Guerra dell'acqua in Toscana: cittadini pagano tutto

Pagano il consumo, la depurazione e l'idea di progettare impianti di depurazione, e poi c'è anche chi paga i filtri di casa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 gennaio 2016 17:10
Guerra dell'acqua in Toscana: cittadini pagano tutto

Bere oppure no l'acqua del rubinetto? Bere oppure no l'acqua dei Fontanelli pubblici davanti all'ipotesi che i filtri, se non ben mantenuti, raccolgono più batteri delle vecchie fontane in ghisa? C'è molta confusione in materia. Quali filtri mettere a casa per evitare la formazione di sabbia nei rubinetti e limitare i danni agli elettrodomestici? Perché chi acquista una lavastoviglie, una lavatrice oppure una caldaia viene invitato ad installare filtri che regolano le caratteristiche dell'acqua.

Che acqua beviamo? C'è molta confusione in materia.Peccato solo che si tratti del bene primario per l'essere umano.Poi ci sono gli aspetti economici. "I gestori dell'acqua hanno ricevuto l'ennesimo regalo poiché sono autorizzati a perpetrare la pratica degli scarichi, anche molto inquinanti, in fiumi, laghi, mare; oltre ad usufruire di una proroga di 6 anni (fino al 2021), per concludere i previsti interventi di depurazione" sono furibondi i cittadini toscani.La volontà espressa è quella di garantire la sicurezza ambientale e la salute dei cittadini, "Dietro si cela in realtà l'intenzione di tutelare e favorire i primi e veri responsabili di una gestione nefasta e speculativa della depurazione: i gestori idrici, appunto, nemmeno citati nel provvedimento in questione" ribattono dal Forum dei Movimenti per l'Acqua.

Il 31 dicembre costituiva il limite decretato dall'Unione Europea, per adeguare una depurazione insufficiente, mancante o addirittura dannosa. "Eppure i gestori hanno fatto tutt'altro che occuparsi di questo, per esempio assicurarsi profitti milionari. Nè Regione nè Autorità Idrica Toscana (AIT) hanno controllato o preteso interventi di sorta. Per non dire dei Comuni (soci delle aziende idriche) che sulla questione, come su tutto il resto, tacciono. Tacciono e acconsentono, lasciando che i partners privati portino avanti i loro interessi".

L'accusa dei cittadini: "I gestori hanno riscosso per anni, tramite la bolletta, la quota di depurazione, anche quando questo servizio non era assicurato; senza contare gli introiti incamerati per gli investimenti da effettuare, pagati addirittura in anticipo dai cittadini. E adesso, di nuovo, i cittadini saranno costretti a pagare anche le multe comminate dall'Europa, per i mancati adeguamenti. Beffati due volte!"

Non basta, molti utenti di Publiacqua stanno ricevendo delle fatture con la voce "D2": "Una quota per la depurazione, retroattiva di oltre 5 anni, legittimata dalla legge 13. Con questa legge si volevano vanificare gli effetti della sentenza 335/08 della Corte Costituzionale, che prevedeva la restituzione delle quote riscosse indebitamente da coloro che non usufruivano del servizio. La legge 13 impone infatti il pagamento della tariffa per la depurazione, anche in presenza addirittura del solo progetto degli specifici impianti.

Così, una legge totalmente disattesa per la parte che disciplina i rimborsi agli utenti (mancati, inesatti, tardivi...) diventa oggi utile per le mire speculative dei gestori, grazie al provvedimento regionale appena varato: autorizzando gli scarichi, si vuole di fatto impedire ai cittadini il ricorso alla restituzione della quota depurazione che altrimenti sarebbe illegittima. E in ogni caso, si consente ai gestori di continuare a inquinare impunemente fino al 2021".

Il 2021 porta anche il termine del piano economico finanziario approvato da AIT (delibera n° 6 del 24/04/14) "l'ennesima stangata predisposta per gli utenti: l’acqua toscana, già con le tariffe più alte d’Italia, sarà sempre più un bene di lusso"

Due conti. "I ricavi di Publiacqua sono destinati a crescere in questi anni del 61%. Ora, con un incremento in bolletta di questa portata, ci si dovrebbe aspettare un aumento vertiginoso dei costi e degli investimenti, riscontrabile dai piani previsti dall’Autorità e da quanto deliberato dalla Regione, in merito alle necessità di investire nel settore. Invece, sopresa. I costi hanno un aumento solo del 3%, mentre negli investimenti registriamo addirittura un calo del 51%; e, fatta la differenza tra ricavi e costi, l’aumento più considerevole è nel guadagno: più 145%. Addirittura la quota di profitto, abrogata dal referendum del 2011, cresce del 106%"

Il 2021 segna anche la scadenza della convenzione con Publiacqua: "il gestore più grande a livello regionale, destinato a diventare gestore unico della Toscana. A quel punto sicuramente parte degli investimenti previsti non saranno stati realizzati, l‘azienda avrà totalizzato un forte indebitamento che renderà eccessivamente onerosa la ripubblicizzazione del servizio idrico, e ci ritroveremo con la parte privata di Publiacqua ancora più forte e rapace negli intenti speculativi e di mero profitto" concludono dal Forum Toscano.

In evidenza