Cubo nero, c'è la svolta: il Comune indaga

L'assessora annuncia nuovi procedimenti di verifica. Sabatini: "Caduta la favola... "

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 Novembre 2025 16:25
Cubo nero, c'è la svolta: il Comune indaga

“È il risultato che ho ottenuto incalzando l'amministrazione dal 23 Agosto fino ad oggi. È caduta la favola del “è già tutto chiaro e non serve alcuna indagine” e finalmente anche la risposta scritta ricevuta stamani dall'Assessore all'Urbanistica Biti lo ammette: "sino alla comunicazione del 7/11 della Soprintendenza non risultavano elementi tali da giustificare la riedizione di nuovi procedimenti di verifica". Ho sostenuto con forza questa tesi perché era chiaro anche ad Agosto che il Comune era stato gravemente omissivo nello svolgimento dei suoi compiti istituzionali. Compiti che riguardano sia il procedimento di rilascio dell’autorizzazione “paesaggistica”, che la vigilanza sul rispetto delle condizioni cui sono soggette le autorizzazioni paesaggistiche concesse. Un potere di vigilanza che può portare anche a modifiche o persino demolizioni.

A fronte dell’onda di protesta popolare ed internazionale derivante dalla rimozione delle impalcature che finora avevano coperto il “cubo nero”, la sindaca Sara Funaro, aveva dichiarato pubblicamente che non c’era nulla da aggiungere rispetto a procedure svolte nel pieno rispetto della legge e con la massima attenzione. Una rigidità con cui ho dovuto lottare tre mesi per far crollare il muro di errori ed omissioni che invece avevo scorto.

Oggi, invece, è sotto gli occhi di tutti che il Comune non aveva svolto il suo ruolo di coordinamento e controllo nella verifica delle prescrizioni e condizioni apposte all’autorizzazione paesaggistica del 2020 (ossia la verifica in cantiere dei colori e materiali sulla base di un abaco). Basta leggere la risposta scritta (che allego) dell’Assessora Biti al mio question time di ieri, resa disponibile solo stamattina. Vediamo i passi cruciali seguendo l’ordine delle risposte):

Approfondimenti

1) “Non era necessaria alcuna formalizzazione degli adempimenti posti come condizioni all’autorizzazione paesaggistica”: FALSO, in quanto proprio quegli adempimenti erano l’elemento indispensabile per il perfezionamento dell’autorizzazione paesaggistica, su cui non c’è il regime di SCIA; ed è evidente anche la contraddizione, perché sia la sindaca Funaro che l’assessora Biti hanno costantemente ricordato che la Soprintendenza esprime un parere “obbligatorio e vincolante”, ma per qualche motivo da chiarire, il Comune si è dimenticato di ciò nel frettoloso provvedimento di archiviazione del 22 ottobre, che oggi appare errore colossale.

2) “Il provvedimento comunale di archiviazione del 22 ottobre 2025 terrebbe conto della nota della Soprintendenza”: FALSO, perché proprio non tiene in considerazione (essendo un parere obbligatorio e vincolante) la nota della Soprintendenza del 14-15 ottobre in cui a chiarissime lettere, sia nella prima che nella seconda pagina del documento, viene affermato di aver svolto sopralluoghi in cantiere unicamente ed esclusivamente per il vincolo “monumentale”, e non per il vincolo “paesaggistico”, su cui attendeva di essere convocata dal Comune di Firenze.

3) Afferma in grassetto (!) l’Assessora che il Comune non ha convocato la Soprintendenza trattandosi di “una procedura non prevista da alcuna norma e quindi, doverosamente, mai praticata”: FALSO, nonché un errore galattico, perché il Comune di Firenze ha la titolarità del procedimento “paesaggistico” sia per il rilascio dell’autorizzazione che per i profili sanzionatori (in base agli articoli 146 e 155 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, come integrati dalla legge R.Toscana n. 65/2014) e dunque il suo dirigente è RUP (ossia il vero motore del procedimento amministrativo) con tutti i compiti previsti dagli artt. 5 e 6 della Legge n. 241/1990. Come fa l’Assessora Biti a non saperlo, trattandosi della legge fondamentale sul procedimento amministrativo?

4) L’incontro del 5 settembre “non è stato verbalizzato perché interlocutorio”: anche su questo si registra un contrasto con quanto affermato dalla Soprintendenza nella nota del 14-15 ottobre 2025;

5) Fino alla nota della soprintendenza del 7 novembre non era noto “che i sopralluoghi fossero stati svolti solo riguardo al vincolo monumentale e non anche a quello paesaggistico”: FALSO, perché già nella nota della soprintendenza del 14-15 ottobre 2025 questo era chiarissimo (v. pag. 1 e 2 di tale documento). Questa quinta risposta, però conduce all’ammissione più forte: si può “giustificare la riedizione di nuovi procedimenti di verifica”.

Cosa ha da dire la maggioranza adesso? Ha ancora la sicumera con cui ha rifiutato la Commissione di Indagine? Era tutto a posto secondo loro, tanto da fare comunicati ironici sul dover dare lezioni di ripetizione circa le procedure. C’è un’intera classe che siede a Palazzo Vecchio che deve studiare di più, maestra compresa! Sono fiero che il mio lavoro sia stato utile per portare allo scoperto gli errori nelle procedure e la moltitudine di arrosti amministrativi (fatti e persino scritti!). Avevo ragione a evidenziare come la Soprintendenza fosse stata chiara già il 15 ottobre con la sua nota che il Comune non aveva considerato, tanto da chiudere (con lettera scritta alla proprietà!) il procedimento di verifica che ora gli tocca riaprire! Chi paga tutti questi dietrofront? Perché chi guida le attività di Palazzo Vecchio non ne sa più di tutti? Perché Firenze deve veder andar su obbrobri senza che la funzione di indirizzo, coordinamento e controllo sia adeguatamente svolta? Ora la palla torna anche sul campo del permesso di costruire.

Eh sì… Non basta parlare di autorizzazione paesaggistica, perché le imprecisioni in essa possono determinare anche il decadimento del permesso!”.

Lo dichiara il consigliere di Lista Civica Schmidt Massimo Sabatini

In evidenza