS.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 luglio 2021 18:42
L’arte di Sauro Cavallini  all’ex-campo di prigionia di Fossoli

Oggi 11 luglio, in occasione del 77° anniversario dell’eccidio nazista di Cibeno, il presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli e la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, si sono recati insieme alle autorità locali nell’ex-campo di concentramento di Fossoli nel Comune di Carpi (MO) per la cerimonia ufficiale in ricordo dei 67 internati ‘politici’ prelevati e trucidati dalle SS.

Per l’occasione, sono state esposte alcune opere dello scultore Sauro Cavallini - spezino di nascita ma fiorentino d’adozione - poiché l’artista purtroppo aveva un legame con quel luogo. Di recente infatti si è scoperto che il giovane Sauro Cavallini nel settembre del 1943 fu deportato nel campo di Fossoli e vi rimase per circa un anno. Per cui le opere dell’artista assumono anche un valore di testimonianza di un passato particolarmente doloroso.

Sono opere in ferro, attualmente inedite e mai uscite dal Centro Studi a lui dedicato a Fiesole (Fi) dopo la sua scomparsa nel 2016, dove sono custodite; le sculture - ispirate agli strazianti nei mesi di prigionia trascorsi tra privazioni e paure - misurano circa due metri d’altezza ciascuna, furono realizzate durante gli anni ‘60 con la tecnica della “goccia su goccia” ovvero sciogliendo scarti metallici mediante fiaccola ossidrica fino a creare l’opera, e sono dedicate unicamente alla figura umana dove l’angoscia, la sofferenza, il grido di aiuto, sono leggibili in modo inequivocabile. Sauro Cavallini si servì di quelle creazioni per metabolizzare e trasferire nella materia tridimensionale un dolore che non avrebbe mai avuto modo di esprimere diversamente.

«La presenza dei vertici delle due maggiori istituzioni europee – commenta Pier Luigi Castagnetti, presidente della Fondazione Fossoli – fa della commemorazione 2021 della strage di Cibeno un evento di portata oggettivamente internazionale. L’Europa non dimentica».

La scelta di esporre opere dall’impatto emotivo così importante del maestro Sauro Cavallini, scaturisce da una recente collaborazione tra la Fondazione Fossoli e il Centro Studi Cavallini che ha rivelato fatti di estrema importanza: l’inedita prigionia dell’artista nell’ex-campo di concentramento e la conseguente creazione, vent’anni dopo la liberazione, di opere assolutamente ispirate a quel vissuto; inoltre va ricordato che porta la firma di Sauro Cavallini il grande monumento dal titolo Inno alla Vita, collocato nel 1990 all’interno del Palazzo del Consiglio d’Europa a Strasburgo, luogo dove tuttora è esposto in rappresentanza dell’arte italiana.

«Con l’esposizione delle opere in ferro – commenta Teo Cavallini, presidente del Centro Studi Cavallini - questa esposizione è il segno di una società civile che non dimentica, ma vuole mostrare a tutti quanto un uomo, prima deportato e poi artista, sia riuscito a creare ed esprimere senza parole; attraverso le forme tridimensionali delle opere di Cavallini esposte nel campo di Fossoli, ciascuno di noi può toccare e sentire quel ferro che ieri era filo spinato, simbolo di barbarie e di libertà soppressa, e oggi è ricordo e monito per tutti i popoli d’Europa».

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