Roberto Petrini processa gli economisti

"Le istituzioni più grandi tra le banche sia commerciali sia d'investimento sono sufficientemente capitalizzate per assorbire le perdite". Così il Fondo Monetario Internazionale nel settembre del 2007.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 luglio 2009 21:53
Roberto Petrini processa gli economisti

Gli economisti hanno molto potere e sono dappertutto: nel governo, nelle università, nelle banche, nei consigli di amministrazione delle aziende, ai vertici di istituzioni finanziarie internazionali (il Fondo monetario e la Banca centrale europea). Le loro verità non ammettono repliche, confortate da dati e sofisticati strumenti di analisi. Eppure fanno errori macroscopici e non sono stati capaci di prevedere la crisi. Com’è possibile? Adesso molti di loro sono sul banco degli imputati. "Processo agli economisti" (Chiarelettere editore, 13,60 euro) spiega perché e individua i maggiori capi d’imputazione, prima di tutto l’infatuazione per il dio Mercato. Un duro atto d’accusa verso una categoria che sembra aver perso il contatto con la realtà, i bisogni delle persone e la capacità di sognare.

È forse giunta l’ora dell’autocritica? In appendice: "Le dieci bugie degli economisti" e "La crisi e le ultime parole famose". L'autore Roberto Petrini, giornalista de la Repubblica, è specializzato in economia. Tra i suoi libri di analisi e denuncia, pubblicati da Laterza: "Il grande bluff. Perché non va l’economia di Berlusconi" (2002), "Il declino dell’Italia" (2004), "L’imbroglio fiscale" (2005), "L’economia della pigrizia" (2007). Ha studiato il filone laico-democratico e socialista-liberale dell’economia italiana: nel 1993 ha pubblicato in un’antologia gli scritti economici di Ernesto Rossi (Capitalismo inquinato, con una prefazione di Eugenio Scalfari).

Ha raccolto in due volumi le testimonianze biografiche e le storie intellettuali di Paolo Sylos Labini (Un paese a civiltà limitata, Laterza 2001) e Giorgio Fuà (Uomini e leader, Centro Calamandrei 2000).

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