Il Miele di Monteverro racconta un’esperienza di contaminazione

Sotto al Poggio, l’azienda di apicultura che cura i 10 alveari in vigna è stata recentemente premiata da Legambiente

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 dicembre 2022 07:27
Il Miele di Monteverro racconta un’esperienza di contaminazione

Per la cantina gioiello di Capalbio la sostenibilità non è un vezzo, ma una vera e propria filosofia di vita e di conduzione delle vigne. È seguendo dunque questa vocazione che nella primavera del 2021 ha deciso di ospitare- tra i suoi filari dolcemente adagiati su questa terra autentica che è la Maremma Toscana- dieci alveari, curati dall’azienda biologica Sotto al Poggio.

Una scelta che rappresenta una naturale evoluzione della sua grande attenzione alla vita biologica del suolo e della massima dedizione alla biodiversità e all’equilibrio della vigna. “Le api in vigna, infatti” spiega Matthieu Taunay, enologo di Monteverro: “Oltre a difendere la biodiversità, sono un importante indicatore della qualità dei territori e della produzione”. Amiche dell’ambiente – come già noto – ma anche protettrici di vigne e uva, e importanti rivelatori della salute di un territorio.

Essendo insetti molto delicati vivono esclusivamente in ambienti salubri”. La permanenza ormai da oltre un anno tra le vigne di Monteverro e la buona resa in termine di produzione di miele – tanto da far pensare di aumentare gli alveari ospiti – dimostrano come questi territori godano di ottima salute in termini di biodiversità.

Altro motivo di lustro è che proprio recentemente Sotto al Poggio l’azienda di apicoltura che si prende cura delle arnie di Monteverro è stata premiata - in occasione del V Forum nazionale Agroecologia Circolare di Legambiente – come Ambasciatrice dell’Agroecologia.

“Il nostro ruolo fondamentale è quello di creare sensibilità perché attraverso la sensibilità si produce consapevolezza e da lì si possono ottenere delle buone pratiche.”, ha raccontato Loredana Lucentini di Sotto al Poggio – Orbetello. Trapiantata in Piemonte per alcuni anni, ha fatto poi ritorno a casa, in quel di Orbetello, abbandonando i progetti da architetto – professione per la quale ha studiato - per dedicarsi completamente all’apicoltura. Oggi svolge, con sapienza e passione, l’attività di apicoltrice, producendo e valorizzando il miele come racconto di una filiera consapevole e responsabile.

Credo sia arrivato il momento di ristabilire un sano equilibrio con la natura nel quale l’uomo è chiamato a donare ciò che fino ad oggi ha tolto e penso alla fertilità dei suoli, alla salubrità delle acque e dell’aria”, continua Loredana. “Dobbiamo iniziare a pensarci come uomini in un rapporto di equità e non di supremazia, con la consapevolezza di essere solo un piccolo ingranaggio all’interno di un grande sistema. Non si può ricevere senza donare, in natura gli equilibri si mantengono grazie a degli scambi reciproci ed è solo così che il fiore continuerà ad essere fiore e l’ape ad essere ape”.

Animo gentile, amore e rispetto per la terra, per i suoi modi e i suoi tempi: una attitudine che condivide con la Cantina che ha deciso di ospitare i suoi alveari e che oggi è quanto mai fiera della scelta e del meritato riconoscimento.

Abbiamo scelto di collaborare con Loredana proprio per questa visione comune”, conclude Matthieu. - “Un vigneto - per quanto coltivato in maniera virtuosa - è pur sempre una monocoltura. La cantina sin dalle origini ha capito l’importanza dell’utilizzo del sovescio e della presenza di altre piante e alberi all’interno della vigna per garantire la biodiversità. Questo premio e la filosofia di Loredana rafforzano ancora di più il nostro legame e ci convincono di aver fatto la scelta giusta per le vigne, per l’uva, per noi stessi e per l’intero sistema”. Perché, appunto, come ha detto Loredana, Non si può ricevere senza donare.

Il Miele di Millefiori Monteverro oggi sa raccontare i profumi le storie di un territorio che vogliamo sostenere e valorizzare.

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