Sanità in Toscana: tagliare la spesa preoccupa ma bisogna agire in fretta

Giornata di consultazioni in commissione Sanità. Remaschi (Pd): “L’obiettivo è correggere la proposta di legge e lavorare sui provvedimenti attuativi, garantendo sacrifici uguali per tutti”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 dicembre 2012 18:44
Sanità in Toscana: tagliare la spesa preoccupa ma bisogna agire in fretta

Firenze – Giornata all’insegna delle consultazioni per la commissione Sanità e sicurezza sociale, presieduta da Marco Remaschi (Pd), sulle misure urgenti di razionalizzazione della spesa sanitaria. Il round di consultazioni si è svolto in due tempi, al mattino con le associazioni imprenditoriali e degli enti locali, le organizzazioni sindacali, i medici specialisti ambulatoriali e dell’emergenza-urgenza; nel pomeriggio con i direttori generali e sanitari delle Aziende e il Difensore civico regionale.

“Le vostre preoccupazioni sono anche le nostre; non solo per il quadro generale, ma anche perché dobbiamo varare una riorganizzazione pesante in tempi molto stretti e intendiamo adoperarci per dare un senso oggettivo alle integrazioni, tenendo conto delle segnalazioni che vengono dal territorio”. Parola del presidente della commissione. Non solo: “Il nostro lavoro non finisce con questa legge, che cercheremo di migliorare – ha assicurato Remaschi - ma continuerà nella fase successiva, attraverso un ampio coinvolgimento della commissione e del Consiglio regionale, in tutti quei provvedimenti che dovranno essere messi in campo, a difesa dei cittadini toscani, del personale medico e infermieristico, del volontariato”. Un appello ad “una razionalizzazione vera, non fatta di tagli lineari, ma di significativi recuperi di efficienza” è stato lanciato da Confindustria toscana, il cui direttore Sandro Bonaceto ha anche segnalato “una mancanza di chiarezza” nelle norme: “Siamo di fronte a disposizioni generiche – ha detto - che danno una copertura legislativa a future decisioni della Giunta”.

Una posizione condivisa dai rappresentanti dell’ospedalità privata che, con Maurizio De Scalzi, hanno espresso preoccupazioni sull’ulteriore taglio del 6/8% al settore ospedaliero, che si aggiunge a quanto previsto dalla spending review nazionale ed alle riduzioni sulla specialistica ambulatoriale. Il contenimento della spesa per il personale, secondo Rossella Bugiani (Cisl), è “una fuga in avanti grave”, perché è ancora aperto un confronto al tavolo di concertazione sul Piano integrato e sulla riduzione dei posti letto.

“Abbiamo seri dubbi che i tagli siano causati non dalla spending review nazionale, ma dai bilanci delle aziende sanitarie” ha aggiunto Giuseppe Scola (Uil). Al centro degli interventi di numerosi medici specialisti la ristrutturazione del dipartimento prevenzione, che vede messa da parte la prevenzione nutrizionale, e quella del dipartimento emergenza-urgenza, senza una definizione degli standard di risposta, in modo da rendere il servizio uniforme su tutto il territorio regionale. Un rilievo condiviso anche da Oreste Giuliani (Uncem), preoccupato per i territori montani, già in sofferenza per il trasporto sanitario e sociale.

A suo parere, inoltre, la soppressione delle Società della salute non deve mettere in difficoltà quei sindaci che già hanno avviato processi di integrazione. Nel pomeriggio la parola è passata ai direttori generali delle aziende, rappresentati a onor del vero dal direttore generale della Usl 2 di Lucca, Antonio D’Urso, che si è concentrato in particolare sull’emergenza urgenza, sulla razionalizzazione della rete ospedaliera, sulla specialistica ambulatoriale e sul bilancio preventivo annuale.

“Ero venuto più per ascoltare che per parlare – ha detto – mi sento un po’ addosso la croce di tutti gli altri direttori, ma ringrazio la Commissione per avermi dato la possibilità di intervenire”. Diversi i punti affrontati anche dal Difensore civico regionale, uno su tutti la chiarezza sui tagli: questi sono e questi devono rimanere, senza fughe in avanti. Le consultazioni si sono chiuse con delle riflessioni. “Stiamo facendo qualcosa di cui non abbiamo ben chiari tutti i termini – ha sottolineato il vicepresidente Stefano Mugnai (Pdl) – siamo davanti a consultazioni ‘farsesche’, con soggetti che hanno ricevuto la proposta di legge da pochi giorni; capisco le difficoltà, ma non può sfuggire che un provvedimento di tale portata debba essere approvato a tamburo battente: sono seriamente preoccupato”.

“Si tratta in sintesi di un riordino della sanità toscana, fatto in assenza di un Piano sanitario – commentano il Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai (PdL) ed i commissari Marco Carraresi (UDC) e Gian Luca Lazzeri (Più Toscana) – Piano peraltro sul quale si è discusso per oltre 2 anni, per rendersi poi conto che la bozza era già superata dalla realtà”. “I tempi stretti sono imposti dalla Giunta, ma anche la maggioranza ha le sue responsabilità perché ha permesso che questo fondamentale testo di legge fosse considerato un collegato alla finanziaria che verrà votata in Aula la settimana prossima – spiegano Mugnai, Carraresi e Lazzeri – La Commissione dovrà necessariamente esprimersi giovedì prossimo, e quindi si è cercato di organizzare al volo delle consultazioni.

Stamani sono stati invitati operatori, associazioni di categoria e sindacati, i quali unanimemente hanno fatto sentire il proprio grido di dolore sia per i contenuti della pdl, sia per non poter dare un contributo migliorativo serio stante i tempi così contingentati”. “Oggi era la volta dei direttori generali di Asl, Estav, Aziende Ospedaliere, Mayer, Ispo, Fondazione Monasterio... Ebbene non si è presentato nessuno, a parte il direttore dell’ASL di Lucca. Un direttore su 21 – tuonano i tre esponenti dell’opposizione – non ci sembra una media di cui vantarsi.

Possiamo immaginare le difficoltà dei 20 direttori generali a confrontarsi su un testo che hanno visto di sfuggita, o forse a ricevere le domande dei commissari! Ma come si fa ad approvare una legge che va a riformare il sistema sanitario senza neanche la parvenza di un minimo approfondimento adeguato alla portata del provvedimenti?”. “2 anni e mezzo per discutere il piano socio sanitario senza farne nulla – concludono Mugnai, Carraresi e Lazzeri – e ora in pochi giorni si pretende di imporre una riforma ancor più profonda.

Il tutto condito dalla clamorosa assenza di 20 direttori generali su 21 invitati dalla Commissione, ma certamente loro parlano direttamente con chi li ha nominati. A questo punto viene spontaneo chiedersi quale è il ruolo della commissione Sanità e del consiglio regionale in un procedimento sempre più farsesco”. “Abbiamo pochi giorni a disposizione e dobbiamo utilizzarli bene – ha rimarcato il presidente – I tempi dettati dall’agenda politica sono questi e il percorso è obbligato: l’obiettivo è quello di non guardare in faccia nessuno, correggere la proposta di legge, lavorare sui provvedimenti attuativi, garantire che i sacrifici siano uguali per tutti”, ha concluso Marco Remaschi.

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