Simone Weil ha scritto nel 1942: «Occorre una nuova religione. Oppure un cristianesimo mutato al punto da essere diventato altro». A ottant’anni dalla sua morte, questa domanda ha risuonato con forza durante il convegno "Simone Weil: un cristianesimo altro?", organizzato col supporto del Comune di Barberino Tavarnelle, che ha visto la partecipazione di Vito Mancuso teologo laico e filosofo: abbiamo visto emergere un cristianesimo altro, capace di parlare all’intelligenza e al cuore dell’uomo contemporaneo?
Nel monastero di Badia a Passignano, tra le colline del Chianti, il relatore e il pubblico numeroso ci sono interrogati su questo tema. Qui, dove san Giovanni Gualberto è morto, e dove Galileo ha insegnato, il convegno ha messo in dialogo spiritualità, pensiero e teologia. Weil ha proposto una visione di Dio personale e nel contempo impersonale, in cui anche chi non crede può avere toccato il divino attraverso l’amore, la giustizia e la percezione della bellezza.
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