Empoli: un’area ad elevato benessere economico in “evidente” trasformazione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 dicembre 2006 21:56
Empoli: un’area ad elevato benessere economico in “evidente” trasformazione

La geografia economica della nostra regione sta cambiando. Il sistema metropolitano della Toscana centrale, lineare negli anni ’80, è oggi più complesso, ed ha Firenze al suo centro e si estende a 360°; in questa configurazione Empoli assume il duplice ruolo di componente occidentale del sistema metropolitano della Toscana centrale e di “porta” verso l’asse costiera. Una funzione di snodo fra i due sistemi più dinamici della regione che assegna ad Empoli compiti specifici.
Secondo l’analisi IRPET “Bisogni sociali, welfare locale e prospettive per il Comune di Empoli” la popolazione del Comune avrà una crescita, nel 2020, pari al 10,4%, superiore a Firenze (+3,5%) e al dato toscano (+3,5%), dovuta soprattutto alla componente migratoria, che aumenterà di 4.737 unità, passando dall’attuale 5,9% al 14,8% nel 2023.

In questo contesto aumenteranno leggermente i bambini fino ai 14 anni (+669 unità), ma soprattutto gli ultra45enni con un netto svantaggio dell’indice di ricambio lavorativo (-282 unità per i 20-34enni, ma +2.463 unità per i 50- 64enni). Il numero degli anziani subirà un generale incremento (+802 unità), anche se la forte crescita degli ultra75enni (+1.178 unità) sarà in parte mitigata dalla diminuzione del numero dei 65-74enni (-377 unità). La tendenza sarà ad aver un numero sempre maggiore di famiglie, con una dimensione media sempre minore, da 2,6 a 2,5 componenti; aumentano i nuclei unipersonali (dal 21,2% al 23,7%), spesso composti da over 65, e quelli composti da due persone, che passeranno dall’attuale 30,8% al 32% nel 2023.

Tutti questi mutamenti generano ovviamente forti ripercussioni sulla società, con un evidente crescita dei bisogni e aumento della domanda di servizi, con forti pressioni sulla sostenibilità dell’attuale modello di sviluppo economico e sociale. La crescita della partecipazione femminile al lavoro si traduce, per esempio, per l’Amministrazione locale nell’esigenza di fronteggiare la crescente domanda di servizi per l’infanzia. Oggi, ad Empoli la copertura di asili nido è di 22 posti ogni 100 bambini in età 0-2 anni; se il numero di bambini in quella fascia di età attesi al 2023 avrà un incremento del 4%, per ampliare l’offerta e garantire un tasso di copertura adeguato occorrerebbe prevedere un incremento di ben 150 posti rispetto alla attuale ricettività.

Inoltre, per effetto della sola componente demografica la popolazione non autosufficiente dovrebbe aumentare di circa il 23% raggiungendo così nel 2020 un valore intorno alle 1.230- 1.340 unità, con un conseguente aumento della spesa sociale, ed in generale maggiori trasferimenti di reddito e servizi alla persona, con un aumento della disuguaglianza di 2 punti percentuali e una caduta del benessere –letto come potere d’acquisto del reddito- di 2,5 punti, accompagnata da una forte competizione nell’accesso ai servizi (asili, case popolari, ecc.) tra immigrati ed autoctoni.
Il sistema economico che fa da sfondo a questo contesto è caratterizzato da un livello di presenza e di ruolo dell’industria fra i più elevati della Toscana.

L’attività manifatturiera -trainata dalla domanda esterna alla Toscana ed in gran parte anche all’Italia- è uno dei principali motori dell’area. La composizione settoriale prevalente è quella tipica del sistema moda (abbigliamento e lavorazione dei prodotti della pelle, calzature), anche se negli ultimi anni sta avanzando una più spiccata multisettorialità. Queste caratteristiche hanno garantito a questo territorio un elevato livello di benessere, anche se la crescita economica si è arrestata negli ultimi anni: il tasso medio annuo di variazione del Pil era negli anni ’70 pari al 3,4% (3,6% in Italia) e scende all’1,8% negli anni ’80 (2,2% in Italia), fino all’1,7% negli anni ’90 (1,6% in Italia).

Dal 1995 al 2004 il Circondario di Empoli ha registrato un tasso medio annuo di crescita reale pari all’1,2%, uno dei più bassi della Toscana. Tuttavia tale valore è il risultato di due opposti andamenti: una meno accentuata crescita (+1,5%) nel periodo (1995-2001) in cui il resto della Toscana cresce di più (2,5%); una meno evidente recessione nel periodo (2001-2004) in cui il resto della Toscana conosce una fase di quasi recessione. Un sistema economico locale specializzato nella realizzazione di produzioni tradizionali, quindi; elemento, questo, storicamente di forza, in quanto alla base dell’elevata capacità di penetrazione nei mercati esteri (vantaggio), ma al tempo stesso elemento che espone l’economia locale alle fluttuazioni del ciclo economico (svantaggio).

Sembra quindi corretto affermare che se le difficoltà di questi ultimi anni sono in una quota non trascurabile collegabili alle cattive performance dei settori tradizionali, è altrettanto vero che è proprio grazie alla specializzazione produttiva nei settori tradizionali che fino ad oggi quest’area si è collocata nel gruppo dei sistemi economici a più alto tenore di vita. In prospettiva va letta con favore la crescita di nuovi settori che si registra negli ultimi anni, anche in modo significativo.

Gli aumenti più vistosi riguardano l’ informatica e ricerca, le costruzioni, i mezzi di trasporto, l’intermediazione monetaria e finanziaria, le macchine elettriche e le apparecchiature ottiche, ma anche i servizi alla persona come alberghi e ristoranti. In generale molto forte è l’aumento del peso dei servizi, sia alla persona sia alle imprese. Un’area, dunque, sempre più, diversamente dal passato, polisettoriale nel settore manifatturiero e a più forte connotazione terziaria.

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