Ex Comunale: le ricostruzioni divergono quanto rendering e realtà

Stella (FI): "Il progetto dell'ex Teatro va rivisto e cambiato. E Il cubo nero deve essere abbattuto"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 Agosto 2025 19:23
Ex Comunale: le ricostruzioni divergono quanto rendering e realtà

Firenze, 21 ago. – L'architetto Fulvia Zeuli, funzionaria dell'organo ministeriale quando fu approvato il progetto, pur non avendo responsabilità dirette, racconta oggi alla Nazione che sul cubo nero sull’ex Comunale, la Soprintendenza di Firenze dovette dare l’ok. Ex funzionaria rammenta “riunioni fiume e pressioni, il Maggio voleva vendere”.

Come si può immaginare l’intervista apparsa oggi sul più antico quotidiano cittadino non è piaciuta all’Amministrazione Comunale, che precisa con un dettagliato comunicato stampa, in relazione alle dichiarazioni della ex funzionaria della Soprintendenza delle Belle arti:

  1. - La ricostruzione fatta nell’articolo sulle procedure tenute e sull’iter di approvazione del progetto è completamente errata. L’ex funzionaria racconta di iter procedurale superato, non più vigente, non applicabile alla procedura “de quo”, in quanto riferito ad una disciplina transitoria rimasta in vigore fino al 31/12/2009.

    Quindi appare ovvio che all’epoca dell’esame del procedimento in questione (2020) da parte della Commissione del Paesaggio, il procedimento seguito è stato quello al tempo vigente che prevede un parere obbligatorio e vincolante della soprintendenza (art. 146 D.lgs 42/04) e a monte un parere obbligatorio ma solo consultivo della Commissione del Paesaggio

  2. - Si ricorda ancora che il piano attuativo prima della sua approvazione nel 2018 è stato oggetto di esame della conferenza paesaggistica di cui all’art.23 del PIT PPR costituita da Comune, Soprintendenza e Regione Toscana i cui esiti sono contenuti nel piano attuativo stesso.
  3. - Per ciò che concerne la ricostruzione della procedura di vendita dell’ex Teatro Comunale si precisa che quanto esposto non corrisponde in alcun modo al vero.

    Infatti, l’alienazione dell’immobile denominato “Teatro Comunale”, già inserita nel Piano delle Alienazioni, è avvenuta nel dicembre 2013 a favore del “Fondo Investimenti per la Valorizzazione – Plus”, gestito dalla CDP Investimenti SGR Spa, determinando per l’Amministrazione Comunale un’entrata integralmente destinata a spese di investimento, che niente hanno avuto – nè potevano avere- a che fare con l’attività di gestione della Fondazione del Maggio. Il piano attuativo è stato approvato a ben 6 anni di distanza dalla vendita dell’immobile.

Approfondimenti

"La ricostruzione data questo pomeriggio dall'amministrazione è gravemente incompleta: mancano gli elementi più importanti cioè i numeri, i prezzi, i nomi, le plusvalenze. Ci dica l'amministrazione perché rispetto alla scheda di alienazione originaria del bene, l'ex Teatro Comunale di Firenze, pari a ben 44 milioni di euro, si è scesi poi ad un passaggio verso il mondo di Cassa Depositi e Prestiti per soli 23 milioni. E dopo di quelle, in quali mani è andato il bene suddetto? Nessuno lo dice.

E a quale prezzo? Nessuno dice nemmeno questo. E, nel frattempo, era forse cambiato qualcosa nelle valutazioni urbanistiche, o nelle autorizzazioni, o nelle destinazioni d'uso, o nelle possibilità di modifica? Quando è sbucata la possibilità di elevare i piani? Quando è sbucata quella di poter cambiare i colori? E, soprattutto, che valore ha oggi quel complesso immobiliare rispetto alla miseria di 23 milioni che ha incassato la collettività fiorentina? Questo dovrebbe chiedersi un vero sindaco di Firenze! Faremo un accesso agli atti per fare piena chiarezza sulla vicenda dell'ex Teatro Comunale" affermano, in una nota congiunta, i consiglieri comunali di minoranza Eike Schmidt, Paolo Bambagioni, Massimo Sabatini, dopo le precisazioni dell'amministrazione diffuse quest'oggi.

"La Commissione comunale Paesaggio e la Soprintendenza alle Belle Arti e Paesaggio hanno, a questo punto, il dovere tassativo di spiegare ai fiorentini, ma credo anche ai turisti di tutto il mondo, con quali criteri hanno dato il via libera, negli scorsi anni, alla costruzione di un cubo nero sulla sommità dell'ex teatro Comunale, nel cuore del centro storico. Si tratta di una ferita allo skyline della nostra città, ed è grave che tutto questo sia avvenuto con il consenso degli Enti pubblici che in teoria erano chiamati a vigilare". Lo afferma il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella.

"La società che ha eseguito i lavori - rimarca Stella - ha dichiarato infatti ai giornali che il progetto iniziale era approvato dal Comune di Firenze e dalla Soprintendenza. L'autorizzazione paesaggistica è stata ottenuta a settembre 2020, mentre il permesso di costruire è arrivato ad aprile 2021. È chiaro che chi ha sbagliato deve pagare, va appurato di chi sono le responsabilità esatte. Non possiamo, inoltre, lasciar passare questo obbrobrio che sta scatenando reazioni in mezzo mondo: il progetto va rifatto e il cubo nero va abbattuto".

La richiesta del Comitato Salviamo Firenze è ancora più perentoria: 'Il Comune renda pubblici pareri e deliberazioni'. E il portavoce Torelli chiede: 'La procura si attivi sulla vicenda dell'ex Comunale di Firenze'.

“In merito alle dichiarazioni sguaiate rilasciate dal Comitato Salviamo Firenze, che rimandiamo al mittente, l’Amministrazione conferma la piena fiducia nel lavoro degli uffici e di chi li dirige” ribatte offesa l’assessora all’urbanistica Caterina Biti in merito alle dichiarazioni rilasciate dal Comitato Salviamo Firenze.

“La vicenda dell’ex teatro comunale che sta tenendo banco in queste ore mette nuovamente al centro il tema della trasparenza dell’operato delle amministrazioni nell’ambito dei procedimenti di autorizzazione paesaggistica. Abbiamo già presentato una richiesta di accesso agli atti per appurare ancora più a fondo quanto accaduto nel caso specifico, ma intanto non possiamo non notare, più in generale, come sul sito del comune di Firenze non sia dato adeguato risalto all’elenco delle autorizzazioni paesaggistiche rilasciate nel corso del tempo.

Il Codice dei beni culturali, infatti, prevede espressamente che l’elenco sia liberamente consultabile, anche per via telematica, nonché aggiornato ogni trenta giorni. Si tratta di un adempimento obbligatorio, tanto più in una città come la nostra, il cui territorio è in gran parte assoggettato a vincoli di natura paesaggistica e dove, pertanto, garantire un controllo costante è fondamentale e funzionale alla tutela del patrimonio. Con grande fatica, si riesce a reperire all’albo pretorio l’elenco delle autorizzazioni rilasciate a luglio 2025, ma di quelle passate non c’è traccia.

Perché? Non riusciamo a darci una risposta, ma cercheremo di comprenderlo” dichiarano il consigliere di Fratelli d’Italia Matteo Chelli insieme alla capogruppo Angela Sirello.

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