Artigiancredito: polemica tra Artigiancredito Toscano e Confartigianato Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 marzo 2006 19:56
Artigiancredito: polemica tra Artigiancredito Toscano e Confartigianato Firenze

Firenze, 24 Marzo 2006- Il 28 Marzo si concluderanno le assemblee Straordinarie per la fusione in Artigiancredito Toscano dei 18 Consorzi Fidi artigiani attivi in Toscana.
Il 27 marzo l’Assemblea dei soci di Confartigianato Imprese Firenze sarà chiamata a votare la fusione per incorporazione di Co.a.fi., il Consorzio Fidi dell’Associazione, in Artigiancredito, il costituendo colosso toscano dei fidi e dell’intermediazione finanziaria.
Se il progetto verrà approvato Co.a.fi. confluirà in Artigiancredito con quasi 9 milioni di euro, ovvero l’intero patrimonio del sistema associativo, “spogliando” così Confartigianato di ogni suo bene (sedi comprese).


“Sono ben consapevole di quanto sia importante che il nostro Consorzio confluisca in una struttura più ampia, così da essere sempre più competitivo ed offrire servizi in linea con gli standard elevati richiesti dall’entrata in vigore degli accordi di Basilea 2, ma la fusione, a queste condizioni, provocherà gravi danni all’Associazione” dichiara Ovidio Montecchi, Presidente di Confartigianato Imprese Firenze.
8.781 i milioni di euro che la Confartigianato di Firenze porterà in dote ad Artigiancredito.

Di contro 3.211 (Confartigianato) e 2.148 (Cna) per Prato, 1.729 (Confartigianato) e 1.028 (Cna) per Lucca, 1.331 (Cna) e 666 (Confartigianato) per Massa Carrara, 3.715 (Confartigianato+Cna) per Pistoia, 3.292 (Confartigianato+Cna) per Pisa, 2.166 (Confartigianato+Cna) per Siena, 2.143 (Confartigianato+Cna) per Livorno e 1.472 (Confartigianato+Cna) per Grosseto.
“Siamo secondi solo alla Cna di Firenze che, con un consorzio con il triplo dei soci del nostro, verserà solamente il doppio (15.273 milioni di euro) di quanto imputato a Confartigianato, ottenendo ciò che ha richiesto: VicePresidenza e Direzione di Artigiancredito.

Idem per la Confartigianato di Arezzo che, con Cna e 14.336 milioni, si è aggiudicata Presidenza e Vicedirezione. A noi le cariche non interessano, mentre il futuro dell’Associazione sì. Per questo abbiamo chiesto solamente di entrare con solo una parte del patrimonio tutelando il futuro di Confartigianato Imprese Firenze almeno con il riconoscimento della proprietà delle sedi (acquistate grazie al contributo degli imprenditori associati e al lavoro dei dipendenti) in cui rappresenta e tutela il mondo artigiano di Firenze e provincia dal lontano 1949.

Richiesta prima accolta, ma poi incomprensibilmente respinta” spiega Montecchi.
Una condotta di dubbio gusto come quella di allegare alla lettera di convocazione dell’assemblea comunicazioni, ove, fra l’altro, si solleva il dubbio che senza la fusione possono darsi rischi per gli affidamenti concessi, tanto più ove si consideri che in questo modo si indirizzano, seppur indirettamente, le intenzioni di voto.
Una storia vecchia come il mondo e forse anche scontata quando in gioco ci sono interessi così rilevanti, ma del tutto inaspettata per la Confartigianato di Firenze, un’associazione autonoma dagli equilibri politici locali, eppure partecipe a tutti i tavoli istituzionali per rappresentare le esigenze degli artigiani.

Così persuasa dagli ideali di tutela e sostegno alla piccola e media imprenditoria da favorire, anni or sono, proprio lo sviluppo (con personale, sedi e mezzi propri) di uno degli strumenti più utili per le aziende: il credito, aprendo i servizi anche ai non associati. Da qui la nascita e lo sviluppo di Co.a.fi. (Consorzio Artigianato Fiorentino) divenuto col tempo vero e proprio braccio economico-finanziario “da e per” Confartigianato.
Fino ad arrivare ad oggi, o meglio al prossimo domani quando, nel corso dell’Assemblea Co.a.fi., molti degli associati Confartigianato si troveranno a non avere voce in capitolo nel decidere il futuro dell’Associazione che hanno contributo a far crescere anche da un punto di vista economico.


“Si arriverà al paradosso per cui imprenditori del tutto estranei allo spirito associativo, o magari iscritti ad altre associazioni, potranno decidere del destino di Confartigianato. Ci appelliamo perciò alla Regione Toscana (concorre a Artigiancredito) facendo leva sullo spirito equo, plurale e democratico che la contraddistinguono affinché intervenga sulla questione tutelando l’artigianato, l’Associazione e i suoi dipendenti (a rischio una quarantina di posti di lavoro). Ma soprattutto chiamiamo a raccolta gli imprenditori invitandoli a partecipare all’Assemblea per esercitare il loro diritto di voto, così da opporsi ad un’operazione che potrebbe mettere a rischio la sopravvivenza di un’associazione di categoria storica.

Specifico inoltre che Co.a.fi. proseguirà la sua attività di agevolazione finanziaria tramite finanziamenti e affidamenti anche in caso di mancata fusione in Artigiancredito” conclude Montecchi.

Le 50 mila imprese associate al nuovo ACT avranno così un futuro nell’accesso al credito, grazie anche al sostegno della Regione Toscana all’operazione in corso.
Artigiancredito Toscano, da vari anni, rappresenta verso il sistema bancario e verso la Regione Toscana il mondo dei Confidi artigiani e delle piccole imprese della Toscana; Coafi, come tutti i Consorzi Fidi associati già oggi, prima della fusione, presta la propria garanzia esclusivamente con convenzioni bancarie stipulate da ACT.
Si può concludere che Coafi, pur essendo giuridicamente una società autonoma, è già oggi uno strumento operativo di ACT con il quale condivide attività e rischi.
Con la fusione i benefici per le imprese associate sono evidenti, in quanto faranno parte di un organismo che con l’operazione di fusione presenterà dimensioni e volumi di garanzie tali da ottenere l’iscrizione all’Albo degli Intermediari finanziari, con i seguenti vantaggi:
a) avere una forza contrattuale notevolmente superiore con le Banche per ottenere miglioramenti sulle attuali convenzioni e sviluppare nuovi servizi per le imprese che, senza l’iscrizione della società come intermediario finanziario, non possono essere effettuati;
b) con le nuove direttive di Basilea 2, solo le garanzie dei Confidi iscritti all’Albo degli intermediari finanziari, essendo equiparate a quelle bancarie, saranno riconosciute valide per ridurre il grado di rischio dell’impresa ed abbattere i costi per la banca.
Il comunicato stampa del Presidente di Confartigianato Imprese Firenze, Ovidio Montecchi, denuncia il possibile depauperamento del patrimonio dell’Associazione da lui presieduta a seguito dell’operazione di fusione.
Non comprendiamo, afferma il Presidente di Artigiancredito Roberto Nunziatini, tale posizione, perché il Coafi, il Consorzio Fidi costituito da Confartigianato Imprese Firenze nel 1974, è una cooperativa il cui patrimonio appartiene ai soci e non alla loro associazione di riferimento.
Il modello distributivo che verrà adottato dal nuovo Artigiancredito Toscano, messo appunto con il decisivo contributo delle Associazioni di Categoria che hanno incoraggiato la costituzione del Confidi regionale, continuerà a valorizzare i rapporti con gli uffici e le attività delle Associazioni di Categoria.

In evidenza