Regioni, Rossi indica la linea toscana: ridurre stipendi e benefit

Il presidente della Regione Toscana è intervenuto a Radio Anch'io dove ha ribadito la ricetta per risparmiare sulle amministrazioni locali. A margine dell'accordo per la Lunigiana ha poi commentato le dimissioni ''tardive'' della presidente Polverini

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 settembre 2012 15:04
Regioni, Rossi indica la linea toscana: ridurre stipendi e benefit

“Bisogna distinguere il grano dal loglio, tra chi è onesto e chi no. C’è ancora la possibilità che i cittadini lo facciano se la politica reagisce, se non sta ferma, imbambolata, impaurita. Se nella politica gli onesti, che sono tanti nei vari schieramenti, reagiscono credo che cittadini sapranno distinguere. Il problema è la credibilità delle istituzioni. Se domani la mia proposta, per quanto modesta, fosse condivisa sono certo che verrebbe apprezzata da tanti cittadini”. E’ uno dei passaggi dell’intervista che il presidente Enrico Rossi ha rilasciato a Ruggero Po, conduttore della trasmissione “Radio anch’io” di Radio Rai 1, andata in onda questa mattina e dedicata al tema dello scandalo della Regione Lazio. Ecco la “modesta proposta” del presidente Rossi: “Siamo in situazione di emergenza democratica.

Il governo intervenga, di intesa con le Regioni e, lasciando per un momento da parte l’autonomia statutaria che è stata concessa, si assuma un provvedimento di riduzione dei costi della politica, trovando una serie di indicatori: stipendi dei presidenti, degli assessori, dei consiglieri, costi del funzionamento, benefit che vanno aboliti. Garantiamo che dalla Sicilia alla Valle d’Aosta stipendi e costi siano uguali per tutti e portati al livello più basso. Il mio ad esempio è di 6700 euro al mese, in qualche caso la metà di quello di altri presidenti.

Sarebbe un segnale importante”. “Accantonare le Regioni? Le Regioni sono importanti – ha proseguito il presidente Rossi rispondendo a una domanda – Si è cominciato a dire: la concertazione non serve, i comuni sono troppi, le province sono da abolire (e io sono d’accordo) ora anche le Regioni. Così torniamo allo stato preunitario, in cui comandava un sovrano, un granduca. La democrazia – ha concluso Rossi – ha bisogno di essere articolata”. “Consiglieri, tagliamoci lo stipendio”.

L’invito arriva dalla consigliera regionale Marina Staccioli (Gruppo Misto), che sta già lavorando ad una proposta di legge diretta a ridurre le indennità ai componenti del parlamentino toscano. “Siamo una delle regioni più virtuose sul fronte degli emolumenti per le cariche politiche – spiega Staccioli – ma credo che in un momento come questo i cittadini abbiano bisogno di qualcosa in più. Non possiamo più permetterci di stare a guardare beandoci di noi stessi perché finora abbiamo fatto bene i compiti e siamo stati più parsimoniosi di altri con le risorse pubbliche.

Gli sprechi ci sono anche qui, nella virtuosa Toscana. A partire dalla dotazione di personale e contributi economici assegnati ai gruppi consiliari. “Con il collega Dario Locci – ricorda Staccioli – abbiamo già presentato una proposta di legge per ridurre il personale in relazione agli effettivi componenti del gruppo. Non è accettabile che un gruppo consiliare che si svuota dei suoi consiglieri durante la legislatura mantenga l’organico per intero. Eppure è quel che è accaduto finora”. “Stiamo procedendo al ritmo di uno scandalo al giorno – continua la consigliera – tra feste con le ancelle e cene a base di ostriche, mentre i nostri elettori faticano ad arrivare alla fine del mese.

Abbiamo l’occasione per dimostrare in maniera incontrovertibile che la Toscana è differente – conclude Staccioli – approfittiamone”.

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