Società della Salute vanno chiuse entro marzo, tentativi di salvataggio in corso

Il Consiglio regionale ha approvato, lo scorso 21 dicembre, un emendamento alla Finanziaria 2014 che prevede una proposta di superamento delle SdS entro e non oltre la fine di marzo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 marzo 2014 14:03
Società della Salute vanno chiuse entro marzo, tentativi di salvataggio in corso

L'Aula del Consiglio regionale ha approvato, lo scorso 21 dicembre, un emendamento alla Finanziaria 2014, che prevede una proposta di superamento delle SdS entro e non oltre la fine di marzo "Le Società della Salute sono un carrozzone inutile e dispendioso, bocciato dalla Corte Costituzionale per la loro forma consortile e dalla storia per il loro insidacabile fallimento" in una nota, Maria Luisa Chincarini, Capogruppo di Centro Democratico in Consiglio regionale della Toscana e Segretario della IV Commissione Politiche Sociali e Sanità. "Siamo ormai prossimi alla scadenza di questo mandato vincolante, eppure il Partito Democratico sembra divertirsi a giocare al gioco delle tre carte", argomenta Chincarini.

"Si fanno uscire le Società della Salute dalla porta e si cerca di farle rientrare dalla finestra, con due proposte di legge che rischiano di peggiorare una situazione già allarmante, favorendo la disomogeneità sul territorio attraverso l'individuazione di Società della Salute buone da far sopravvivere e altre cattive da sopprimere. E allora mi domando: cui prodest? Forse a coloro che continuano a praticare una forma clientelare della politica, che vede proprio in questi poltronifici la garanzia del consenso? E poi, chi e sulla base di quali criteri si deciderà quale SdS è buona e quale è cattiva?".

"La proposta che ho presentato alla Commissione sanità è semplice ed efficace", spiega Chincarini. "Prevede la definitiva chiusura delle Società della Salute entro il 31 luglio 2014 e il ritorno dei servizi sociosanitari erogati dalle SdS in seno alle Asl; garantisce l'assorbimento del personale a tempo indeterminato da parte di Comuni e Asl per garantire i lavoratori e i livelli occupazionali; propone che incarichi e responsabilità del Direttore della SdS siano assunti dal Responsabile di Zona del Distretto Asl; sostiene la necessità di destinare le attuali sedi delle Società della Salute all'assistenza sociale". "La sanità regionale, oggi, vive un momento di profonda difficoltà a causa dei tagli del Governo.

Per questo da anni mi batto affinché si riducano i costi inutili (quelli della burocrazia, per intenderci) per mantenere l'universalità del servizio sanitario e difenderne i servizi essenziali", conclude Chincarini. "E questo è anche il senso della mia proposta di superamento delle Sds. Le spese inutili devono essere risparmiate e reinvestite nel miglioramento del nostro sistema sociosanitario. La Semplificazione e lo snellimento burocratico rappresentano la via maestra per far uscire la nostra sanità dalle secche in cui si è incagliata: soltanto così possiamo difendere la più importante eccellenza della nostra Regione". «Sulle Società della Salute il Pd cambia verso per davvero: a poco più di due mesi dall’approvazione in Consiglio dell’emendamento che inseriva nella Finanziaria regionale il termine del 31 di questo mese come quello ultimo per la chiusura delle Sds, eccoci adesso a ben due proposte di legge che fanno rientrare dalla finestra questi consorzi usciti dalla porta dell’aula del parlamento toscano.

Siamo alle solite: Rossi e compagnia, in particolare quando si tratta di sanità non intendono rinunciare a organismi ed enti sforna poltrone. Del resto è così che, nei decenni, si sono garantiti il consenso e, si sa, cavallo vincente non si cambia»osservazione mossa dal vicepresidente della commissione Sanità Stefano Mugnai (Forza Italia), promotore dell’emendamento. «Il lupo perde il pelo ma non il vizio», commenta Mugnai. «Di sicuro con queste proposte di legge ci misureremo in commissione Sanità e poi in aula.

Tra l’altro bisogna registrare che due consiglieri Pd di provata fede renziana e sicuro spicco, ovvero il Presidente della Commissione sanità Marco Remaschi e il suo collega Nicola Danti non compaiono tra i firmatari. Quanto ai contenuti, ricordo che una nota negativa delle Sds era proprio quella della disomogeneità che generavano nella gestione - quando c’era - dei servizi sul territorio. Peccato che, in assenza di Piano sanitario e di una chiara strategia di governo da parte dell’assessorato, quel tratto sia diventato comune a tutta la gestione sanitaria della Toscana in cui ogni Asl fa da sé, e ogni Sds pure».

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