Conto terzi: a Prato sono rimasti in pochi a farlo

Redazione Nove da Firenze
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04 luglio 2006 15:26
Conto terzi: a Prato sono rimasti in pochi a farlo

PRATO – Sono le lavorazioni “storiche” che fanno parte del ciclo della filiera tessile. Da oggi hanno un nuovo presidente, deciso a rivendicare un peso maggiore per questa tipologia di imprese: si tratta di Andrea Belli, 56 anni, titolare dell’orditura GT 2000 e già presidente della categoria degli orditori di Confartigianato Imprese Prato. L’assemblea dei presidenti del contoterzi ne ha sancito ieri pomeriggio la nomina a presidente provinciale del conto terzi tessile – abbigliamento, mentre la carica di vicepresidente è stata assunta da Moreno Vignolini.



“Il mio obiettivo – annuncia Andrea Belli – sarà quello di dare alla categoria il giusto peso che merita all’interno della federazione moda. Gli artigiani del comparto moda conto terzi sono stati e continueranno a essere un soggetto economico importante nel ciclo della lavorazione completa del tessile, motivo per cui vorremmo ricevere maggiore considerazione all’interno del distretto”.

Tutela e valorizzazione del comparto sono l’imperativo anche del vicepresidente Vignolini: “Salvaguardare le ultime attività di produzioni del nostro distretto, quelle poche che stanno cercando di difendersi con le unghie e con i denti dalla crisi, diventa la nostra priorità.

Orditure, roccature, torciture, annodature, tessiture, filature cardate, maglieria e abbigliamento: non è certamente un momento felice queste tipologie di attività che, nel periodo a cavallo tra il maggio 2002 e il maggio 2006, hanno subito una perdita complessiva intorno al 25,62% (dati Confartigianato Imprese Prato).



“L’impressione è che ci sia tanto lavoro in giro – fa osservare Vignolini - ma la realtà è che le aziende terziste che raccolgono gli ordini sono rimaste in poche a lavorare e dunque quelle che restano sono capaci di assorbire tutto il lavoro”.

“Il vero problema – sottolinea Andrea Belli - è che molte di queste aziende non hanno una prospettiva di lavoro nel medio e lungo periodo. Dobbiamo lavorare per il futuro e fare fronte comune per impedire che si sfaldi l’impalcatura della filiera con tutte le conseguenze negative che si possono immaginare per il distretto”.

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