Federalberghi: “Poche luci, molte ombre. Termale in ginocchio”

Paolo Corchia, Presidente di Federalberghi Toscana, illustra i dati dell’indagine previsionale a campione condotta sulle prossime festività natalizie

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 dicembre 2012 12:50
Federalberghi: “Poche luci, molte ombre. Termale in ginocchio”

Poche le luci, molte le ombre. E non è solo una metafora: le insegne di molte strutture resteranno davvero spente. L’indagine, a campione, condotta a livello regionale per valutare l’andamento del settore alberghiero nel corso delle prossime festività restituisce un quadro di forte ed allarmante difficoltà. Eccezion fatta per l’area montana che, grazie alle abbondanti nevicate, s’avvia al parziale recupero di quanto perso l’anno scorso, per Natale e Capodanno di quest’anno sul resto del territorio toscano gli alberghi registrano cali del flusso di italiani intorno al 6%, livelli di prenotazione e occupazione delle camere inferiori del 15% e stimano cali di fatturato intorno al 10% - 15%. Non solo, è anche difficile fare un raffronto rispondente: mediamente infatti, 4 strutture intervistate su 10 quest’anno optano per la chiusura, semplicemente perché - fra stangata IMU, costi degli adeguamenti strutturali e scelta quasi obbligata di lavorare a tariffe ribassate - per loro la spesa non vale la resa”. Così Paolo Corchia, Presidente di Federalberghi Toscana, commenta la prospettiva dei consumi turistici in Toscana per le prossime festività e dà voce alle preoccupazioni del settore: “Certamente rallegrano le ottime previsioni che ci vengono dagli alberghi della montagna dove pure non manca una fitta nebbia su quanto realmente si muoverà passate le feste, tuttavia resta alto l’allarme per quanto accade altrove: molte imprese sono già o stanno andando in stand-by e con esse i loro dipendenti.

Questo è un periodo che tradizionalmente vive di mercato italiano, ma è anche il momento delle tasse e dei bilanci: l’arresto del potere d’acquisto delle famiglie, la difficoltà e talora l’impossibilità di far fronte allo straordinario peso della fiscalità, i bassi margini di guadagno legati alla riduzione delle tariffe e soprattutto la stretta creditizia, stanno mettendo a rischio default molti operatori economici. Nelle città d’arte chi non ha deciso di tener chiuso e approfittare per far smaltire ferie al personale, confida negli stranieri e nel last-minute di Capodanno, che certo non attutiranno il calo di prenotazioni registrato rispetto a un anno fa”. “Ma il vero dramma – conclude Corchia - è quello delle località termali: a Montecatini gli alberghi aperti durante le feste saranno 3 e da soli assorbiranno le poche richieste di soggiorno.

A Chianciano la situazione è anche peggiore perché da un lato c’è la maggior distanza dalle città d’arte, dall’altro c’è il riscontro di una certa tenuta del flusso straniero per il fatto di essere diventati il dormitorio di Siena e di lavorare con i prezzi stracciati per star dietro ai gruppi d’acquisto online, che certo non compensa le perdite e non aiuta a far fronte ai problemi di bilancio”. Gli fa eco Simonetta Mencarelli, albergatrice da 3 generazioni e Presidente di Federalberghi Chianciano, che descrive così il clima che respira fra i colleghi: “Non è lontana la prospettiva di una Chianciano che vivrà solo di alberghi sotto i 25 posti letto, una tipologia ricettiva di certo non rispondente alle esigenze della domanda e all’investimento effettuato sulle terme pubbliche che arriveranno così a presentarsi sul mercato senza un adeguato supporto in termini di ricettività, ma anche di commercio e servizi , perché il numero della attività cessate continua a crescere.

E a crescere è anche la preoccupazione per i risvolti sociali di questa situazione: le garanzie richieste dal fronte bancario non gravano solo sulle dinamiche aziendali e occupazionali, ma anche sul piano personale perché l’imprenditore vive in tutta solitudine un momento di grave difficoltà psicologica e di forte senso di colpa tutto generazionale, per l’impossibilità di tenere in vita quanto ereditato” . I DATI ZONA PER ZONA MONTAGNA: Abetone Il 90% degli operatori intervistati registra overbooking per il periodo che va da Natale all’Epifania.

Nulle o quasi le prenotazioni sul periodo a seguire. CITTÀ D’ARTE Firenze. Dicembre in netta flessione rispetto all’anno scorso. Si prevedono cali di fatturato a partire dal 10%. Anche per quanto riguarda i flussi, per la maggior parte italiani, si stima un calo del 10%. Lucca. Situazione di sostanziale immobilità delle prenotazioni che a una settimana dal Natale si mostrano in calo del 30% rispetto allo stesso periodo dell’anno passato, con una pesante immobilità del mercato italiano ed una sostanziale tenuta del flusso degli stranieri.

Si applicano tariffe generalmente invariate o di poco inferiori a quelle del 2011 (dai 5 ai 6 € in meno), la scelta del soggiorno avviene nel 70% dei casi tramite booking online o offerta last minute e la durata media della permanenza si attesta su 1 – 2 notti, prevalentemente in formula il B&B. Pisa. Tradizionale periodo di bassa stagione e di chiusura per le strutture ricettive dell’area cittadina pisana, le festività natalizie di quest’anno hanno un quid in più: la chiusura non è sfruttata per lavori di ristrutturazione, ma è mirata al risparmio dei costi e al riassetto del personale.

Il tasso d’occupazione delle camere non arriva al 50%, le stime sul calo del fatturato si attestano mediamente al 10% con punte però del 30% legate al fortissimo ribasso dei prezzi (molte strutture di categoria elevata lavora con prezzi da 3 stelle). Si incrociano le dita per Capodanno, ma fino a marzo la movimentazione si attesterà su questi livelli. Siena. Flusso turistico italiano stazionario rispetto a 2011, tuttavia la maggior parte dei soggiorni prenotati è per la sola notte di San Silvestro, ovviamente attraverso i canali online nell’80% dei casi e tramite contatto diretto per la restante parte.

L’altra fetta di mercato, quello europeo, registra invece cali dal 10 al 20% e il conseguente abbassamento dei livelli di fatturato si attesta intorno al 30% - 40%. Gli operatori lavorano a tariffe ribassate nonostante concorrenzialità dell’offerta non si riesce a confermare prenotazioni per più di una notte. Recessione economica, carenze infrastrutturali e la non chiara e definita organizzazione di un evento di richiamo per la serata di Capodanno. TERMALE A Montecatini gli alberghi aperti in queste festività sono meno della metà di quelli dello scorso anno (meno di una decina) e assorbono da soli le poche richieste.

il calo delle prenotazioni è tale per cui non conviene aprire. A Chianciano più della metà degli alberghi resterà chiusa e grossa parte di loro lo è già dalla fine della stagione estiva. In generale si registra una discreta tenuta del flusso straniero proveniente da Siena, ma si lavora a tariffe fortemente ribassate dettate dalle dinamiche dei gruppi d’acquisto online, quindi con margini di resa bassi o nulli e comunque assolutamente insufficienti a far fronte alla pressione fiscale, a quella delle banche e in generale a compensare le spese sostenute per gli adeguamenti strutturali imposti dal nuovo regolamento sulle piscine e dalla normativa per la sicurezza antincendio. MARE In Versilia netta flessione rispetto all’anno scorso, le prenotazioni saranno concentrate nella notte di Capodanno, si registra poco movimento e tutto italiano. Nel Grossetano situazione critica per gli alberghi, messi in ginocchio dall’alluvione che ha colpito territori di diversi comuni quali Orbetello, Manciano, Magliana, Capalbio ma anche Pitigliano e Sorano.

Il turismo ha registrato un netto calo sia a livello di flussi turistici che di fatturato. All’ELBA pochissimi gli alberghi aperti. Non si registrano variazioni rilevanti rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

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