Flash mob in piazza Santa Trinita

Giovedì 24 aprile alle ore 12 per ricordare il crollo del Rana Plaza

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 aprile 2014 22:40
Flash mob in piazza Santa Trinita

FIRENZE - Il 24 aprile 2013 crollò lo stabilimento tessile Rana Plaza, 30 chilometri fuori Dhaka, la capitale del Bangladesh: morirono 1.138 persone, la stragrande maggioranza giovani lavoratrici. Un anno dopo il crollo del Rana Plaza, i marchi che si rifornivano presso le aziende ospitate da quel palazzo non sono ancora riuscite a predisporre adeguati finanziamenti per risarcire le vittime e i familiari delle vittime, nonostante gli accordi siglati. Per ricordare il primo anniversario dal crollo, giovedì 24 aprile attivisti, cittadini e cittadinein tutto il mondo entreranno in azione al fianco dei familiari delle vittime. In Italia, numerosesaranno le iniziative di pressione verso le imprese italiane Benetton, Manifattura Corona e Yes Zeein favore della costituzione del Fondo di risarcimento.

A Firenze sarà “Eu Ropa”, progetto artistico della Compagnia Insomnia dedicato al tema dei diritti umani nell'industria dell'abbigliamento, a mettere in piazza un flash-mob. L’evento èorganizzato dalla Campagna Abiti Puliti insieme a Filtcem CGIL Firenze, Mani Tese Firenze,ACU Toscana e Villaggio dei Popoli. La performance sarà coordinata dalla danzatrice italo-argentina Gisela Fantacuzzi. L’appuntamento è in piazza Santa Trinita alle ore 12.Nonostante sia stato siglato un accordo innovativo tra marchi, governo bangladese, lavoratori, sindacati nazionali e internazionali e ONG, supervisionato dall’ILO, per predisporre unprogramma di risarcimento delle vittime del Rana Plaza inclusivo e trasparente, conosciuto comel’Arrangement, il Donor Trust Fund volontario istituito per raccogliere le donazioni è ad oggitristemente sotto finanziato con solo una piccola parte dei 40 milioni di dollari, versati da menodella metà dei marchi coinvolti nel disastro del Rana Plaza.

“I grandi marchi internazionali dellamoda hanno nuovamente fallito nel garantire il rispetto dei lavoratori che producevano per loro” -dichiara Deborah Lucchetti della Campagna Abiti Puliti -. Oggi, violando il diritto dei sopravvissutie delle famiglie delle vittime del Rana Plaza a ricevere il giusto risarcimento per un disastro chepoteva e doveva essere evitato, i marchi europei e nord americani infliggono a migliaia di personeuna sofferenza continua, ingiusta e intollerabile. Le imprese coinvolte devono assumere le proprie responsabilità.

Il tempo è scaduto, è una questione di civiltà”.

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