L'informazione di garanzia ricevuta dagli amministratori che hanno affrontato e gestito la tragica alluvione del novembre 2023 è un atto a tutela degli stessi indagati. Alla magistratura il compito di fare tutti gli approfondimenti necessari.
La procura di Prato ha concluso le indagini a seguito dell’alluvione che ha colpito il territorio pratese e di Montemurlo. Nel disastro morirono due persone. Le ipotesi di reato: disastro e omicidio colposo. Gli indagati, innocenti fino a prova contraria, spiegheranno le loro ragioni. Nella consapevolezza che chi ricopre cariche amministrative elettive nell'Italia di oggi si assume responsabilità terrificanti.
L'impressione è che nella gestione dell'emergenza alcuni amministratori pubblici non abbiano fatto il massimo e che purtroppo, siano mancati anche nella prevenzione. È evidente che qualcosa non ha funzionato ed è altrettanto evidente, dopo oltre 15 mesi dalla drammatica alluvione, che in tutta la Toscana non ci si sia mossi in maniera differente.
Approfondimenti
È fondamentale fare luce su tutte le responsabilità e capire come siano stati spesi i finanziamenti dello Stato, ammesso che si stessero traducendo effettivamente in opere e manutenzione. A Prato gli inquirenti hanno operato -su indicazione della procura- con rigore e senza alcuna vena di giustizialismo. Percorrendo quei luoghi a piedi e parlando con la gente, per poi suffragare le ipotesi di reato con il parere dei consulenti del tribunale. Immaginabile che il procedimento penale sarà lungo e approfondito, con possibili ulteriori sviluppi.
Ma al momento, ciò che sorprende è che l'inchiesta di cui si ha notizia riguardi soltanto la Procura di Prato per i fatti relativi al territorio di competenza. Eppure il 2 e 3 novembre 2023 i corsi d'acqua sono tracimati anche nella piana fiorentina. Se le ipotesi di reato valutate a Prato hanno consistenza, ebbene anche in provincia di Firenze si dovrebbe analizzare il grado di prevenzione assicurato in quelle ore nel contrasto al rischio idrogeologico, oltre al ruolo svolto dalle amministrazioni locali, dalla protezione civile e dai consorzi di bonifica nella manutenzione degli argini. Ma ad oggi non c'è notizia di indagini in corso da parte della procura competente
L'alluvione è una ferita aperta che ha attraversato i confini amministrativi tra una provincia e l'altra. Sarebbe sorprendente se l'inchiesta si fermasse al casello di Prato Est. Da lì in poi la competenza è fiorentina. Nel rispetto del segreto istruttorio si dovrebbe garantire all'opinione pubblica la conferma che tra una procura e l'altra, su fatti di tale gravità non si possa cambiare approccio.