Firenze Fiera: positivo il risultato economico 2015

Apprezzamento per la società dell’assessore Perra

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 marzo 2016 22:10
Firenze Fiera: positivo il risultato economico 2015

(DIRE) Firenze, 21 mar. - Firenze Fiera chiude con un bilancio 2015 in positivo, con circa 66.000 euro di utili. Un risultato, spiega una nota della societa'', che fa segnare "un margine operativo lordo in crescita per circa 800.000 euro rispetto al 2014 (in costanza dei costi relativi al personale) e un reddito operativo di circa 200.000 euro (negativo per 2 milioni nel 2013, negativo per 1,3 milioni nel 2014)". Firenze Fiera, inoltre, ha prodotto nell''anno in questione un flusso finanziario di circa 1.400.000 euro.

Un bilancio, sottolinea il presidente Luca Bagnoli al termine del Cda, "positivo per il secondo anno consecutivo e con una crescita tendenziale dei margini operativi quale segnale inequivocabile di un risanamento ormai chiaramente realizzato. Un dato che mi permette di considerare assolto l''impegno a cui ero stato chiamato da Regione Toscana, Universita'' di Firenze e dalla stessa compagine societaria". Alla luce di questi elementi, conclude, "posso ritenere concluso positivamente il compito affidatomi dalla Regione Toscana di operare per il risanamento di Firenze Fiera.

Adesso penso sia giusto lasciare spazio a chi sapra'' far crescere la Societa'' attraverso una strategia di piu'' ampio respiro, anche organizzativo, proseguendo al contempo nel gia'' avviato lavoro sui ricavi. Partendo dalla attuale gestione, finalmente in equilibrio, il quartiere fieristico-congressuale fiorentino, complice l''imminente ristrutturazione della Fortezza, potra'' diventare il polo piu'' importante nel centro Italia degli eventi nazionali e internazionali".

“Esprimo un forte apprezzamento per il risultato economico di Firenze Fiera, raggiunto attraverso la gestione caratteristica che è andata al di là delle aspettative, con un’attenta gestione dei costi e un costante aumento dei ricavi da parte di una società che in passato aveva registrato anni di perdite che prospettavano un futuro incerto”. Così l’assessore alle Partecipate Lorenzo Perra commentando il progetto di bilancio approvato dal Cda di Firenze Fiera che chiude l’anno in positivo con circa 66mila euro di utili.

“Nel futuro – ha proseguito Perra - la gestione ordinaria potrà beneficiare di un sostanzioso piano di investimenti nelle strutture immobiliari, che permetterà di ridurre ulteriormente i costi manutentivi, e con una maggiore capacità di produrre ricavi, magari in cooperazione sempre più unitaria con le strutture vocate ai congressi e alle fiere presenti all'interno della Fortezza. Ringrazio il professor Luca Bagnoli -e il suo staff- che con le proprie competenze professionali e umane ha saputo assicurare tutto questo, con uno spirito di civil servant che ha sempre saputo interpretare al meglio”.

"Un polo fieristico toscano, a gestione regionale, dove far confluire Arezzo Fiere, la Fortezza da Basso di Firenze e Carrara", le tre realta'' di punta in Toscana. E'' la proposta del sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli (Fi), per far uscire dall''angolo l''expo della citta'' della giostra del Saracino. La Regione, socio di maggioranza col 39,89% del capitale, ha inserito la partecipazione nella black list di quelle non strategiche e quindi da dismettere o liquidare nel corso della legislatura.

Parere confermato dal Consiglio regionale lo scorso 21 dicembre, quando l''aula ha licenziato il piano di razionalizzazione delle societa'' in cui e'' presente l''Ente. Una scelta certificata dall''assessore alle attivita'' produttive e al commercio, Stefano Ciuoffo, che si e'' detto disponibile a discutere, a patto che non si pensi di "mungere" la mucca della fiera con il capitale, ripiana deficit, della Regione. Un quadro che allarma Ghinelli, che spiega alla ''Dire'' di "non considerare la Regione e neppure la fiera una mucca da mungere.

Bisogna mettersi attorno ad un tavolo, parlarci, non e'' il tempo delle polemiche". Il Comune ha approvato una delibera che da mandato al sindaco di rilanciare l''expo. "Per questo, una volta pubblicato l''atto, convochero'' ad Arezzo un vertice con tutti gli attori interessati", Regione compresa.

Il primo cittadino aretino e'' cristallino: il Comune "non intende sottoscrivere aumenti di capitale per sanare problemi gestionali" della fiera e "prolunga, l''atteggiamento tenuto dall''ex sindaco Fanfani". Almeno finche'' e'' questa la gestione. Perche'' Ghinelli non fa mistero di un dato: cosi'' come e'' non funziona, "non si gestisce cosi'' una struttura. Troppo pochi gli eventi annuali. D''altra parte questo non lo dico io, lo ha messo nero su bianco la Regione nel rapporto propedeutico alla delibera di Consiglio dello scorso 21 dicembre, in cui si afferma come il piano industriale dell''azienda non sia adeguato alla fase economica e finanziaria particolarmente critica.

Il voto glielo hanno gia'' dato loro, pero'' anziche'' pensare ad un correttivo scelgono di uscirne". Ed e'' qui che Ghinelli, per risolvere il rebus, lancia la terza via: "Una gestione unica che crei eventi" e ridia ad Arezzo "produttivita'' attraverso un piano di rilancio concordato con l''altra parte pubblica del capitale, Provincia e Comune". Se questa ipotesi non fosse percorribile, il Comune potrebbe acquistare le azioni della Regione? "Non ne abbiamo mai parlato. Potrebbe anche avere senso, pero'' si tratta di vedere i valori" economici.

Cosi'' come per dar gambe all''altro progetto "necessario" per Ghinelli: "separare la parte immobiliare da quella gestionale". Qui pero'' il quadro si complica, perche'' il terreno in cui si gioca la partita della Fiera di Arezzo non si limita solo al quasi 40% di azioni della Regione e al circa 23% tra Comune e Provincia. C''e'' il 19,69% della Camera di commercio e poi il pacchetto di quote in mano alle banche: Etruria con il 5,04%, Mps con il 4,61%, Unicredit e Cassa di Risparmio di Firenze, entrambe all''1,90%.

Un''ipotesi irrealizzabile secondo il presidente di Arezzo Fiera, Andrea Boldi, che ha detto a ''La Nazione'' che "La separazione dovrebbe prevedere la liquidazione dei soci privati, vedi Banca Etruria e orafi, con esborso fra i 6 e i 7 milioni di capitali. Chi li ha?". "E'' vero- conclude Ghinelli-, c''e'' il diritto di recesso e andrebbero liquidati i soci privati. Ma anche qui, si tratta di far due conti, di vedere a chi conviene acquistare quella quota" del capitale azionario. (Dig/ Dire)

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