Le strutture pubbliche toscane sono in grado di resistere a un evento sismico?

A seguito degli ultimi devastanti terremoti a livello mondiale, la Lega Nord Toscana, partendo da un’interrogazione presentata alla Provincia di Massa Carrara dal capogruppo Cesare Micheloni, ha presentato un’interrogazione a risposta scritta in Regione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 aprile 2011 15:30
Le strutture pubbliche toscane sono in grado di resistere a un evento sismico?

A seguito degli ultimi devastanti terremoti a livello mondiale (come in Giappone quest’anno) e a livello italiano (come in Abruzzo nel 2009 e in Umbria e Marche nel 1997), la Lega Nord Toscana, partendo da un’interrogazione presentata alla Provincia di Massa Carrara dal capogruppo Cesare Micheloni, ha presentato un’interrogazione a risposta scritta in Regione per sapere se le strutture pubbliche toscane siano davvero in grado di resistere a un evento sismico e se le relative verifiche siano condotte in ottemperanza all’articolo 2 comma 3 dell’ordinanza n° 3274 del 23 marzo 2003 del Presidente del Consiglio dei Ministri. «Questa ordinanza – spiega la vicecapogruppo Marina Staccioli, firmataria del documento insieme al capogruppo Antonio Gambetta Vianna e al consigliere Gian Luca Lazzeri – prevede che le opere strategiche per finalità di protezione civile e quelle suscettibili di conseguenze rilevanti in caso di collasso siano sottoposte a verifica a cura dei rispettivi proprietari». L’allegato 2 elenco B del dpcm del 21/10/2003 sancisce che, tra le categorie di edifici ed opere infrastrutturali che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso, ci sono anche “edifici pubblici o comunque destinati allo svolgimento di funzioni pubbliche nell’ambito delle quali siano normalmente presenti comunità di dimensioni significative, nonché edifici e strutture aperti al pubblico suscettibili di grande affollamento, il cui collasso può comportare gravi conseguenze in termini di vite umane”. «Tra queste – spiegano i consiglieri regionali leghisti – rientrano anche le scuole pubbliche e la verifica in tutte queste strutture è resa obbligatoria e, all’articolo 2 comma 2 dell’ordinanza, viene disposto che “la necessità d’adeguamento sismico degli edifici […] sarà tenuta in considerazione dalle Amministrazioni pubbliche”.

Le verifiche, ad esclusione degli edifici e delle opere progettate in base alle norme sismiche vigenti dopo il 1984, dovevano essere effettuate dai rispettivi proprietari entro il 31 dicembre 2010». Con circolare n. 31471 del 21/04/2010, relativa allo stato delle verifiche ed alle programmazioni future, il Capo Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, confermando il concetto dell’obbligatorietà delle verifiche sismiche, ha disposto che i proprietari o gli Enti gestori approntino le attività di adeguamento sismico nell’ambito dei propri piani triennali ed annuali. «Nella stessa circolare – riprende Staccioli –, il Dipartimento Nazionale ha indicato la necessità di effettuare almeno un censimento di tutte le opere che devono essere sottoposte a verifica e di programmare, contestualmente, con prospettive temporali realistiche il completamento delle verifiche di tutte le opere strategiche e rilevanti.

Ci sono, però, state delle difficoltà e con la Circolare n° 25499 del 07/10/2010, il Capo Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, con l’obiettivo di definire una programmazione nazionale che interessi tutte le amministrazioni coinvolte, ha richiesto, entro il predetto termine di fine 2010, almeno la conoscenza delle caratteristiche generali degli edifici e delle infrastrutture rientranti nelle categorie per le quali risulta obbligatoria l’attività di verifiche di vulnerabilità». E questo affinché si giunga “alla puntuale conoscenza – si legge nell’interrogazione – dello stato di rischio delle opere più importanti in caso di terremoto; ad effettuare un’efficace programmazione di interventi mirati e prioritari di mitigazione, che sfruttino al meglio le risorse disponibili; ad effettuare una stima, seppur di larga massima, delle esigenze economiche e del quadro temporale entro cui potranno essere soddisfatti gli interventi di mitigazione”. «Interroghiamo la Giunta Regionale – spiega Gambetta Vianna – per sapere quali siano gli edifici pubblici e le infrastrutture di proprietà regionale per le quali è obbligatoria l’attività di verifica di vulnerabilità.

La Regione ha eseguito queste verifiche? E, in caso affermativo, quali sono le risultanze di tali accertamenti? La Regione è a conoscenza se i vari Comuni e Province della Toscana hanno atteso a queste disposizioni?». Qualora la risposta fosse negativa, la Lega Nord si chiede «se, perlomeno, sia stato effettuato il censimento richiesto dalla Protezione Civile e se la Regione ha previsto le verifiche nei propri bilanci e quali siano i tempi previsti per portarle a termine».

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