Prestazioni di diagnostica ai privati: l’adeguamento delle tariffe necessario

Così il vicepresidente della Giunta regionale Federico Gelli ha risposto a un’interrogazione presentata dai consiglieri dei gruppi Fi-Pdl e An-Pdl

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 gennaio 2010 14:40
Prestazioni di diagnostica ai privati: l’adeguamento delle tariffe necessario

Firenze – Dopo aver proceduto a una riorganizzazione organizzativa del sistema sanitario regionale pubblico in materia di visite specialistiche e diagnostica strumentale per immagini, per ridurre le liste di attesa, è risultata evidente la necessità di rivedere e adeguare i livelli tariffari delle prestazioni erogate dagli istituti privati accreditati. Lo ha spiegato in aula il vicepresidente della Giunta regionale Federico Gelli, rispondendo a un’interrogazione presentata da numerosi consiglieri dei gruppi Fi-Pdl e An-Pdl e che vedeva come prima firmataria Anna Maria Celesti (Fi-Pdl).

Nell’interrogazione si chiedeva “come si intenda affrontare e risolvere nel rispetto del principio sancito costituzionalmente del diritto alla salute di ogni cittadino, il problema ormai da tempo presente in Toscana delle liste di attesa per le prestazioni della diagnostica per immagine, e attualmente aggravato dalla situazione che si è venuta a creare con i medici che operano presso gli istituti privati convenzionati”. Gelli ha spiegato che per diminuire le liste di attesa non si è operato solo con un puro incremento delle prestazioni, ma anche facendo ricorso all’innovazione tecnologica e promuovendo l’appropriatezza d’uso della tecnologia.

Ad esempio per le risonanze magnetiche dell’apparato muscolo-scheletrico (il 70% degli esami richiesti) si è deciso di utilizzare apparecchiatura a bassa intensità, che danno comunque buoni risultati, riservando quelle ad alta intensità ad altri esami, e questo “ha consentito a parità di budget di eseguire un numero maggiore di prestazioni da parte del sistema. A seguito della riduzione dei costi e di una maggior efficienza economica del sistema pubblico – ha detto ancora il vicepresidente – è risultata evidente la necessità di rivedere e adeguare i livelli tariffari delle prestazioni erogate dagli istituti privati accreditati.

La revisione è stata però fatta fermo restando il budget complessivo assegnato agli istituti convenzionati per la branca di radiologia, ed è stato ricontrattato, alzandolo, il numero delle prestazioni”. Di conseguenza, ha concluso Gelli, l’aumento delle prestazioni erogate a parità di budget, assieme alle altre misure adottate, “dovrebbe produrre una diminuzione dei tempi di attesa”. Insoddisfatta della risposta Anna Maria Celesti, la quale in primo luogo ha stigmatizzato l’assenza dell’assessore Enrico Rossi dall’aula consiliare.

“Enrico Rossi non dimentichi che è ancora assessore regionale alla Sanità, e che correttezza ed etica istituzionale vorrebbero che presenziasse alle sedute del Consiglio Regionale, svolgendo la sua legittima campagna elettorale fuori dagli impegni di aula” ha detto Celesti. Secondo la consigliera la revisione operata “disattende gli stessi principi stabiliti dai vari piani sanitari regionali che prevedono l’integrazione tra privato e pubblico a pari dignità nell’ottica di migliorare le risposte al bisogno di salute dei cittadini toscani”.

“A essere penalizzate – ha aggiunto Celesti - saranno ancora una volta le fasce più deboli della popolazione, quelle che meno possono e meno sanno, che vedranno annullate le loro prenotazioni e quindi dovranno ritornare dal loro medico curante per farsi prescrivere ancora una volta l’esame e infine iscriversi in una nuova lista d’attesa”. “Infine – ha concluso la consigliera – è opportuno ricordare che le tariffe in vigore riconosciute agli istituti convenzionati non subiscono ritocchi dal 1997, neanche per l’adeguamento al costo della vita”.

(cem)

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