Intervento dell'assessore all'urbanistica Biagi sull'inchiesta della magistratura

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 luglio 2008 13:30
Intervento dell'assessore all'urbanistica Biagi sull'inchiesta della magistratura

Ieri l'assessore all'urbanistica Gianni Biagi è intervenuto in consiglio comunale in merito alla risposta all'interrogazione sugli incarichi affidati dall'Amministrazione a Riccardo Bartoloni presentata dal consigliere di An-PDL Giovanni Donzelli. Ecco il testo dell'intervento.
«Con la presente comunicazione intendo chiarire, anche su sollecitazione della Conferenza dei capigruppo, la questione emersa nella scorsa settimana in merito agli incarichi conferiti all'arch. Bartoloni e ad una società di progettazione.

La vicenda, oltremodo spiacevole, solleva alcuni quesiti che provo ad elencare. Chi deve rispondere e a chi rispetto alle interrogazioni? Che cosa si deve intendere per collaborazione professionale svolta da un professionista nei confronti della pubblica amministrazione? Quali procedure si devono adottare in una situazione nella quale la "rete civica" consente a tutti di accedere agli atti della pubblica amministrazione. Quali sono i modi con i quali trattare questioni legate ad indagini della magistratura? Partiamo dal primo quesito.

Anzitutto, al di là della forma utilizzata nella risposta all'interrogazione 277 del consigliere Donzelli ( le parole "questa amministrazione" al posto di "questo assessorato" che deriva con ogni probabilità dal ripetere la formulazione della domanda nella risposta), è evidente che la risposta dell'assessorato di cui ho la delega si riferisce esclusivamente agli incarichi conferiti dagli uffici che vi fanno riferimento. Il presidente del consiglio comunale, facendo riscontro ad una mia lettera sull'argomento ha comunicato che saranno modificate le procedure di risposta alle interrogazioni.

Sono grato al presidente e al direttore dell'ufficio del consiglio per questo. Evidentemente si è riconosciuto che avevo ragione nel sostenere che pare assurdo che un singolo membro della giunta si debba accollare l'onere di una verifica a tutto campo degli atti dell'intera amministrazione comunale, dato che l'interrogazione era stata inviata solo al sottoscritto. E che non può che essere l'ufficio del consiglio a rispondere all'interrogante avendo avuto cura di acquisire le risposte dei diversi soggetti competenti, che naturalmente possono essere anche diversi dai soli assessori della giunta.

Questo penso possa essere un dato acquisito ma ritengo che potesse considerarsi anche in precedenza un dato ovvio e naturale. Passando al secondo quesito, desidero precisare che i dati forniti dai miei uffici e riportati nella risposta all'interrogazione 277 sono corretti. Infatti le collaborazioni incarichi e consulenze fornite dall'architetto in questione, nel settore di competenza degli uffici che fanno riferimento all'assessorato di cui ho la delega, riguardano esclusivamente le presenze come membro della commissione edilizia nominato direttamente dal consiglio comunale.

Lo stesso consiglio decise, con specifica votazione, la nomina dell'architetto, mentre prese semplicemente atto della designazione di un altro professionista quale membro della stessa commissione da parte dell'Ordine professionale. La questione può essere facilmente ricostruita anche dalla "forma" della delibera fornita ai consiglieri dove il nome dell'architetto in questione è evidentemente aggiunto dopo la votazione del consiglio e non compariva nella proposta di delibera inviata dalla giunta al consiglio.

Preciso che, come è noto la commissione edilizia è stata riformata già nello scorso mandato in sede di revisione del Regolamento Edilizio, e non vi compaiono più membri esterni ad eccezione di quelli esperti per il paesaggio in conformità alla legislazione di settore, ed anch'essi nominati dal consiglio comunale. Le altre attività svolte dall'architetto in questione al tempo della giunta Primicerio, e quelle che sta svolgendo in questa legislatura, non sono infatti svolte come consulente, collaboratore o per incarico dell'Amministrazione comunale di Firenze, ma in quanto designato dall'Ordine degli Architetti della provincia di Firenze a rappresentarlo in varie sedi.

La differenza non è solo formale ma sostanziale in quanto le attività svolte su incarico dell'Amministrazione presuppongono una autonomia di espressione e di valutazione degli argomenti trattati che non è data nel caso di designazione da parte dell'Ordine perché è del tutto evidente che le posizioni espresse in tale veste sono necessariamente mediate nell'ambito delle attività istituzionale dell'Ordine. Ordine che, vale la pena di ricordare, è un ente pubblico che riveste anche il ruolo di magistratura di secondo livello (cioè può comminare sanzioni ai propri iscritti) e che era stato, proprio per questo suo ruolo pubblico, chiamato a partecipare alle attività in questione.

Infatti l'allora giunta Primicerio decise di avvalersi, all'interno di una specifica commissione di lavoro coordinata dal dirigente dell'ufficio del Piano Regolatore, della collaborazione degli ordini professionali degli architetti, ingegneri e del collegio dei geometri per la revisione delle Norme di Attuazione del PRG. Questa attività si è svolta sulla base di una chiamata diretta da parte del Sindaco proprio in funzione del ruolo pubblico che gli Ordini e i Collegi professionali sono chiamati a svolgere per propria costituzione.

La stessa giunta municipale decise poi di estendere il lavoro della stessa commissione con delibera 4436/3767 del 31 ottobre 1996 anche alle attività di revisione del Regolamento edilizio. Nella parte di motivazione della delibera si legge" Ritenuto di avvalersi anche della collaborazione degli Ordini professionali degli Architetti, degli Ingegneri nonché del Collegio dei Geometri e visto che rappresentanti di tali Ordini hanno già, con risultati positivi, collaborato con l'Amministrazione comunale per il lavoro di un testo integrato delle NTA redatto in fase di controdeduzioni alle osservazioni di PRG adottato...." mentre nella parte deliberativa si legge "di stabilire che il gruppo sia formato da......omissis ....

ed inoltre dai professionisti che, indicati dagli ordini, hanno a suo tempo partecipato al lavoro inerente la normativa di PRG in fase di controdeduzione.......". E' quindi assolutamente evidente che la collaborazione, incarico o consulenza non veniva svolta dai singoli professionisti in quanto tali ma in quanto designati (indicati) dai rispettivi ordini ed è altrettanto chiaro che essi in questa veste hanno agito con le limitazioni conseguenti, e già ricordate, alla loro specifica autonomia di espressione derivante dalla necessità di concordare le posizioni espresse sui singoli argomenti con le strutture dell'ordine designante.

D'altra parte lo stesso consigliere Donzelli pare riconoscere questa sostanziale distinzione quando non cita, fra le eventuali omissioni che sarebbero state commesse nel rispondere all'interrogazione, la partecipazione dell'architetto in questione ai lavori della Conferenza Permanente istituita dal consiglio sulla base dell'art.23/bis del Regolamento Edilizio, alla quale partecipano tutti i consiglieri della commissione consiliare urbanistica della quale il Donzelli è, come è noto, addirittura il vicepresidente e quindi in grado di apprezzare pienamente la qualità (nel senso della qualificazione a partecipare) e la competenza dei soggetti che partecipano ai lavori di detta conferenza permanente.

Vale ricordare che il regolamento approvato con la delibera 78 del 2007, peraltro approvato all'unanimità dal consiglio comunale, assegna alla conferenza permanente compiti molto importanti che vanno addirittura oltre quelli della delibera della giunta Primicerio in quanto vi possono essere sottoposti gli stessi atti deliberativi inerenti l'adozione ed approvazione del Piano Strutturale e del Regolamento urbanistico.Anche su questo secondo punto quindi è palese la correttezza delle affermazioni contenute nella risposta.

In merito al terzo quesito, intendo qui sollevare una questione attinente all'economicità ed efficacia dei lavori del consiglio comunale e della Amministrazione comunale in genere. L'unico incarico specifico in campo urbanistico affidato dall'Amministrazione comunale all'architetto in questione è quindi quello di partecipare ai lavori, retribuiti, della commissione edilizia. Ma questo incarico non è stato dato dalla giunta o da qualche dirigente dell'Amministrazione ma dal Consiglio stesso cioè proprio da quell'organo che ora chiede al Sindaco di essere informato.

Ritengo che sarebbe opportuna una riflessione in proposito. Infine il quarto quesito, segnalo una questione delicata sulla quale voglio solo esprimere alcune riflessioni. Come è noto l'informazione di garanzia è emessa per consentire all'indagato di organizzare le proprie difese rispetto alle accuse mosse dal PM che peraltro continua ad indagare. In questa situazione è mia ferma convinzione che rendere pubbliche le ulteriori attività di indagine svolte dalla magistratura costituisca un duplice danno.

Un danno alle stesse ulteriori indagini perché si rischia di mettere a conoscenza dell'indagato, e di altri eventuali interessati, attività degli inquirenti che non dovrebbero essere pubbliche. Un danno all'indagato stesso, che è evidentemente innocente fino alla eventuale definitiva condanna, che vede esposta mediaticamente la propria posizione in assenza di attività ulteriori opponibili alla pubblica accusa. E' per questo che io fornirò i dati richiesti al consigliere Donzelli ricordandogli gli obblighi di cui all'art 23 dello statuto del Consiglio comunale e sperando che egli si voglia attenere a quanto da questo articolo stabilito in merito al segreto d'ufficio, peraltro esplicitamente richiamato all'art.

43, comma 2, del Testo unico sugli Enti Locali (D.Lgs n.267/2000.) ».
Questa relazione è stata inviata oggi al Prefetto di Firenze, al Sindaco e agli altri membri della giunta municipale.

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