Grazia Pinna, la prima donna arbitro vive a Campi Bisenzio

Nel 1979 la notizia della gara da lei diretta fece il giro d'Italia. I complimenti del Sindaco Fossi e del Consigliere Consigli

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 gennaio 2021 10:27
Grazia Pinna, la prima donna arbitro vive a Campi Bisenzio

Dopo oltre 40 anni Grazia Pinna ha ottenuto la fama che meritava: è stata lei, nel febbraio 1979, la prima donna ad arbitrare una partita di calcio in Italia. Nata a Cagliari, Grazia Pinna risiede a Campi Bisenzio, dove è apprezzata da tutti per l’impegno nel sociale, in primis con la Pubblica Assistenza e con l’associazione CittàVisibili, soprattutto in iniziative di solidarietà con il popolo Saharawi.

Nata quasi per scherzo, la sua passione per il calcio la portò a scalare le categorie della UISP e a farsi conoscere sui campi di tutta la Toscana. Come ha raccontato in un’intervista video diventata virale sui social, «Al mio esordio c'erano almeno 200 giornalisti da tutta Italia», tanta era la curiosità intorno al suo lavoro.

«Siamo veramente orgogliosi di Grazia Pinna, ed è incredibile che la sua storia sia salita alla ribalta solo ora. Viviamo in un mondo dove le differenze di genere sono ancora un gravissimo problema, ma rispetto al 1979 sono stati fatti enormi passi avanti. Deve essere stato difficilissimo sfidare i pregiudizi e affermarsi come arbitro, anche pensando alla cultura machista che a volte inquina il mondo dello sport»,

Alessandro Consigli, consigliere delegato allo Sport per il Comune di Campi Bisenzio, si unisce ai complimenti: «Grazia Pinna è stata una pioniera nello sport italiano. I passi avanti evidenziati dal Sindaco Fossi sono stati possibili anche grazie a lei. Poche settimane fa Stéphanie Frappart è stata la prima donna a dirigere una partita maschile di Champion’s League, la massima competizione europea per club. Senza la determinazione e il coraggio di Grazia Pinna e di tante altre “eroine silenziose” questo non sarebbe stato possibile. La strada per la parità è lunga, ma la direzione è quella giusta»

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