Pit: una serie di incontri sul nuovo strumento regionale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 settembre 2007 18:33
Pit: una serie di incontri sul nuovo strumento regionale

Firenze- Erano più di cinquecento, fra amministratori, professionisti, operatori, cittadini, nella sala dell’Auditorium del Consiglio regionale per partecipare al primo seminario sul Piano di indirizzo territoriale “La messa in opera del Pit”.
“Il numero di presenze a questo incontro è il segnale della voglia che c’è di misurarsi su un documento serio. E il Pit è un documento serio. Credo comunque che in pochi luoghi in Italia come qui in Toscana ci sia una tale intensità di dibattito sulle scelte urbanistiche”.

Lo ha detto il presidente Claudio Martini nell’intervento che ha chiuso i lavori della mattinata. Tre i punti su cui il presidente si è soffermato: la partecipazione, la necessità di un forte impegno culturale su questi temi e l’intreccio tra questione urbanistica e andamento dell’economia.
“Sul primo punto: adesso che il Pit entra nella fase concreta – ha precisato Martini – dobbiamo garantire il massimo della partecipazione. Certo, a chi ci dice ‘attenzione ai comitati, non prendeteli di punta’, rispondo: chi ha preso di punta chi in questi ultimi mesi? Sono state le istituzioni a rivolgersi in modo aggressivo e poco rispettoso ai comitati? O viceversa? Da un anno a questa parte siamo stati i destinatari di un’offensiva nella quale la Toscana è diventata un problema nazionale.

A questo arcipelago di associazioni ho proposto qualcosa che va oltre il confronto, cioè un’alleanza in nome di quel dialogo basato sull’intreccio tra interesse generali e particolari, tra discussione e decisione, fra democrazia partecipativa e rappresentativa.
“Sul secondo punto: il governo del territorio Su questo, accanto al dibattito istituzionale, è bene che cresca una presenza dell’università, dell’impresa, dei professionisti, con il mondo del lavoro, capace di innalzare il livello di cultura e di consapevolezza.

Anche noi possiamo lasciare ai nostri figli e nipoti qualcosa di bello e di significativo”.
Ultimo punto il rapporto con l’economia. “Dopo una ripresa discreta - ha sottolineato il presidente Martini - siamo alla vigilia di un nuovo periodo preoccupante in cui la Toscana inevitabilmente risentirà della crisi finanziaria dei mercati internazionali e della bolla immobiliare Usa. Allora il territorio come entra in questo scenario? Come un vagone trainato da altri o come una locomotiva? Nel doppio binomio tutela-qualità e salvaguardia-dinamismo, che sono i nostri obiettivi, il territorio si pone come fattore di sviluppo.

Per realizzare questo obiettivo anche le politiche urbanistiche devono dare il loro contributo”.
“La Toscana non è l’Arcadia. Non è terra del buon riposo né terra di museificazione. La Toscana è e vuole essere una regione di produttori moderni”. L’assessore regionale al territorio Riccardo Conti ha inaugurato così la nuova fase in cui è entrato ufficialmente oggi il Pit. “Iniziamo insieme a scrivere i capitoli di un Pit che non è un piano calato dall’alto, ma scaturisce da un patto tra Regione, autonomie, categorie economiche e sociali – ha proseguito - E la giornata di oggi lo dimostra.

Adesso si dà l’avvio a un lavoro che sarà il più corale possibile”. Tre le parole d’ordine della nuova fase: cultura, lavoro e impresa. “Sono queste – ha concluso Conti - le parole della Toscana capace”.
Soggetti e strumenti per la gestione del Piano di indirizzo territoriale toscano (Pit) sono stati al centro della seconda sessione del convegno “La messa in opera del Pit”, presieduta da Virgilio Simonti, vicepresidente della commissione Territorio e Ambiente del Consiglio regionale della Toscana: “Dopo la discussione di carattere più generale sugli obiettivi, gli indirizzi e il quadro di riferimento - ha detto Simonti aprendo la discussione - è arrivato il momento di entrare più nel merito degli aspetti gestionali, dando indicazioni sugli strumenti e le condizioni attraverso i quali avviare i processi di pianificazione territoriale a tutti i soggetti pubblici e privati che avranno il compito o l’onere di intervenire senza organismi sovra ordinati né logiche sovra gerarchiche”.

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