Terre da scavo e TAV: nuovo monito al governo italiano da Bruxelles

La Commissione Europea sta già valutando il decreto Clini-Passera: il 6 ottobre entrerà dunque in vigore prematuramente?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 ottobre 2012 14:24
Terre da scavo e TAV: nuovo monito al governo italiano da Bruxelles

Dopo la risposta alla lettera dell’eurodeputato Andrea Zanoni, ecco arrivare un nuovo monito al governo italiano dal Commmissario europeo all’ambiente Janez Potočnik, alla vigilia dell’entrata in vigore del decreto Clini-Passera sulle terre e rocce da scavo. Con una nota datata 3 ottobre, Potočnik dà riscontro all’interrogazione con richiesta di risposta scritta formulata dalla presidente della Commissione Antimafia Europea Sonia Alfano. L’eurodeputata aveva sollevato la questione della sospetta incompatibilità fra il nuovo decreto ministeriale che regolamenta in Italia le procedure di smaltimento delle "terre e rocce da scavo" e la normativa comunitaria.

Una materia strategica nel panorama della tutela ambientale del Bel Paese, legata com’è alla realizzazione delle cosiddette "grandi opere", TAV in testa. “La denuncia dell'associazione Idra cui fa riferimento l'onorevole parlamentare – rileva Potočnik nella risposta all’interrogazione - è relativa ad un progetto di decreto ministeriale concernente l'utilizzazione delle terre e rocce da scavo nel contesto di lavori di costruzione e al modo in cui le autorità italiane tratteranno le terre da scavo relative ai progetti dei cantieri TAV che sono in procinto di essere avviati nell'area di Firenze”.

E aggiunge: “Il disegno di decreto prevede che, in determinate condizioni, i materiali da scavo siano considerati sottoprodotti e non rifiuti”. Dopo aver richiamato il timore, espresso dall’associazione Idra, che il regolamento italiano possa risultare in contrasto con la normativa ambientale dell’UE, Potočnik precisa: “I servizi della Commissione stanno attualmente valutando se il progetto di decreto sia compatibile, in particolare, con l'articolo 5 della direttiva 2008/98/CE sui rifiuti, che stabilisce le condizioni in base alle quali una sostanza o un oggetto può essere considerata/o come sottoprodotto.

Se la Commissione giungesse alla conclusione che il disegno di decreto, se adottato, risulterebbe in contrasto con la normativa ambientale dell'UE, intraprenderà le azioni necessarie per garantire che tale normativa sia correttamente recepita e attuata in Italia”. Il Commissario all’ambiente parla ancora di “disegno di decreto”, non ancora adottato. "Ignora forse - sottolinea Idra - che dal 6 ottobre quel provvedimento (Decreto 10 agosto 2012 n. 161) entra in vigore su tutto il territorio nazionale italiano.

A maggior ragione dunque la sua risposta alla presidente della Commissione Antimafia Europea suona come un monito al governo Monti, e una conferma al massimo livello dell’opportunità che non si dia esecuzione al decreto prima che la Commissione europea abbia avuto modo di pronunciarsi. L’associazione fiorentina è dunque grata al commissario Potočnik per la tempestiva sollecitudine con cui la CE si è fatta carico di questa materia, dimostrando quel senso di responsabilità politica che sembra purtroppo difettare, ancora una volta, nel nostro Paese. La partenza incauta dei lavori di scavo in assenza di certezze sui temini e sui costi per lo smaltimento delle quantità ciclopiche di terre da scavare per i due tunnel e la stazione sotterranea Alta Velocità di Firenze rischia di far affondare ulteriormente le casse dell’erario nazionale. Ma anche tutti gli altri “grandi scavi” previsti per i contestati interventi ferroviari e autostradali confermati dal Governo Monti, a partire dalla Torino-Lione e dal Terzo Valico fra Genova e Milano, potrebbero essere essere stoppati in corso d’opera.

Con effetti del tutto indesiderabili sull’impalcatura finanziaria e contrattuale dei progetti, sulla loro effettiva realizzabilità, sulla credibilità della spending review e delle politiche di rigore adottate dal governo".

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