Cassa integrazione, famiglie toscane rischiano di restare senza alcun reddito

Da mesi 35 mila lavoratori toscani non ricevono alcuna indennità, mentre per 22.800 lavoratori per cui sono partite le richieste di cassa integrazione in deroga rischiano di rimanere senza nulla

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 novembre 2013 15:39
Cassa integrazione, famiglie toscane rischiano di restare senza alcun reddito

Ancora non rifinanziata la cassa integrazione in deroga. Da mesi 35 mila lavoratori toscani non ricevono alcuna indennità, mentre per 22.800 lavoratori per cui sono partite le richieste di cassa integrazione in deroga rischiano di rimanere senza nulla. Colpite le aspettative dei soggetti piú deboli, sono a migliaia gli espulsi da imprese e fabbriche e costretti ad una insostenibile precarietà salariale e reddituale in un contesto di forte recessione economica e di impoverimento generale delle condizioni di vita.

Andrea Calò e Lorenzo Verdi: "Impressionante è la navigazione a vista da parte del Governo che in modo irresponsabile ignora questa grande sofferenza sociale e contribuisce all’aumento di ingiustizie e disparità. Mercoledì 6 novembre incontro tra le Regioni assessorati al lavoro con il governo. Rifondazione Comunista chiede al Presidente della Provincia di Firenze di riferire l’esito dell’incontro, quanti sono i lavoratori con la cassa integrazione in deroga che sono ancora in attesa di ricevere le mensilità specificando le zone geografiche di provenienza e i settori, quanti sono i lavoratori delle aziende in crisi che sono fuori dal sistema degli ammortizzatori, quante sono le altre richieste di cassa integrazione in deroga arrivate in quest’ultimo anno nella sola Provincia di Firenze e quanti sono i lavoratori nelle nostre aziende che hanno ancora da percepire gli arretrati della cassa integrazione". Domanda di attualità art.

39 del Regolamento del Consiglio Provinciale. La vicenda del rinvio dello stanziamento dei fondi per il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga peraltro senza che i precedenti 500 milioni (33 per la Toscana) siano ancora stati resi materialmente esigibili é gravissima. Da mesi 35 mila lavoratori toscani non ricevono alcuna indennità, mentre per 22.800 lavoratori per cui sono partite le richieste di cassa integrazione in deroga rischiano di rimanere senza nulla. A denunciarlo di nuovo è l’assessore regionale al lavoro nella sua veste di coordinatore degli assessori al lavoro della Conferenza delle Regioni. Ancora una volta si colpiscono le aspettative dei soggetti piú deboli, espulsi a migliaia da imprese e fabbriche e costretti ad una insostenibile precarietà salariale e reddituale in un contesto di forte recessione economica e di impoverimento generale delle condizioni di vita.

Impressionante è la navigazione a vista da parte del Governo che in modo irresponsabile ignora questa grande sofferenza sociale e contribuisce all’aumento di ingiustizie e disparità. Tutto ciò alla vigilia di un taglio dei fondi previsto dalla Legge Fornero che prevede per il prossimo biennio 1,7 miliardi dedicati a questo a ammortizzatore sociale che rappresentano 1/3 a voler essere ottimisti, del reale fabbisogno. Sull'assoluta incertezza sui tempi di assegnazione delle risorse già determinate dal Governo e soprattutto sulla copertura dei mesi della seconda parte dell’anno interviene anche la CGIL regionale che evidenzia “… un’assoluta irresponsabilità rispetto alla condizione reddituale di centinaia di migliaia di lavoratori in tutto il paese ( circa 20.000 in Toscana) rischia in prospettiva di aprire la strada ai licenziamenti di massa nelle piccole imprese.

Già in passato, di fronte alle incertezze sulla disponibilità delle risorse della cassa in deroga, in qualche occasione ci siamo trovati di fronte ad imprese che chiedevano ai lavoratori la sottoscrizione di intese con la rinuncia al salario o la sospensione a tempo indeterminato e senza retribuzione. E’ evidente che senza una parola chiara sul futuro, quelli che erano casi isolati poi rientrati, rischiano di diventare la prassi….” Infatti esorbitante è il numero di lavoratori di piccole aziende in difficoltà che in Toscana vive, sopravvive, appeso al filo degli ammortizzatori sociali: sono più di 60mila, ma- 59% di loro - parliamo di 35.800 persone da mesi attende a tasche vuote che arrivi l'indennità; o la mobilità o (e sono la maggior parte) la cassa integrazione in deroga.

Una vera e propria valanga di richieste. Da gennaio a ottobre alla Regione sono arrivate 18.358 domande di ammortizzatori sociali in deroga per 60.800 lavoratori. In questo quadro di forte incertezza il timore è che le aziende comincino a licenziare a raffica, senza nemmeno più chiedere gli ammortizzatori sociali. La CGIL regionale nuovamente precisa che “…già in passato, di fronte alle incertezze sulla disponibilità delle risorse della cassa in deroga, in qualche occasione ci siamo trovati di fronte ad imprese che chiedevano ai lavoratori la sottoscrizione di intese con la rinuncia al salario o la sospensione a tempo indeterminato e senza retribuzione.

È evidente che senza una parola chiara sul futuro, quelli che erano casi isolati poi rientrati, rischiano di diventare la prassi…”. La situazione rimane critica in tutta la Provincia di Firenze dove sono tantissimi i lavoratori con la cassa integrazione in deroga e dove la crisi non arresta i suoi sbocchi più drammatici. Come Rifondazione Comunista evidenziamo che il record negativo del tasso di disoccupazione dimostra ancora una volta come il lavoro che non c’è sia la prima, gravissima e urgente, emergenza nazionale: serve subito un piano pubblico per il lavoro, da finanziare tagliando le spese inutili, come la Tav e le spese militari (che sono rimaste invariate rispetto all’anno scorso), mettendo un tetto a pensioni e stipendi d’oro.

Va eliminata la controriforma Fornero che ha vergognosamente allungato l’età pensionabile e serve una tassa su grandi patrimoni e rendite. Il governo delle larghe intese pensa solo a stabilizzare sè stesso e ignora i milioni di disoccupati italiani, soprattutto tra i giovani, i lavoratori in cassa integrazione e quelli che a migliaia vengono espulsi da imprese dove gli ammortizzatori sociali sono inapplicabili. Un governo irresponsabile che sta portando il Paese alla rovina. Gli scriventi Consiglieri Provinciali di Rifondazione Comunista nel richiedere che il governo sblocchi senza alcun indugio i 500 milioni già assegnati alla cassa in deroga ma mai erogati e stabilizzi tutti i fondi necessari alla copertura per tutto l’anno, nel prendere atto che mercoledì 6 novembre l’Assessore Regionale al lavoro in qualità di coordinatore degli assessori regionali al lavoro, incontrerà il sottosegretario Carlo Dell’Aringa proprio in merito agli ammortizzatori sociali, fondi e risorse da assegnare nel ribadire che occorre senza alcun indugio approvare una seria riforma degli ammortizzatori che dia risposte alla inefficacia della deroga e che includa chi oggi è fuori dal sistema degli ammortizzatori, nel ritenere determinante che il Governo assicuri le risorse per il 2013 e metta in legge di stabilità quelle per il 2014 a fronte dell’aumento del disagio lavorativo, della precarizzazione salariale e occupazionale in drammatico aumento in tutti i territori chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente di riferire l’esito dell’incontro tra le Regioni e il Governo sul tema degli ammortizzatori sociali e il loro finanziamento, quanti sono i lavoratori con la cassa integrazione in deroga che sono ancora in attesa di ricevere le mensilità specificando le zone geografiche di provenienza e i settori, quanti sono i lavoratori delle aziende in crisi che sono fuori dal sistema degli ammortizzatori e quanti sono le richieste di cassa integrazione e mobilità in deroga che sono state sbloccate dalla Regione Toscana sul nostro territorio provinciale. Altresì chiediamo di sapere quante sono le altre richieste di cassa integrazione in deroga arrivate in quest’ultimo anno nella sola Provincia di Firenze e quanti sono i lavoratori nelle nostre aziende che hanno ancora da percepire gli arretrati della cassa integrazione. Infine chiediamo di sapere cosa intende fare l’Amministrazione Provinciale unitamente ai comuni colpiti dalla crisi per sostenere e tutelare quelle migliaia di lavoratori in stato di precarietà.

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