Quando Martini, Totaro e Renzi dicevano ognuno il contrario di adesso

Renzi e Martini a favore dei CPT; Totaro contrario. Erano queste le posizioni degli esponenti politici toscani meno di 10 anni fa. Oggi, per stare dietro ai propri rispettivi elettorati, hanno invertito le proprie posizioni.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 agosto 2009 20:25
Quando Martini, Totaro e Renzi dicevano ognuno il contrario di adesso

Renzi e Martini a favore dei CPT; Totaro contrario. Erano queste le posizioni degli esponenti politici toscani meno di 10 anni fa. Allora, l'oggetto del contendere era la paventata costruzione di un centro di dentezione immigrati (temporanea, of course) che si doveva fare a Signa. Oggi, per stare dietro ai propri rispettivi elettorati, Achille Totaro, Claudio Martini e Matteo Renzi hanno invertito le proprie posizioni rispetto alla questione dei centri di detenzione per gli immigrati. La questione è intrecciata e vediamo di chiarirla. Nel 2000 da più parti si propone la costruzione di un "centro immigrati" (oggi CIE, ieri CPT, la sostanza non cambia).

A favore della costruzione, in quel di Signa sono: Claudio Martini, appena eletto presidente della Regione; i DS regionali; Matteo Renzi; naturalmente, il Governo; il Polo delle Libertà toscano; il sindaco Paolo Bambagioni (PPI). Contrari: Achille Totaro, leader dell'estrema destra fiorentina; i DS locali, in primis il segretario provinciale Lorenzo Becattini. Naturalmente Totaro era contrario non in via di principio, ma diceva semplicemente che il centro immigrati non andava fatto a Signa. I popolari e i diessini, tranne i diessini locali, attraverso il progetto di Signa si dimostravano invece compatti nel sostenere i futuri CPT in quanto tali, e proprio sorprende rivedere oggi le posizioni di Martini e Renzi, cioè dell'attuale presidente della Santa Madre Regione e del cosiddetto "sindaco" di Firenze.

Nell'ottobre del 2000 fu solamente l'opposizione dei cittadini di Signa - secondo quel bizzarro processo, sconosciuto agli stessi Renzi, Totaro e Martini, e che dovrebbe chiamarsi ancora "democratico" - a scompaginare i piani dei politici che volevano costruire il centro. Furono i DS locali, che a Signa erano all'opposizione, e la destra a bloccare quel progetto, cui, oggi, il centrosinistra guarda inorridito (forse perchè al governo c'è di nuovo Berlusconi). Leggiamo da Repubblica dell'11 ottobre 2000, a firma Carratù-Vanni: "centro clandestini, il presidente del governo regionale Claudio Martini se la prende con i DS.

Con il suo partito che a Signa si è messo di traverso al Centro di Permanenza Temporaneo accarezzato dal sindaco Paolo Bambagioni. E anche il segretario provinciale del PPI Matteo Renzi se la prende con il "collega" dei DS Lorenzo Becattini. Ma neppure il Polo è unito: contro la linea ufficiale presentata ai vertici toscani, si schiera il consigliere regionale di An Achille Totaro. "Non c'è dubbio: a Signa si sono saldate la preoccupazione degli abitanti e un'agitazione politica a cui ha contribuito anche una parte dei DS locali.

E questo clima incandescente ha messo in difficoltà il sindaco Bambagioni", è quello che pensa il presidente Martini, che proprio dalla colonne di Repubblica aveva appena lodato il primo cittadino di Signa per la decisione di sostenere la scelta del centro nonostante le contestazioni. E così Martini non esita a puntare il dito contro gli stessi DS, oltrechè contro la destra: «Il comportamento del Polo e di Forza Italia dice mi lascia sgomento: ma come? In Regione ci sottopongono a un pressing continuo, perché si decida, perché il centro si faccia, e poi, a livello locale, eccoli lancia in resta contro ogni ipotesi.

Un caso per tutti: Totaro, che è venuto da me per dirmi, sia chiaro, il centro va fatto, ma da qualunque parte fuorchè in provincia di Firenze. Bel senso di responsabilità».(...)" Ma sentite (leggete) quanto era accanito Matteo Renzi nel sostenere la costruzione del CPT: "A Signa è accaduto che Asinello e soprattutto DS si sono dimenticati che c'è una legge nazionale, che c'è un presidente della Regione, perfino una coalizione" - accusa a nome del Ppi Matteo Renzi - che cavalcano demagogicamente l'onda della "ggente" per attaccare un sindaco colpevole di aver fatto una cosa di centrosinistra.

Il tutto in un silenzio assordante degli organismi provinciali dell'Asinello e degli stessi DS. Se ci fosse ancora la politica queste cose non accadrebbero". Un vero e proprio atto d'accusa nei confronti del «non intervento» del segretario metropolitano della Quercia Becattini. Che si difende così: «Ogni scelta alla fine si fa nel merito». Marco Bazzichi

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