Ciompi, la nuova piazza: il mercato storico e la memoria corta

Oggi l'inaugurazione: in agenda fiere e mercati temporanei, si inizia con i libri ed i fiori

Antonio
Antonio Lenoci
07 settembre 2018 10:56
Ciompi, la nuova piazza: il mercato storico e la memoria corta

Dopo lo sgombero della baraccopoli ed un lungo periodo di dibattito che ha visto residenti e commercianti radunarsi sotto la Loggia vasariana per interrogarsi sul futuro dell'area, gli assessori Bettarini e Del Re hanno messo l'acceleratore e dato vita ad un cambiamento atteso da oltre 20 anni. Obiettivo: scongiurare la creazione di una mangiatoia e dunque il vincolo all'uso dell'area per lo street food.

In agenda fiere temporanee: si inizia con libri e fiori.Arriva il giorno in cui presentare la nuova piazza"Piazza dei Ciompi torna ai fiorentini con un volto completamente nuovo. Piante, fiori e pietra al posto di amianto e cemento. Dopo venti anni nel cuore di Sant’Ambrogio, grazie alla partecipazione di cittadini e commercianti, ora c’è una piazza tutta da vivere" è questo il messaggio che il sindaco Dario Nardella rivolge ai fiorentini.

I fiorentini, facili alla critica, hanno già anticipato qualche commento sui social, arrivando in alcuni casi a rimpiangere le lamiere e quell'atmosfera classica del rigattiere d'altri tempi. Non piace lo stile londinese dalle siepi alla Mary Poppins, troppa pavimentazione e poco giardino ed un cancello facile da scavalcare. Ma cosa era diventata piazza dei Ciompi?  Negli anni '60 il mercato temporaneo dell'antiquariato prende posto davanti alla Loggia del pesce del Vasari, già in piazza della Repubblica all'interno del Vecchio Mercato di Firenze.

Un'area del centro storico rasa al suolo sulla quale si muoveva il Circo del Gratta e dove sarebbe sorto l'ufficio delle Poste. Per anni una soluzione che doveva essere temporanea, ha offerto riparo agli ambulanti ribattezzati "a posto fisso". Negli anni '80 la baraccopoli diventa il set di Amici Miei ed entra nell'immaginario collettivo come il Mercato delle Pulci che dovrebbe ispirarsi ai mercati parigini, quelli in ghisa e vetro.

La distanza di stile è evidente, ma il brand Firenze riesce a coprire l'evidente divario strutturale.Negli anni '90 l'Italia prende consapevolezza del fenomeno amianto e si inizia a sussurrare qualcosa sulle coperture in eternit degli stand che nel frattempo si chiudono verso l'interno del giardino. Il catrame inizia a sollevarsi ed il pino della piazza anticipa ciò che accadrà ad altri suoi simili che vengono oggi additati per essere alberi inappropriati ad un contesto urbano.

Radicano in superficie ed orizzontalmente, un pericolo per la collettività che li apprezza al mare, in pineta, meno sui viali e nelle piazze.Negli anni 2000 la segnaletica non è quella turistica, volta a spiegare le origini del mercato e la sua presunta storicità, ma bensì coperta di punti esclamativi e dislocata su ogni dosso. Si presenta l'occasione di un trasferimento dopo la realizzazione del Parcheggio sotterraneo in piazza Lorenzo Ghiberti. Dopo un lungo percorso partecipativo, il trasferimento si arena davanti ad un rimpallo tra ambulanti e Firenze Parcheggi, agli ambulanti non piace la nuova sede nascosta in Largo Annigoni e soprattutto l'idea di doversi pagare i nuovi stand, c'è chi paventa l'idea di abbandonare l'attività, Firenze Parcheggi dovrebbe invece rifare la piazza dove il lastrico inizia a gonfiarsi e saltare in più punti.

Oggi che le attività sono state spostate, il Mercato delle Pulci ha una storia tutta sua.Nei tempi recenti piazza dei Ciompi non era più nota per gli ambulanti, il mercato mensile era relegato nelle piccole colonne a margine, persino sul web. A fare notizia era la presenza della comunità islamica presso un locale adibito a funzioni di Moschea.Siamo ad oggi, alla nuova piazza che si presenta ai fiorentini uscendo dalle guide dell'antiquariato e del vintage e proponendosi come spazio destinato ad altre funzioni, anche fieristiche, ma di nicchia.

Adesso tocca guardare al futuro, al contesto urbanistico in cui la nuova piazza si apre, alla necessità di trovare soluzioni adeguate alle priorità sociali che la zona richiede da tempo.

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