No Tav: Difendere il diritto al lavoro, ma facendo opere utili

Il Comitato NO TUNNEL TAV esprime tutta la sua solidarietà ai lavoratori Nodavia che rischiano di perdere il loro posto di lavoro

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 aprile 2013 15:31
No Tav: Difendere il diritto al lavoro, ma facendo opere utili

Il Comitato NO TUNNEL TAV esprime tutta la sua solidarietà ai lavoratori Nodavia che rischiano di perdere il loro posto di lavoro. Il tema del lavoro e del diritto al reddito è un tema fondamentale, soprattutto in questo momento in cui stiamo assistendo ad una ristrutturazione sistemica che distrugge milioni di posti di lavoro in Europa e soprattutto in Italia. Non dobbiamo però dimenticare che tutte le “grandi opere inutili” non sono la risposta giusta: creano pochissimi posti di lavoro, sono opere che richiedono un alto uso di capitali e poca mano d'opera. Tutti i principali economisti ormai, davanti al disastro economico in cui siamo e di cui queste opere sono concausa, sostengono che lavoro e ricchezza si producono con altri strumenti, come quelli legati al potenziamento del trasporto regionale e metropolitano.

Le opere necessarie al territorio creerebbero molti posti di lavoro, non solo nella fase di realizzazione, ma anche a opera ultimata, rimetterebbero in moto le piccole e medie imprese strangolate dalle condizioni dei subappalti imposti dai general contractor che si aggiudicano i “grandi cantieri inutili”. Continuare a difendere il sottoattraversamento di Firenze davanti a queste evidenze vuol dire prendere in giro i cittadini e soprattutto i lavoratori che rischiano di rimanere disoccupati. Oramai l'uso strumentale dei lavoratori è l'ultima arma rimasta in mano ai fautori dei questo folle progetto: corruzione, reati ambientali, collusioni con la Camorra, materiali scadenti, imprese inaffidabili e indebitate dovrebbero averlo definitivamente sepolto.

Ci si chiede come sia possibile, dopo quanto emerso dalla indagini della magistratura, che i maggiori partiti continuino ancora a pretendere che questa opera non venga cancellata e dimenticata. Suona anche stonata la difesa del progetto da parte del sindaco di Firenze Matteo Renzi che continua a sostenere che non si può tornare indietro perché ci sarebbero da pagare delle penali! Ma davvero Renzi pensa che delle imprese come quelle che escono dalle indagini della Magistratura possano essere così spudorate da chiedere compensazioni se non portano a fine questa opera? Fino a quando la politica toscana continuerà ad abusare dell'intelligenza dei cittadini e dei lavoratori?

Notizie correlate
In evidenza