Carcere: un nuovo accordo per tutelare il diritto alla salute

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 maggio 2007 15:36
Carcere: un nuovo accordo per tutelare il diritto alla salute

Il capogruppo dei Verdi in Consiglio provinciale Luca Ragazzo ha presentato una domanda d'attualità in merito a quanto previsto in materia di organici della scuola pubblica e agli effetti determinati sull’attività scolastica carceraria. Firenze Il protocollo di intesa siglato oggi dall’assessore per il diritto alla salute Enrico Rossi con il Provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria Maria Pia Giuffrida e il direttore del Centro giustizia minorile Toscane e Umbria Giuseppe Centomani rappresenta il primo passo per l’attuazione della Legge regionale 64/2005: “Con quella legge, prima e tuttora unica nel panorama nazionale – afferma l’assessore Rossi – abbiamo affermato che tutti i cittadini, liberi o detenuti, sono uguali davanti alla malattia e hanno diritto ad avere le stesse opportunità e prestazioni sanitarie assicurare dal Servizi Sanitario Regionale.

Da allora abbiamo lavorato per rendere tutto questo concreto nella realtà quotidiana del carcere e il protocollo firmato oggi ci fa compiere un ulteriore passo avanti per assicurare alle persone detenute l’esercizio vero del diritto alla salute”.
Il protocollo consente di intensificare l’impegno su problemi e progetti da tempo avviati: disagio psichico, assistenza farmaceutica, introduzione della cartella clinica informatizzata, realizzazione di aree di degenza dedicate negli ospedali del Servizio regionale, interventi sulla popolazione minorile detenuta.

Vengono individuati i reciproci impegni per migliorare lo stato di salute della popolazione carceraria e tracciate le procedure di collaborazione. In particolare vengono sottolineati il principio di continuità dei percorsi terapeutici, al momento di ingresso in carcere e anche durante gli eventuali spostamenti dei detenuti tra i diversi istituti penitenziari della regione, e il principio di partecipazione diretta dei detenuti alle attività di prevenzione, cura e riabilitazione, con interventi orientati al recupero del ruolo di cittadinanza e con il coinvolgimento delle associazioni del terzo settore.

Particolare attenzione viene posta alla garanzia dell’assistenza sanitaria negli istituti penitenziari e nell’istituto penale per i minori.
Tra le aree di intervento prioritarie sono individuate quella del Servizio per la tutela della salute mentale, le iniziative di sostegno all’assistenza sanitaria all’interno dell’Ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino e della Casa di Cura e Custodia Femminile di Sollicciano, iniziative per incrementare l’assistenza tecnico-infermieristica, il potenziamento del servizio medico di base, della continuità assistenziale e della specialistica, interventi per favorire la fornitura di protesi dentarie.


Per quando riguarda l’introduzione della cartella clinica informatizzata, dopo una fase sperimentale che ha coinvolti 5 degli istituti toscani, il sistema verrà esteso in tempi brevi a tutta la rete regionale, mentre sono in dirittura di arrivo anche le aree di degenza riservate negli ospedali di Careggi (Firenze) Prato e Livorno.
Si prevedono inoltre l’istituzione di un Osservatorio regionale sulla sanità penitenziaria e la riorganizzazione degli interventi in tema di prevenzione e assistenza ai tossicodipendenti.

Un Progetto Obiettivo consentirà la costruzione di un sistema definitivo di presa in carico regionale dell’assistenza sanitaria in carcere, che si potrà pienamente concretizzare però solo con il trasferimento alla Regione delle risorse necessarie e del personale attualmente in carico allo Stato. Ad oggi nei 19 istituti toscani sono presenti 3022 detenuti.

Il Consigliere, premesso che la situazione complessiva, a seguito di quanto previsto dalla finanziaria 2007, e dal successivo decreto governativo in materia di organici dei docenti della scuola pubblica, comporterebbe, per quanto riguarda la nostra regione, a fronte di un aumento previsto complessivo di circa nove mila alunni una diminuzione di circa duecentoquarantaquattro docenti.

Nella sola provincia di Firenze, ad esempio, a fronte di seicento alunni in più iscritti per il prossimo anno scolastico non si prevede alcun aumento di organico ma anzi sarà operata una riduzione che andrà a penalizzare territori dove l’offerta scolastica e formativa è qualitativamente significativa, a fronte di una popolazione scolastica in aumento, un crescente flusso migratorio e modelli organizzativi consolidati; considerato che questo comporterà, ad esempio, un forte aumento delle liste d’attesa per la scuola dell’infanzia, una considerevole crescita della media degli alunni per classe, anche in presenza di alunni diversamente abili, una riduzione significativa dei tempi scuola, la eliminazione di progetti e di interventi mirati a rispondere alle complessità sempre crescenti nella nostra regione come, ad esempio, quelle legate alla presenza di molti alunni stranieri; tenuto conto che, da quanto a nostra conoscenza, questo determinerebbe, tra gli altri effetti, un taglio di due posti nella scuola di base in carcere, di cui uno a Sollicciano e uno al minorile andando a colpire, tra l’altro, un settore come quello della scuola primaria che da sempre svolge un ruolo ampio e complesso garantendo una copertura didattico-educativa ad un numero sempre più ampio di detenuti; considerato, inoltre, l’importanza che l’attività scolastica ha assunto in questi anni all’interno delle strutture penitenziarie, riconosciuta anche dal nuovo regolamento carcerario che sancisce la centralità della scuola in tema di trattamento.

Dove la scuola rappresenta per il carcere, oltre ad un luogo privilegiato del trattamento riabilitativo, anche uno spazio d'incontro, prima di tutto per gli allievi reclusi e poi per qualsiasi associazione voglia incontrarli in spazi; tenuto conto che, tra l’altro, sono state già attivate forme di flessibilità modulare, già ora per scelta degli insegnanti si hanno quindici per classe, al posto del numero di un massimo di dieci previsto, consentendo così una maggiore elasticità nella gestione della complessità determinata dalla stessa struttura carceraria ( sezioni ordinarie maschili, sezione femminile, massima sicurezza ecc.); considerato però che non è possibile accorpare per motivi di sicurezza allievi che provengono da reparti diversi tra loro; considerato quindi che anche un solo insegnante in meno comporterebbe la perdita del servizio formativo per un reparto; tenuto conto, infine che le riduzioni di organico saranno conseguite, principalmente, dai direttori regionali attraverso strategie autonomamente determinate in funzione degli specifici bisogni del territorio di competenza e che questi, comunque, potranno operare con flessibilità nella fase di determinazione dell'organico di diritto e in quella dell'adeguamento di tale organico alle situazioni di fatto; condividendo l’iniziativa della Giunta regionale di intervenire in sede di coordinamento nazionale degli assessori regionali alla istruzione e formazione, previsto nei prossimi giorni, perché sia valutata concretamente la situazione che l’attuale decreto interministeriale comporterebbe sui vari territori regionali e si determinino, in tale sede, le condizioni di una modifica degli attuali tetti regionali si chiede alla Giunta provinciale se ha intenzione di intervenire, nell’ambito delle sue competenze e anche presso la direzione scolastica regionale toscana, per chiedere che in previsione di quanto sarà determinato nel coordinamento di cui sopra, sospenda la decisione prevista riguardo al taglio previsto nella scuola di base in carcere.

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