Cooperative di comunità: una realtà concreta contro lo spopolamento

Per rigenerare le aree interne della Toscana

Antonio
Antonio Patruno
22 Gennaio 2025 14:00
Cooperative di comunità: una realtà concreta contro lo spopolamento

Le cooperative di comunità rappresentano nel panorama italiano un fenomeno particolarmente innovativo, soprattutto per ciò che concerne la loro capacità di aggregare le persone. Si tratta di organizzazioni comunitarie che uniscono cittadini, imprese e associazioni per rigenerare un territorio attraverso la produzione di beni e servizi che migliorino la qualità della vita sociale ed economica locale. A differenza delle cooperative tradizionali, la loro finalità è duplice: il vantaggio per i soci e il beneficio generale per l'intera comunità di riferimento.

La loro “mission” è quella di aggregare risorse (umane, professionali, strumentali) in aree marginali o in via di spopolamento: sviluppano e gestiscono sia servizi di pubblica utilità che commerciali, con l’obiettivo di soddisfare i bisogni locali, sia sociali che economici. Con il loro operato, cercano di rispondere al vuoto lasciato dagli enti pubblici che non riescono ad operare a causa della riduzione di fondi e competenze. Nel corso degli ultimi anni, le cooperative di comunità hanno riacquistato il senso proprio della mutualità tra le persone.

I processi di generazione di queste cooperative hanno la caratteristica comune di coinvolgere una pluralità di attori locali, che permette a queste di stabilire una rete sociale per comprendere i bisogni locali, attivare risorse e co-responsabilizzare gli altri attori. Il processo di coinvolgimento si riferisce a tutti i membri di una comunità, intesa quest’ultima come individui residenti all’interno di uno stesso territorio.

La Toscana è stata una delle prime regioni a riconoscere e promuovere le cooperative di comunità, con la Legge Regionale 67/2019. Questa normativa riconosce e sostiene le cooperative di comunità come strumento per la valorizzazione e il mantenimento dei territori locali, specialmente quelli a rischio di spopolamento, attraverso attività socio-economiche sostenibili e la gestione di beni comuni. La legge, in sostanza, ha arricchito le forme organizzative del Terzo Settore (il Testo Unico del Terzo Settore è del 2017): la “società solidale”, quale rete di cittadini, organizzazioni, imprese che si fanno carico del bene comune, ha trovato esplicito riconoscimento con la famosa sentenza della Corte Costituzionale n. 131 del 2020, proprio in relazione alla figura della cooperativa di comunità.

E’ quindi a partire dal 2020 che la cooperativa di comunità ha assunto un ruolo stabile e fondamentale di organizzazione comunitaria e sociale nelle aree a rischio spopolamento. Le cooperative si sono fatte carico di tanti servizi di pubblica utilità. E’ interessante notare come la Corte dei Conti, chiamata a controllare le forme organizzative prescelte dai Comuni per gestire i servizi pubblici locali, abbia più volte valorizzato le potenzialità delle cooperative di comunità e delle imprese di comunità, rimarcandone la loro valenza comunitaria e partecipativa.

Oggi le cooperative di comunità gestiscono, anche in partenariato con gli enti locali, bar, ristoranti ed esercizi pubblici, servizi sociali, la salvaguardia e manutenzione del territorio, la fornitura di servizi di trasporto, promozione e gestione servizi turistici ed infine le comunità energetiche rinnovabili.

La Regione Toscana ha predisposto diversi strumenti per sostenere e incentivare le cooperative di comunità. Recentemente, il 12 novembre 2024 ha approvato il Bando per il sostegno all’innovazione digitale delle cooperative di comunità con la finalità di sostenere il sistema dell’economia di collaborazione rappresentato dalle cooperative di comunità. Con questo bando la Regione intende agevolare la realizzazione di progetti localizzati sul proprio territorio, finalizzati a promuovere lo sviluppo sostenibile ed inclusivo attraverso approcci sperimentali di iniziative imprenditoriali della economia della collaborazione nei territori caratterizzati da fragilità sociali, demografiche, ambientali ed economiche.

Il territorio toscano ha dato prova di vivacità e innovazione in questi anni per quanto riguarda l’animazione e lo sviluppo di attività in zone montane e in via di spopolamento. C’è chi ha deciso di puntare sulla valorizzazione dei prodotti agricoli ed agroalimentari del territorio e chi è partito dall’economia circolare e dal riciclo o dall’offrire servizi per il turismo sostenibile e verde (delle due ruote, ad esempio). C’è anche chi ha messo insieme in circolo virtuoso produzioni locali, tradizione e innovazione tecnologica, chi ha puntato tutto alla manutenzione dei boschi e sulla valorizzazione dei beni comuni. Si tratta di attività presenti su tutto il territorio regionale, dal Mugello all’Amiata, dalle isole dell’arcipelago alla Garfagnana.

Ricordiamoci di quello che sancirono i padri della Costituzione italiana all’articolo 45: “La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. La legge ne promuove e favorisce l'incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità”. Un valore, quello della cooperazione, che si invera in tante forme organizzative, anche innovative e avanzate, ma che rimane un caposaldo della solidarietà sociale.

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