Ex Seves: artigiani e imprenditori ieri, il futuro domani

Appello della Cgil di Firenze: “Si sostenga la nuova azienda, rompere la fase di stallo. La mobilitazione dei lavoratori ha pagato, il rilancio va fatto con loro”

Antonio
Antonio Lenoci
21 luglio 2015 19:54
Ex Seves: artigiani e imprenditori ieri, il futuro domani

Due anni e mezzo fa, lo spegnimento del forno. Una crisi che si era vista nei primi anni '90 quando gli artigiani del vetro, abituati a creare bicchieri e calici da tavola, si trovarono davanti ad una grande rivoluzione e finirono a Fidenza per studiare gli stampi del Vetromattone"Farete i mattoni di vetro" gli dissero dall'alto, si guardarono stupiti e divennero i migliori.Dove sono finiti gli artigiani? Sono ancora al loro posto, provati da anni di stillicidio economico, "certo un po' diversi ma con la voglia ancora di cambiare"..

anzi no, si tratterebbe di produrre nuovamente i mattoni.Leonardo Bolognini, l'instancabile rappresentante sindacale della USB ci ha provato a lanciare il cuore ed il vetro oltre l'ostacolo proponendo un prodotto innovativo frutto della ricerca sul risparmio energetico, ma a quanto pare vince la tradizione.Senza più gli stampi, senza il marchio e con i fornitori ed i clienti da recuperare? Una grande accusa lanciata agli ultimi imprenditori che hanno avuto in mano l'azienda è stata il non aver curato l'aspetto commerciale: depositi pieni e rimanenze ovunque.Nel mezzo la parentesi e lo spettro della speculazione legata allo sfruttamento del prezioso lotto di terra sul quale sorge lo stabilimento: un delizioso declivio alle porte di Firenze.

A quanti sostenevano che la gente del Sodo non vedeva l'ora di sbarazzarsi dei capannoni, pur essendo le abitazioni successive alla fabbrica, la risposta sarebbe arrivata dalla partecipazione dei residenti alle iniziative proposte dagli operai.Adesso.. appurato che gli artigiani ci sarebbero ancora, seppur costretti a restare legati al vecchio prodotto, gli imprenditori del 2015, sono pronti ad affrontare una sfida che ha il sapore degli Olivetti, dei Ferrari o dei Fiorucci?Quale lo slancio? A maggio, mese caro ai lavoratori, la messa in mobilità dei 56 lavoratori rimasti, poi la speranza è arrivata con l'ipotesi di una start up sostenuta da una cordata di imprenditori che, secondo le parole del sindaco Dario Nardella, sarebbero pronti a riaccendere le macchine.

Presso la Camera del Lavoro il segretario generale Mauro Fuso e il segretario generale della Filctem Cgil Firenze Bernardo Marasco hanno fatto un appello al mondo del credito affinché sostenga il rilancio della ex Seves.“La sensazione è che la situazione si stia sbloccando, un passo, pare, sia stato fatto da Fidi Toscana, un altro lo deve fare il mondo del credito, agganciandosi alle garanzie di Fidi Toscana. Il terzo va fatto con il prodotto: perso il marchio Seves, la capacità produttiva si rilancia con quei lavoratori”.

Marasco ha ricordato la grande mobilitazione svolta in questi anni da parte dei lavoratori ricordando uno ad uno gli eventi: fiaccolate, cene, un “Masterchef” dentro la fabbrica, musica e teatro, stand in piazza della Repubblica, presidi, cortei, incontri con la curia e con la politica, il countdown proiettato su Palazzo Vecchio, il mattone regalato a Matteo Renzi e quello per Giorgio Napolitano. “Questa vertenza insegna che mobilitarsi paga - ha concluso Marasco - la Seves non è mai finita nel dimenticatoio e la lotta ha coinvolto la città.

Ora serve l'ultimo passo”.

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