Il riscatto di una donna nella boxe vince il Florence Korea Film Fest

La 19^ edizione a “Fighter” di Jero Yun, grazie a una storia sospesa tra le due Coree

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 maggio 2021 11:21
Il riscatto di una donna nella boxe vince il Florence Korea Film Fest

“Fighter” di Jero Yun si aggiudica il premio come miglior film della 19/ma edizione Florence Korea Film Fest, con la storia di Ji-na, donna nord-coreana rifugiata a Seoul, che riscatterà una vita ai margini grazie alla passione per la boxe. Si è concluso così il festival dedicato alla cinematografia della Corea del Sud, con la premiazione  ieri sera al cinema La Compagnia. Sarà possibile continuare a vedere gli spettacoli della rassegna fino al 3 giugno online, in streaming sulle piattaforme Più Compagnia e MyMovies.it.

Il film è stato selezionato tra quelli in concorso nella sezione “Orizzonti Coreani”, i nuovi successi del cinema sudcoreano. La giuria presieduta da Simone Tarditi, critico di “Vero Cinema”, e composta da Alessandro Tiberio, della distribuzione Valmyn, Francesco D’Elia, musicista e compositore dei Sex Pizzul, Zoe Giudice, producer per Bottegacinema e la giornalista Maria Saccà ha assegnato il premio con la seguente motivazione: «Traspare da questo film un cinema autentico, senza filtri, rabbioso, umano, realistico: in una parola, vero.

Fighter, che poggia interamente sull’eccellente interpretazione dell’attrice Lim Sung-Mi, “pedinata” con camere a mano e al centro di quasi ogni inquadratura, è il ritratto di una donna dalle molte battaglie: interpersonali, identitarie, famigliari, sociali. Il bisogno di rivalsa vissuto dalla protagonista travalica la sua condizione di esule e rifugiata, diventando l’emblema di chiunque debba mediare tra il possedere un talento e il farlo emergere senza averne i mezzi.

Sul piano politico e del complesso dialogo culturale tra la Corea del Nord e quella del Sud, Fighter racconta senza retorica quanto la lacerazione nello spirito nazionale dei due paesi costituisca una ferita ancora aperta e mai totalmente rimarginabile, fulcro narrativo anche dell’esemplare The Net - Il prigioniero coreano di Kim Ki-Duk, straordinario regista omaggiato attraverso una retrospettiva a questa edizione del festival. E come lui, anche Jero Yun è un autore le cui caratteristiche gli potranno permettere di scrivere definitivamente il suo nome nella storia del cinema coreano».

La pellicola rappresenta una perfetta metafora di tenacia, riscatto e spirito di adattamento. La visione invita alla riflessione sugli equilibri sociali attuali e sul rapporto storico con la Corea del Nord, in una chiave intimista e indipendente, quella di Jero Yun, regista classe 1980, con oltre 10 pellicole all’attivo nell’ultimo decennio. Il lungometraggio segue la vita della giovane donna, nordcoreana rifugiata in Corea del Sud in attesa del ritorno del padre, mentre costruisce un nuovo futuro, grazie alla pratica del pugilato. Il film ha partecipato all’ultimo Festival internazionale del cinema di Berlino 2021, nella categoria Generation 14 Plus, oltre che alla rassegna cinematografica coreana di Busan (BIFF 2020).

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