Alberghi a Firenze, crescono costi di gestione. Tassa di Soggiorno a chi?

Il Presidente di AIA Federalberghi Firenze, Francesco Bechi: “La pressione fiscale affossa ogni tentativo di rilancio. Nell’ultimo anno solo la tassa sui rifiuti è aumentata del 9%”

Redazione Nove da Firenze
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23 dicembre 2013 11:07
Alberghi a Firenze, crescono costi di gestione. Tassa di Soggiorno a chi?

Il grido di allarme degli albergatori arriva nel giorno in cui Firenze decide come assegnare i 23 milioni di euro provenienti dalla tassa di soggiorno. Il consiglio comunale del 23 dicembre è in parte dedicato a chiarire la funzione della nuova Fondazione per la cultura che gestirà tutte le strutture fiorentine legate al settore del turismo culturale. Premiati dall’estero, affossati dall’Italia. Le strutture ricettive lanciano un grido d’allarme, di cui si fa interprete il presidente di AIA Federalberghi Firenze, Francesco Bechi.

“Lavoriamo su tutti i fronti per cercare di aumentare il numero delle presenze, facendoci promozione da soli sui mercati internazionali, puntando a qualificare sempre più l’offerta e comprimendo le tariffe, ma per quanto facciamo non si riesce a far quadrare i conti. Se gli arrivi dall’estero ci danno una certa soddisfazione, poiché malgrado la crisi si nota un incremento, i turisti italiani sono pressoché scomparsi. Ma la grande delusione che arriva dal nostro Paese non è quella di un calo delle presenze dovuto a una crisi di cui gli italiani sono incolpevoli.

Bensì dai provvedimenti del Governo che continua ad inasprire la tassazione e sta affossando ogni velleità di rilancio. Gli oneri fiscali si fanno ogni anno più gravosi, a fronte di prezzi che restano bassi per motivi di concorrenza internazionale e spese di gestione sempre più elevate, e tutto ciò riduce costantemente i nostri margini di redditività. Tanto che in certi momenti dell’anno è più conveniente chiudere per ridurre i costi che restare aperti ad attendere il cliente. Basti pensare che solo dal 2012 al 2013 la tassa sui rifiuti per noi è aumentata di quasi il 9%, con un aggravio più considerevole per le strutture dotate di ristorante.

Un carico fiscale insostenibile, che rischia di impoverire l’offerta ricettiva in quanto le imprese non sono più in grado di sostenere gli oneri necessari per far fronte alle normali esigenze di ammodernamento e di riqualificazione, che sono per noi una costante se vogliamo restare competitivi”.

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