Legge elettorale: il dibattito in aula -1-

Respinto l’emendamento di Lupi, Petraglia e Montemagni per ridurre a cinquanta il numero dei consiglieri. Voto contrario di Pd, Pdl, Af, Ps e voto favorevole di Rc, PdCi, Verdi, Sd, gruppo Misto ed Udc.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 ottobre 2009 18:29
Legge elettorale: il dibattito in aula -1-

Con il voto contrario di Pd, FI-Pdl, An-PdL, Af, Ps ed il voto favorevole di Rc, PdCi, Verdi, Sd, gruppo Misto ed Udc, il Consiglio regionale ha respinto un emendamento alla proposta di legge statutaria per ridurre a cinquanta il numero dei consiglieri regionali. Nella proposta, all’esame dell’aula in seconda lettura, il numero dei consiglieri è stato fissato a cinquantatrè, fatti salvi gli effetti della legge elettorale. L’emendamento è stato presentato da Mario Lupi (Verdi), Alessia Petraglia (Sd) e Marco Montemagni (gruppo Misto). “Accanto alla riduzione a cinquanta consiglieri, vogliamo la possibilità di un voto di preferenza – ha dichiarato Mario Lupi, illustrando il testo – non ci piace un sistema presidenzialista, che prevede un listino di cinque componenti scelti dalle forze politiche ed assessori scelti dal presidente, senza alcuna possibilità per loro di tornare in Consiglio”. “Il numero dei consiglieri storico per la Toscana è di cinquanta – ha affermato Marco Montemagni - Capisco la destra, capisco molto meno il Pd che, a livello nazionale, non è d’accordo con l’introduzione di uno sbarramento al 4% proposto da Calderoli e Bianconi.

Autorevoli suoi esponenti si sono poi pronunciati a favore del voto di preferenza”. “Abbiamo fatto un patto con i cittadini, che prevedeva una legge elettorale migliore, con più libertà di scelta e più partecipazione” ha aggiunto Alessia Petraglia. A favore dell’emendamento si sono dichiarati i consiglieri del gruppo Udc. “L’accordo sciagurato di cinque anni fa ha screditato la Toscana in tutta Italia – ha osservato Giuseppe Del Carlo –. Dobbiamo azzerare l’inciucio e una legge elettorale vergognosa”.

“E’ un accordo profondamente antidemocratico – ha aggiunto Luca Paolo Titoni – gli assessori scelti dal presidente, se fossero consiglieri, avrebbero ben altra forza”. “E’ l’atto finale, ma non finalissimo – ha rilevato Marco Carraresi – l’aula dovrà occuparsi ancora della questione. All’inizio di legislatura ho presentato una proposta di legge, che ha il numero uno. La nostra non è una trovata dell’ultimo minuto”. Sul fronte opposto ha replicato il capogruppo di An-PdL, Roberto Benedetti.

“E’ il frutto di un accordo politico di altissimo livello istituzionale, che migliora la governabilità e la rappresentatività, semplifica il sistema e rafforza il bipolarismo – ha affermato - avevamo idee diverse, ad esempio su uno sbarramento più alto, ma non abbiamo alzato muri. Volevamo dare attuazione all’ordine del giorno del 27 giugno 2006”. “La riduzione del numero dei consiglieri non può essere pagata dai gruppi più piccoli – ha osservato Monica Sgherri, capogruppo di Rifondazione comunista – Non si può inventare una soglia solo per lasciare fuori qualcuno”. Il consigliere Fabio Roggiolani (Verdi) ha parlato di una “svolta micidiale del Pd, che sull’altare della riforma elettorale e della legge statutaria ha bruciato anni di lavoro comune”.

Per Bruna Giovannini (Sd) “la legge elettorale deve garantire rappresentatività alle donne ed ai territori“. (dp)

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