Lavoratori Ataf incrociano le braccia nonostante il precetto del Prefetto

Anche stamani i lavoratori di ataf si sono fermati nonostante la precettazione e le denunce per interruzione di pubblico servizio.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 dicembre 2013 12:03
Lavoratori Ataf incrociano le braccia nonostante il precetto del Prefetto

Tutti in assemblea permanente presso il deposito delle cure in viale dei mille. Il Prefetto precetta gli autisti che continuano la protesta. La Polizia municipale comunica che, nel secondo giorno di astensione da lavoro degli autisti dell’Ataf, la città non è bloccata e il traffico è sostenuto ma regolare.“La situazione è sotto controllo e il traffico è critico solo in viale Talenti dove da martedì scorso è chiuso il sottopasso per effettuare i lavori di ripristino necessari per il peggioramento delle condizioni statiche del muro di contenimento.

Oggi si registra traffico intenso come in un qualsiasi venerdì di dicembre”. Lo ha detto l’assessore alla mobilità Filippo Bonaccorsi a proposito della situazione della circolazione in città nel secondo giorno di astensione da lavoro degli autisti dell’Ataf ed aggiunge: “Siamo di fronte non ad uno sciopero ma a un vero e proprio ricatto. Violare le regole e tenere fermi i bus senza preavviso lasciando alle fermate cittadine e cittadini che hanno bisogno del mezzo pubblico per andare a scuola e a lavoro è una vera e propria vigliaccata.

Non si capisce proprio quali siano le rivendicazioni: non c’è un licenziato o un licenziamento in vista; non è stato tagliato un centesimo in busta paga. Si chiede di lavorare di più non di meno. In Italia c’è la fila di persone che farebbero di tutto per lavorare, figuriamoci per lavorare di più. È uno sciopero solo per regolare i conti interni al sindacato e con finalità politiche”. “Come Amministrazione abbiamo chiesto ai tassisti di mettere tutte le auto in strada e di applicare tariffe super scontate in questi giorni – continua l’assessore Bonaccorsi –.

Inoltre abbiamo chiesto alle aziende del trasporto extraurbano di far salire le persone in attesa alle fermate Ataf che si trovano lungo i percorsi dei loro mezzi. Anche la proprietà di Ataf in giornata annuncerà iniziative a tutela degli utenti del servizio pubblico ai quali siamo vicini e che devono sapere che faremo di tutto per tutelarli”. Cobas Comune di Firenze: "Ataf, nonostante decenni di mala gestione che ha prodotto debiti e poltrone, è ancora un punto fermo di questa città.

Una proprietà collettiva di tutti i cittadini. Una grande ricchezza comune che negli anni si è incrementata con accumulo di saperi e di professionalità. Ataf, quindi, come bene comune, un capitale sociale inestimabile a cui tutti i fiorentini, in particolare i ceti popolari: operai, pendolari, studenti, pensionati che in 65 anni di storia hanno contribuito a costruire, con la fiscalità generale e pagando abbonamenti e biglietti". "L’Attuale Giunta guidata dal Sindaco Renzi, addirittura in anticipo rispetto all’annunciato piano di liberalizzazioni del governo delle larghe intese, ha svenduto interamente ai privati, per 40 denari, questo immenso patrimonio pubblico.

Questo signore, che ha costruito il suo consenso con argomenti demagogici e populisti tipo “il nuovo che avanza” , “rinnovamento della vecchia classe politica con la rottamazione delle nomenclature” e altre sciocchezza di questo genere, riceve elogi solo dagli esponenti della destra più reazionaria dimostrandosi, come hanno scritto i lavoratori e le lavoratrici Ataf, “nemico di tutti i lavoratori”, a partire dai dipendenti comunali contro i quali, come è noto, ha scatenato una vera e propria guerra di classe. E sono proprio le potenti multinazionali del settore deputate ad appropriarsi di questa ricchezza sociale, pronte a spartirsi “l’osso” estraendo profitto attraverso l’unico modo possibile: compressione dei salari, smantellamento dei diritti e abbassamento della qualità dei servizi". "Apprezzo molto la decisione dell’azienda Ataf gestioni di rimborsare gli utenti abbonati per il mancato servizio".

È quanto afferma l'assessore alla mobilità Filippo Bonaccorsi dopo aver appreso la volontà dell'azienda del trasporto pubblico di procedere al rimborso ai possessori di abbonamenti per il disservizio di ieri e di oggi. “Ieri - sottolinea Bonaccorsi - sono infatti saltate le fasce protette e oggi lo sciopero è del tutto illegittimo e contro le leggi dello Stato. In questa vicenda è chiarissimo chi è dalla parte dei cittadini e chi no”. "Tra le varie iniziative intraprese dall’assessore Biagiotti per fronteggiare lo sciopero dell’ATAF, apprendo con soddisfazione che sono stati attivati anche gli Stewart che alla stazione di Santa Maria Novella raggruppano e indirizzano le persone sui taxi e per le varie destinazioni".

Lo ha sottolineato il consigliere del Pd Michele Pierguidi che ha aggiunto: " Già nel 2009 presentai in Consiglio comunale una mozione che richiedeva l’istituzione di un servizio di Stewart con funzione di accoglienza e prima informazione sui servizi e le tariffe offerte per il servizio pubblico non di linea (taxi ed n.c.c.), utile per i cittadini ed in primo luogo per i turisti ed i numerosi viaggiatori che arrivano a Firenze. Tra l’altro, questo servizio sarebbe anche utile per scoraggiare quegli operatori dei servizi non pubblici che lavorano al di fuori del rispetto delle regole amministrative e fiscali.

Mi auguro che la giusta iniziativa dell’assessore Biagiotti non sia limitata a questo momento di emergenza per la città, ma possa essere sviluppata e resa permanente per tutto l’anno" "Il mancato preavviso dello sciopero di oggi da parte dei dipendenti Ataf,unito al mancato rispetto delle fasce di garanzia di ieri, merita di essere stigmatizzato con forza". Così il consigliere del Pd Andrea Vannucci che aggiunge: "Massimo rispetto per chi decide di scioperare - ha detto Vannuccci- ,ma le regole fissate dalla legge vanno rispettate.

Altrimenti vengono meno le basi per vivere in una comunità,con la cittadinanza che spesso non comprende nemmeno i motivi della dimostrazione e ne subisce soltanto i disagi. La controparte dei lavoratori è l'azienda- ha concluso Vannucci-,non la gente comune che a sua volta deve andare a lavorare". “Il diritto allo sciopero non si tocca, ci mancherebbe altro, ma c’è un quadro di regole condivise da rispettare. Il settore del trasporto pubblico locale è una specie di polveriera in molte città, ma noi non vogliamo certo continuare a gestire bollettini quotidiani di disservizi, aziende al collasso, indegni di un Paese avanzato come l’Italia.

Oggi il rilancio è una priorità di Governo perché il quadro nazionale è drammatico: siamo il Paese europeo con la più elevata polverizzazione aziendale con 1.150 aziende quasi tutte comunali e per il 55% già tecnicamente fallite con bilanci dissestati, debiti, servizi a singhiozzo e commissariamenti. La contribuzione pubblica al settore è la più alta d’Europa e copre il 75% del fatturato, siamo detentori del terzo record europeo del parco mezzi circolante più obsoleto e fuori norma con 24.500 dei 51.500 bus fuorilegge per emissioni e con una vecchiaia di 12 anni, il doppio della media del continente.

In questo quadro disastroso aumenta la domanda di bus, metrò e treni e si salvano poche isole felici nel centro-nord, e tra queste Firenze, dove è iniziata un anno fa una positiva riorganizzazione che dà garanzie ai lavoratori e qualità del servizio ai cittadini, con una gestione sana e industriale e non come quelle clientelari a base di parentopoli e scandali modello Atac di Roma e non solo. Nessun lavoratore dell’azienda fiorentina è stato licenziato o messo alla porta dai nuovi gestori di Busitalia, holding Fs, che anzi hanno assunto in altre aziende del gruppo i 35 dipendenti con contratto a tempo determinato in scadenza che sarebbero tornati a spasso.

Nessuno ha perso un centesimo dello stipendio e non sono cambiate tutele e salari. La trattativa sull’integrativo può tranquillamente rientrare nei binari giusti della dinamica sindacale”. Così il Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Erasmo D'Angelis, con delega al trasporto pubblico locale, sullo sciopero Ataf a Firenze. “Da parte nostra - continua D'Angelis - non abbiamo alcuna intenzione di restare a contemplare il declino o difendere questo status quo, ma dobbiamo modernizzare per cogliere l'opportunità di poter occupare nel settore 465mila persone, come rileva uno studio di Cassa Depositi e Prestiti, rispetto ai 137mila di oggi.

I sindacati sono attori principali delle linee di riforma che stiamo mettendo a punto anche con Anci e Regioni e che presenterò ai rappresentanti dei lavoratori la prossima settimana. La verità è che in 5 mesi abbiamo fatto più che in 5 anni! Non solo aprendo un confronto positivo con Fs il cui primo esito è nell’impegno ad investire 3 miliardi nei prossimi 4 anni per i pendolari e i treni regionali, e nell’apertura del tavolo del rinnovo del contratto nazionale di lavoro scaduto dal 2007, ma garantendo in Legge di Stabilità certezze finanziarie e normative, di ripresa dell’investimento pubblico per il rinnovo dei bus passando da zero euro a 300 milioni, con la definizione dei costi standard come base per le gare regionali ad evidenza pubblica e incentivi alle aggregazioni aziendali". "Chi sciopera - aggiunge D'Angelis - non deve però ignorare che l’Italia dei Comuni è cambiata.

Dall’aprile 2011, con la modifica costituzionale, nessun ente locale può indebitarsi e il pareggio di bilancio rende impossibile gestire aziende importanti e coprire i deficit. Inutile farsi illusioni. Servono aziende che possono investire come fa oggi Ataf a Firenze acquistando per 23 milioni 100 nuovi bus ecologici, un terzo della flotta, e non facendo più spendere al Comune decine di milioni l’anno per ripianare i debiti, recuperati dalla fiscalità dei cittadini, ma versandogli 2,7 milioni l’anno per l’affitto dei depositi.

Vanno evitate le facili demagogie e le battaglie ideologiche perché chi sogna il ritorno alla municipalizzazione alla fine rischia di non difendere né i lavoratori né gli interessi pubblici e collettivi. Mettere a gara il servizio - conclude il Sottosegretario - non è privatizzare ma porre finalmente fine all’anomalia italiana senza regole che vede nello stesso ente locale sia il controllore che il controllato” Anche alla CTT di Pisa (dopo lo sciopero a oltranza nemmeno proclamato di giovedì, ma scattato dopo avere avuto la notizia di quello ATAF e che si è esteso anche in provincia, a Pontedera e a S.

Miniato) venerdì mattina alle 4,00 assemblea e presidio davanti al deposito di Ospedaletto, con lo sciopero che continuerà. Il M5S come accaduto a Genova si ripropone al fianco dei lavoratori: "Chiediamo all’amministrazione di intervenire a tutela dell’occupazione e delle garanzie contrattuali per i lavoratori ma soprattutto chiediamo che si riapra una discussione sul servizio di trasporto urbano. Dopo la privatizzazione decisa dalla Giunta Renzi, attuata dal Presidente Bonaccorsi oggi premiato con l’Assessorato con delega ai trasporti le condizioni di lavoro dei dipendenti sono andate sempre peggiorando, si sono registrati tagli strategici alle linee di servizio riducendo drasticamente la qualità generale del trasporto urbano.

Che il “Modello Renzi” sia un fallimento è ormai sotto gli occhi di tutti; la strategia è ormai chiara e inequivocabile, si affossano le aziende, si creano i presupposti per la loro privatizzazione, si svendono agli amici o agli amici degli amici con cui si hanno altri interessi, vedi attraversamento TAV e Ferrovie Italiane. Apprendiamo che questa mattina una delegazione dei lavoratori è stata convocata dal Prefetto, speriamo che con questo incontro si possa riaprire un tavolo di trattativa a tutela dell’occupazione e soprattutto a tutela del servizio di trasporto pubblico cittadino.

ATAF deve tornare patrimonio del Comune e dei suoi cittadini, per questo ci batteremo duramente contro le scelte liberiste del Sindaco Matteo Renzi". "Lo sciopero selvaggio dei dipendenti Ataf, oltre ad essere illegale, è davvero incomprensibile. Indipendentemente da come la si pensi sulla privatizzazione dell'azienda di trasporto locale, non ha alcun senso che ci si astenga dal lavoro per due giorni lasciando una buona parte (la piu' debole) della popolazione a piedi per protestare contro scelte effettuate un anno fa.

Peraltro, non ci risulta che ci siano stati licenziamenti, né che siano mancati i pagamenti delle 14 mensilità annuali. Mancherà invece la paga giornaliera a diversi utenti di questo servizio pubblico perché non avranno potuto raggiungere il proprio luogo di lavoro precario. Una cosa è certa: alla città e agli utenti questo sciopero non giova per niente. E se l'intento era quello di emulare i colleghi genovesi e attirare la simpatia dei cittadini, “a favore” dei quali si dice di scioperare mentre li si punisce ingiustamente e improvvisamente, l'iniziativa è a nostro avviso un fallimento totale. Se non vogliamo che a Firenze viga la legge della giungla, dove ogni categoria si sente in diritto di ledere gli altri cittadini per rivendicare le proprie ragioni, ci auguriamo che le istituzioni trovino la forza di fare quello che la legge impone, invece di perdonare bonariamente come sempre gli illeciti commessi" Pietro Yates Moretti, vicepresidente Aduc

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