Cambia il Codice del commercio che si adegua al “Bersani bis”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 maggio 2007 00:14
Cambia il Codice del commercio che si adegua al “Bersani bis”

Firenze - Con il voto favorevole dei gruppi di maggioranza e di Rifondazione comunista ed il voto di astensione dei gruppi del centrodestra, il Consiglio regionale ha approvato ieri le modifiche al Codice del commercio.
"Tutto è bene quel che finisce abbastanza bene". Così il vicepresidente della commissione Attività produttive ha sintetizzato il lavoro svolto sul testo presentato dalla Giunta regionale. In particolare, il consigliere di Forza Italia, annunciando il voto di astensione del gruppo, ha sottolineato come quel testo contenesse alcune possibilità di intervento molto invasivo da parte dei Comuni sulle scelte imprenditoriali e sul rischio di impresa, come l’allestimento interno dei locali, gli arredi o il numero dei tavoli.

Previsioni che, a suo parere, entravano in rotta di collisione con gli intenti di liberalizzazione e di semplificazione.
Voto favorevole, invece, da parte dei Comunisti italiani, annunciato dal componente la commissione Attività produttive, che ha sottolineato come la legge introduca elementi di liberalizzazione, ma mantenga un ruolo di programmazione a sostegno della rete commerciale esistente, specie nei centri storici. I Comuni possono, infatti, far valere le specificità del territorio e nel territorio, con precisi disciplinari di qualità.

Il voto favorevole è stato confermato anche dal capogruppo, “pur turandosi il naso dieci volte”, vista la sua volontà “di non iscriversi al grande movimento liberale rincorso da tutti”.
Un giudizio positivo è stato espresso anche dalla presidente del gruppo di Rifondazione comunista. A suo parere, recependo le novità del decreto Bersani, non si rinuncia al ruolo di programmazione e si legge in chiave moderna il concetto di saturazione, legata alle specificità territoriali. La capogruppo ha invece manifestato qualche perplessità sul meccanismo del silenzio-assenso per le autorizzazioni, per altro già previsto dalla precedente normativa, in particolare per le grandi superfici di vendita.
Un’offerta di qualità e più tutela dei consumatori: sono questi gli obiettivi principali della legge sottolineati dal consigliere della Margherita, componente la commissione Attività produttive.

A suo giudizio, in sintonia con il percorso parlamentare, la legge punta ad assicurare più produttività al settore, introducendo parametri qualitativi per non creare un’offerta squilibrata, con una proliferazione indiscriminata e scadente, in particolare nei centri storici e nei piccoli borghi.
Secondo il capogruppo dei Verdi, con la legge si compie un buon passo avanti, all’insegna della qualità. In questa prospettiva, il consigliere ha auspicato che il regolamento di attuazione, specie per la grande distribuzione, dia precise indicazioni sull’uso delle energie alternative, ad esempio per la filiera del freddo.

Anche per il componente la commissione del gruppo Udc si è compiuto un buon passo avanti, coinvolgendo le associazioni di categoria, in particolare modificando le previsioni originarie sulle possibilità di intervento dei Comuni. Per questo, in attesa del regolamento di attuazione, ha annunciato il voto di astensione del gruppo.
Nonostante il giudizio negativo sul decreto Bersani, la consigliera di Alleanza nazionale componente la commissione ha annunciato il voto di astensione, invitando i Comuni a prestare più attenzione al piccolo commercio.

Un voto di astensione confermato dal capogruppo, che ha ricordato come nelle finalità della legge, su sua proposta, siano state espressamente dichiarate la semplificazione amministrativa, la qualità ed accessibilità dei servizi pubblici, anche se, in alcuni punti, la normativa è rimasta un po’ farraginosa. Più critico, invece, l’intervento di un altro consigliere di Alleanza nazionale, che ha rilevato come non siano previsti interventi sugli esercizi di vicinato. A suo parere, inoltre, non sono stati affrontati problemi importanti come il proliferare di paninoteche e birrerie nei centri storici, ad esempio in quello fiorentino.
L’assessore al Commercio ha sottolineato come la legge cerchi di adattare la legislazione nazionale ad un modello toscano “che c’è”, sostenendo la funzione sociale degli esercizi di vicinato, puntando alla qualificazione ed innovazione della media e grande distribuzione, fissando parametri certi per i Comuni, alla luce delle loro competenze in materia urbanistica.
Voto favorevole, infine, anche dal consigliere dello Sdi, nonostante alcune perplessità sull’efficacia e l’efficienza di alcune previsioni.

In questa prospettiva ha chiesto all’assessore di tenere aperto un canale di confronto con le associazioni di categoria.

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