Piazza delle lingue d'Europa: gli esperantisti italiani plaudono all'iniziativa dell'Accademia della Crusca.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 luglio 2007 00:12
Piazza delle lingue d'Europa: gli esperantisti italiani plaudono all'iniziativa dell'Accademia della Crusca.

(Firenze,1 luglio) Il 3 luglio prossimo a Firenze lo spiazzo davanti alla Villa Medicea di Castello, sede dell'Accademia della Crusca, assumerà il nome Piazza delle lingue d'Europa alla presenza del presidente della Crusca, professor Francesco Sabatini e del sindaco Leonardo Domenici. L'inaugurazione della piazza e' la concretizzazione in un oggetto dell'azione dell'Accademia in questi anni per dare il dovuto riconoscimento a tutte le lingue europee "Il multilinguismo è un bene comune di tutti i popoli d'Europa .

. . la ricchezza culturale dei popoli e' legata alla sopravvivenza e al continuo rinnovamento delle lingue madri" - ha dichiarato di recente il professor Sabatini. Mentre la tendenza a Bruxelles è quella di ridurre progressivamente l'uso delle lingue nei consessi politici europei a vantaggio prima di tutto dell'inglese, e per ora anche delle altre due lingue ufficiali, francese e tedesco, gli esperantisti italiani plaudono alla coraggiosa iniziativa della nostra Accademia, che vuol contribuire a ristabilire il giusto equilibrio tra la lingue e le culture europee, equilibrio che e' proprio delle dichiarazioni solenni dei trattati europei e che viene sempre più disatteso in pratica a vantaggio delle lingue più forti. Il movimento per la lingua internazionale esperanto da sempre si e' espresso a favore del valore inalienabile delle lingue madri, che possono trovare una protezione efficace solo se si ricorre per le necessità di comunicazione internazionale ad una lingua neutrale, non appartenente ad alcun popolo e, per ciò stesso, non "divoratrice" di altre lingue.

L'esperanto per la sua neutralità e facilità e' lo strumento ideale anche per l'Europa attuale che deve da una parte continuare ad affermare il principio che tutte le lingue d'Europa sono patrimonio comune di tutti i cittadini europei e dall'altra mettere tutti in grado di comunicare su un piede di parità.

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