Richard Ginori verso il bando di gara; torna l'ipotesi della Legge Guttuso

Si tratta delle legge che consente a un'azienda di pagare le imposte con beni di valore artistico

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 gennaio 2013 20:38
Richard Ginori verso il bando di gara; torna l'ipotesi della Legge Guttuso

Solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici di Richard Ginori 1735 ma anche soddisfazione per l’avvio dell’esercizio provvisorio e per il sostegno fornito dalle istituzioni, che consentirà all’azienda di partecipare a una delle più importanti fiere di settore. È quanto esprime l’ordine del giorno congiunto approvato oggi dal Consiglio comunale di Sesto Fiorentino all’unanimità. Sottoscritto dal sindaco e da tutti i capigruppo consiliari, l’odg auspica anche che il nuovo bando preveda, fra le condizioni essenziali, anche la massima tutela dell’occupazione e della continuità produttiva di Ginori a Sesto Fiorentino, nonché l’applicazione dei benefici della legge Guttuso.

"Solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici di Richard Ginori 1735 spa e alle loro famiglie- recita l'odg approvato in aula - che continuano a vivere sulla loro pelle le conseguenze drammatiche di una lunga ed insoluta crisi aziendale, le cui prospettive si sono aggravate a partire dal 3.01.2013 con la dichiarazione da parte del Tribunale di Firenze del fallimento dell’azienda". Le foze politiche dopo aver espresso "viva preoccupazione" per il futuro dell'azienda sia per quanto riguarda la salvaguardia dell’occupazione sia per la tutela della continuità industriale dell’azienda e della permanenza del marchio sul territorio di Sesto Fiorentino, chiedono che la nuova proprietà gestisca anche i beni museali e che grazie all'azione congiunta delle istituzioni l'azienda possa avvalersi della legge Guttuso, legge che consente di pagare le imposte con beni di valore artistico. Saranno dei periti incaricati dalla Soprintendenza dei Beni artistici a fare una valutazione.

L'ultima perizia condotta dall'azienda stessa avrebbe stimato il valore delle opere del Museo tra i 45 e i 50 milioni a fronte di un debito di circa 8,5 milioni con Agenzia delle Entrate, Equitalia e Inps .

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