Riforma Fornero e ingegneria toscana: finito il progetto? Lavoratori a casa

Sciopero nazionale. Preoccupazione in Toscana per il comparto informatico che opera prevalentemente a progetto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 febbraio 2013 14:07
Riforma Fornero e ingegneria toscana: finito il progetto? Lavoratori a casa

Engineering Ingegneria Informatica, una trentina di sedi in Italia, una di queste a Firenze dove sono impiegati circa 90 addetti che, con i suoi 6.400 dipendenti, è uno dei più grandi gruppi attivi in Italia nel settore della Information Technology, ha cominciato ad applicare la RIFORMA FORNERO per avviare la procedura di licenziamento di due persone assunte a tempo indeterminato, con la seguente motivazione: “a seguito della fine del progetto, la posizione occupata dal lavoratore è stata soppressa”. Questo tipo di azione intrapreso dall’Azienda può quindi essere applicato in qualsiasi momento e situazione. Nelle aziende informatiche la maggior parte delle persone lavorano su progetto e, una volta terminato l’attività, vengono allocati su altri progetti. E’ impensabile che in una Azienda di queste dimensioni non sia possibile riallocare due lavoratori. Anche nel caso venisse trovato un accordo, sia economico sia di trasferimento in altra sede, questo non sarebbe certo frutto di una libera scelta, ma condizionato dalla lettera di licenziamento che i lavoratori hanno ricevuto. A seguito di tutto ciò, tra i dipendenti si sta diffondendo una compresibile preoccupazione e quindi è iniziata una mobilitazione che ha portato ad indire lo sciopero a livello nazionale di 8 ore per venerdì 22 febbraio L’assessore regionale al lavoro e alle attività produttive ha ricevuto in Regione i rappresentanti della Provincia di Lucca, dei Comuni di Barga e San Marcello Pistoiese e i rappresentanti ai massimi livelli di KME Italy.

L’incontro è stato convocato per fare il punto sulla situazione del gruppo, che è il più grande produttore di rame in Italia e, di recente, ha annunciato di voler ridurre i propri organici. In Toscana, in particolare, gli esuberi potrebbero essere 180. L’assessore e le istituzioni hanno fatto presente all’azienda la necessità di trovare una soluzione per garantire la permanenza nel lungo periodo sul territorio toscano di questa importante realtà produttiva. L’assessore ha preso atto della dichiarazione dei vertici di KME che, nel corso dell’incontro, hanno espresso la volontà di restare in Italia e in Toscana.

Regione e istituzioni hanno quindi auspicato l’esito positivo della trattativa sindacale in corso, sottolineando che un’eventuale decisione di mantenere acceso il forno Asarco potrebbe essere considerata un concreto segnale della volontà dell’azienda di restare sul territorio e chiedendo, pertanto, ogni sforzo all’azienda in tale direzione. L’assessore ha annunciato infine la disponibilità della Regione a convocare nuovamente incontri a livello regionale qualora se ne presentasse la necessità.

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