Criminalità organizzata in Toscana: 'Ci sono nuove mafie'

Il primo rapporto annuale della Giunta regionale sulla criminalità organizzata e mafiosa e sui fenomeni di corruzione in Toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 luglio 2017 16:00
Criminalità organizzata in Toscana: 'Ci sono nuove mafie'

 "Solo i più ingenui o chi è in malafede può credere che a Roma e nel resto d'Italia non esistono le mafie. Le mafie, al plurale, operano ovunque, nella capitale come in altre aree del centro e del nord e anche in Toscana, senza eccezioni. Se mai c'è stata, è finita l'era delle terre immuni, così come quella delle mafie coppola e lupara. Il verdetto sul caso romano è un serio campanello d'allarme: per i partiti e la corruzione sistemica che i giudici hanno riconosciuto; per la comunità nel suo insieme e il pericolo di sminuire i fatti di Roma fermandosi alla qualificazione giuridica dei reati" Enrico Rossi, interviene dopo la sentenza di condanna di Carminati, Buzzi e altri imputati.

"I fatti accertati sono gravissimi: la corruzione che mercifica i più deboli, i rifugiati tra tutti, le istituzioni a libro paga dei privati. Un sistema così perfetto che nessuno sgarra. Ho i miei anni, e in passato ricordo l'errore di attendere i morti per le strade prima che tutta la politica riconoscesse le mafie. Allora oggi – sottolinea - servono delle scelte: ripensare il ‘metodo mafioso' come inteso nell'attuale 416bis, guardando a nuove forme di assoggettamento, il ricatto della tangente tra tutti); e una seria lotta alla corruzione che non lasci vie di fuga alla cattiva politica, valutando in che misura estendere anche misure di prevenzione patrimoniale perché il corrotto, come il mafioso, paghi, soprattutto se funzionario dello stato".

"Per questo – continua Rossi - una politica seria deve interrogarsi se estendere a fatti analoghi a quelli di Roma la qualifica di associazione di stampo mafioso, per bollare crimini tanto infami con la qualifica di mafiosi e con le conseguenze giuridiche che questa qualifica comporta. Personalmente ritengo che il dibattito sul nuovo codice penale e antimafia può essere l'occasione per fare questa discussione e per decidere che per i reati di corruzione oltre un certo livello si applichi un sequestro dei beni così come per i mafiosi secondo quanto previsto dalla legge Pio La Torre. Per quanto ci riguarda – conclude il presidente - lunedì prossimo, in giunta, approveremo il primo rapporto annuale della Giunta regionale sulla criminalità organizzata e mafiosa e sui fenomeni di corruzione in Toscana".

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