Il paladino dell’Arno

Un personaggio, fiorentino doc, con una straordinaria idea

12 ottobre 2014 10:51
Il paladino dell’Arno

Una delle persone speciali che vivono a Firenze si chiama Neri Biagi, un personaggio dell’Oltrarno, "sanfredianino" da sempre, come ama definirsi, che da qualche tempo ha iniziato a pulire le rive dell’Arno, tra il ponte alla Carraia e Vespucci, dall’invadenza di piante, rovi, cespugli, alberi, ma anche di plastica e una varietà indefinita di scarti depositati lungo il fiume.

Mentre sta lavorando per estirpare l’erba alta cresciuta sul bordo della pescaia, Neri Biagi, in compagnia della figlia e di Francesco, che ha seguito il suo coraggioso esempio, mi racconta di questa sua iniziativa.

Come ha avuto questa idea Neri?

Vedendo il Lungarno Soderini pieno di erba alta.

Tutti vedono le rive dell’Arno infestato da erbacce, alberi nati casualmente e roveti, ma nessuno va a toglierli.

L’unico motivo che mi ha spinto a fare tutto questo è un amore spassionato per Firenze. Era una cosa che volevo fare da tanto tempo, poi alla fine ho deciso. Ho chiesto in giro come fare. Il 4 agosto ho incominciato a telefonare alle autorità. Mi hanno detto che lo potevo fare e quindi il 9 agosto io e mio figlio abbiamo iniziato.

Si è continuato sfruttando i sabati e qualche domenica oppure dopo il lavoro dalle 18,30 fino alle 19,45 quando c’era ancora luce.

Il primo è stato il Lungarno Soderini, abbiamo tolto l’erba alta e il roveto che oscurava il muro delle vecchie fondazioni dei lungarni e anche tutta la foresta formata da decine e decine di alberi. Si sono tolti i piccoli e quelli più grandi che aggettavano in Arno. Sono alberi nati da seme, in maniera casuale, e cercando fra le immagini di un tempo non se ne trova traccia.

Le sponde dove si trova la vegetazione sono formate da terra di riporto, terra gentile, rena, proveniente dalle piene. Nel corso degli anni si sono formati questi spazi di verde. Se si va indietro nel tempo questo era il luogo dei renaioli.

Neri, che cosa è emerso di suggestivo e particolare durante l’opera di pulizia sulle rive?

Ho trovato, inseriti lungo il parapetto, diversi blocchi di pietra serena, di forma quadrata, molto profondi e forati al centro, che presumo siano delle buche fontaie, che permettevano l’inserimento di travicelli e strutture di legno utilizzabili per restaurare il parapetto o formare delle tribune e delle panche per manifestazioni come, mi ricordo quando ero bambino, durante le feste del patrono. Vicino a queste ci sono le fondamenta di un mulino, esistente prima della risistemazione dei lungarni che fu fatta presumibilmente negli anni in cui Firenze fu capitale d’Italia.

Forse era stata anche una struttura difensiva in tempi lontani.

Abbiamo ripulito anche l’altra riva, lungo il Lungarno Vespucci. Era tenuta in buone condizioni dal famoso “Garga”, una figura storica, fiorentino doc e un grande personaggio nel settore della ristorazione, con l’aiuto di suo figlio.

In questa iniziativa ha coinvolto anche i suoi figli e ha trovato in Francesco un seguace.

Francesco è un’istituzione in Pescaia. Ho constatato che non si interessa solo di pesca ma dà anche degli utilissimi consigli tecnici e poi è un grande lavoratore.

Pensa di andare avanti nel futuro?

Mi piacerebbe affrontare il Lungarno Guicciardini, che è enorme, perché è lungo e anche molto largo, dove ci sono numerosi alberi.

Però è difficile arrivare fino alla sponda. Sarebbe necessaria una lunga scala, accessibile solo da pochi, che permetterebbe di scendere agilmente anche con gli attrezzi e poter lavorare in tranquillità.

La realizzazione di una scala sarebbe il regalo più bello per me e per quelli che mi stanno seguendo in questo progetto. Speriamo che qualcuno ci aiuti a ottenerla e far diventare, questo sogno, realtà.

Grazie a quest’uomo straordinario una parte dei lungarni si presenta in modo piacevole e decoroso.

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