Crisi politica a Figline e Incisa Valdarno: il sindaco si dimette

Mancato il numero legale. Pianigiani: "La scelta PSI mette a rischio 2,4 milioni di euro di servizi per la collettività"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 Novembre 2025 16:51
Crisi politica a Figline e Incisa Valdarno: il sindaco si dimette

Figline e Incisa Valdarno, 21 novembre 2025 – “A seguito della mancanza del numero legale durante il Consiglio comunale di mercoledì 19 novembre, non è stato possibile approvare le variazioni di bilancio necessarie per programmare nuovi interventi sul territorio, né tantomeno ratificare il passaggio alla Taric. Questo mette a rischio, tra il 2025 e il 2026, servizi ed opere pubbliche per 2,4 milioni di euro”. Con queste parole il Sindaco di Figline e Incisa Valdarno, Valerio Pianigiani, commenta la crisi politica che ha portato alla mancanza del numero legale nell’ultimo Consiglio comunale del 19 novembre 2025 e alle successive dimissioni del Sindaco.

“Mi trovo nella paradossale situazione di dover spiegare ciò che è accaduto, ma ritengo che a dover fornire spiegazioni ai cittadini siano soprattutto coloro che hanno la responsabilità di aver provocato questa situazione, assumendosene tutte le conseguenze. Mi riferisco naturalmente al Partito Socialista e anche al consigliere Sandro Sarri, che con le loro azioni hanno disatteso il mandato elettorale ricevuto appena un anno e mezzo fa dagli elettori. I primi, uscendo da una coalizione che avevamo presentato ai cittadini con lo slogan ‘Insieme’ e che ci ha permesso di vincere le elezioni, il secondo venendo meno alla fiducia data dagli elettori del Partito Democratico, che lo avevano votato, scegliendo poi di passare al PSI per meri giochi di bassa politica.

Mercoledì questi stessi personaggi hanno deciso di staccare la spina all’Amministrazione, bloccando l’attività istituzionale e mandando a monte una serie di progetti per il futuro della comunità. Se questi elementi fossero stati realmente responsabili, come più volte hanno dichiarato, si sarebbero presentati in Consiglio, votando le variazioni di bilancio necessarie all’avvio di interventi e servizi importanti per la comunità e, magari, esprimendo il voto contrario sulla Taric. Invece hanno scelto la via del sabotaggio e lo hanno fatto sulla pelle dei cittadini.”

La cronaca della crisi parte dalle elezioni del 2024, quando il Partito Socialista si presentò insieme a +Europa e Azione, ottenendo il 6,31%. “In questi voti sono confluiti quelli di chi ha votato gli altri due partiti, che alle europee andarono poco sopra il 2% - ricorda il Sindaco. – Togliendo questa percentuale, i socialisti hanno preso poco più del 4%. Una forza dunque minoritaria all’interno della coalizione, che però fin dal primo giorno ha portato avanti un atteggiamento più da forza di opposizione che da alleato, trovando continuamente pretesti per arrivare allo scontro con me o con il Partito Democratico”.La situazione si è aggravata a febbraio, quando il consigliere Sandro Sarri, eletto nelle liste del PD, è passato al PSI.

“Ho trovato profondamente scorretto che un consigliere eletto nel PD decidesse di passare ad un’altra forza politica senza fornire una motivazione chiara e precisa – afferma Pianigiani. – Da quel momento, forti anche della presenza di un membro in più all’interno del Consiglio comunale, i socialisti hanno inasprito le loro posizioni, portandoci sull’orlo di una crisi. Accettammo così un compromesso, azzerando la Giunta e facendo entrare Umberto Ciucchi, aprendo quella che speravo potesse essere una fase politica nuova.

Tuttavia, dopo pochi mesi, è stato chiaro a tutti quanto anche questa ripartenza fosse stata tutt’altro che risolutiva. A seguito delle dimissioni di Ciucchi il PSI è uscito dalla maggioranza aprendo di fatto la seconda crisi politica in meno di un anno e mezzo di mandato. Una situazione che mi ha amareggiato soprattutto dal punto di vista personale, perché non mi aspettavo un taglio così netto dopo pochi mesi dall’avvio della nuova fase politica.Mercoledì, poi, nell’ultimo Consiglio comunale, il PSI ha scelto di far mancare il numero legale, insieme a tutti i consiglieri di opposizione, gettando definitivamente la maschera e dimostrando a tutti la totale inaffidabilità di una forza politica che si è sempre definita “responsabile”, ma che nei fatti ha agito in modo opposto.

Hanno inoltre certificato l’apparentamento di fatto con il consigliere di opposizione Enrico Buoncompagni, ricalcando nel loro comunicato stampa le sue stesse parole sulla Taric. Parole che risultano prive di ogni fondamento. È gravissimo, oltre che totalmente falso, affermare che la polizia possa entrare in casa delle persone, senza un mandato. Questo avviene in casi eccezionali come la fragranza di reato, per eseguire un arresto o un sequestro, per prevenire pericoli imminenti o su fondato sospetto di reati specifici come spaccio di droga o detenzione illecita di armi.

L’accesso al domicilio privato è e resta inviolabile. Non sono inoltre previsti poteri di accertamento più invasivi o restrittivi rispetto a quelli già in vigore con la Tari.Infine, voglio ricordare che questo passaggio non è stato improvvisato né tantomeno imposto, ma abbiamo lavorato rigorosamente, organizzando incontri, analizzando dati e valutando proposte, esattamente come fatto da altri 27 Comuni che hanno aderito alla Taric. È paradossale vedere oggi alcuni consiglieri di opposizione – gli stessi che furono protagonisti dell’introduzione del porta a porta e che approvarono il percorso verso la TARIC – fare adesso i voltagabbana ed utilizzare quella stessa decisione come pretesto politico per tentare di interrompere la consiliatura.Il Sindaco non si sottrae infine ad una riflessione personale:
“È ovvio che in tutta questa vicenda anche io ho le mie responsabilità.

Non voglio recitare la parte di chi è esente da colpe, ma su una cosa voglio essere chiaro: ho sempre agito con onestà e correttezza istituzionale, senza mancare mai di rispetto a nessuno e senza mai cercare di impedire a chiunque di svolgere il proprio lavoro. Ho sempre cercato un dialogo, credendo nella possibilità di superare le divergenze, forse fidandomi delle persone sbagliate. Gli errori che ho commesso li ho fatti in assoluta buona fede, senza pensare a dietrologie o ad altri strani giochetti che non mi appartengono.

Devo riscontrare con un certo rammarico che le motivazioni addotte dal PSI mi sono sempre sembrate pretestuose, prive di un reale contenuto politico e lontane dall’interesse generale. Mi sembra che da parte loro non ci sia mai stata la vera volontà di far parte di una squadra, ma c’è stato il chiaro obiettivo di mettere sempre sotto “ricatto” i propri alleati, fino alla rottura definitiva”.“Questa situazione mi ha lasciato solo un’enorme amarezza. Quando decisi di candidarmi a Sindaco l’ho fatto con grande entusiasmo, consapevole della grande sfida che mi attendeva e delle responsabilità davanti alle quali sarei stato messo.

Mai mi sarei aspettato che si sarebbe venuta a creare una simile situazione e sono molto rammaricato per non essere riuscito a portare avanti il progetto di miglioramento del nostro Comune, a causa dei personalismi di pochi. Quando gli interessi personali vengono anteposti al bene della comunità, la politica perde credibilità e a pagare sono sempre i cittadini. Voglio però ringraziare di cuore tutti coloro che mi hanno sostenuto nella mia candidatura e che anche in questi mesi difficili non hanno fatto mancare la loro vicinanza, i loro messaggi di stima e di affetto.

A loro va la mia più sincera riconoscenza, insieme alla speranza che il futuro del nostro Comune possa tornare presto nelle mani della buona politica e della responsabilità collettiva. Così come va tutta la mia riconoscenza e gratitudine ai dipendenti del Comune di Figline e Incisa Valdarno, per la grande collaborazione ed il supporto che mi hanno dato in questo anno e mezzo per svolgere al meglio il lavoro amministrativo. In questi ultimi giorni in carica la Giunta si adopererà per salvaguardare i conti dell’Ente, lasciandolo nella miglior situazione possibile, al fine di ridurre al minimo i disagi per i cittadini”.

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