“Emotivi Anonimi”

La timidezza, l'amore e la dolcezza del cioccolato

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 dicembre 2011 13:10
“Emotivi  Anonimi”

La raffinatezza del cinema francese percorre talvolta i sentieri di un realismo magico prossimo alla fiaba. E' il caso del film “Emotivi Anonimi”, una commedia diretta da Jean-Pierre Améris e interpretata da Benoît Poelvoorde e Isabelle Carré. Angélique è una giovane cioccolataia timida e insicura. Rimasta senza lavoro, si rivolge a una piccola "Fabrique de Chocolat", dove viene subito assunta dal proprietario Jean-René, uomo apparentemente schivo e rigido, ma in verità affetto a sua volta da una timidezza patologica .

A causa di un'incomprensione, la cioccolataia Angélique viene assunta come responsabile delle vendite e, accettando passivamente la cosa, si trova costretta a combattere contro le sue difficoltà a comunicare per cercare di risollevare il declino della piccola azienda. Nel frattempo, il proprietario Jean-René si consulta col suo psichiatra e, per superare i propri imbarazzi, si impone il compito di invitare a cena una donna. La donna sarà la timidissima Angélique. Da questo spunto nascerà una storia d'amore che attraverso incomprensioni, fughe per timidezza, e gag abbastanza divertenti condurrà a un finale prevedibile.

La cioccolata è un elemento frequente nella cinematografia d'Oltralpe. Spesso questo dolce elemento regale un gusto favolistico alle commedie. Era successo col film “Chocolat” con Juliette Binoche e Johnny Depp, succede in qualche modo anche in “Emotivi Anonimi”, dove la cioccolata sembra rappresentare il bisogno d'amore dei due timidissimi protagonisti che proprio nel fabbricare cioccolatini troveranno la forza di incontrarsi. Il film è elegante, ben interpretato ma, moderatamente divertente.

E' un po' come una scatola di cioccolatini che desideriamo gustare, che apprezziamo ma che alla fine ci stuccano. La leggerezza di un certo cinema francese talvolta sconfina nell'inconsistenza. Per fortuna l'insostenibile leggerezza di “Emotivi Anonimi”è sorretta , nella modestia della sceneggiatura, dall'ottima interpretazione di Benoît Poelvoorde, ammirato di recente in “Niente da dichiarare” , e di Isabelle Carré, interprete del film “Il rifugio” di François Ozon.

Tra rossori, tic e goffaggini i due interpreti si muovono con bravura e senza cadere nel grottesco nella realtà di una Francia profonda e provinciale, dove il tempo sembra sospeso in una dimensione magica e fiabesca. E questa dimensione fiabesca è, forse, il tratto distintiv di “Emotivi Anonimi”, un film natalizio, adatto a tutti, e destinato presumibilmente a un buon successo di pubblico. Alessandro Lazzeri

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