Servizi numerosi e pressione fiscale elevata

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 dicembre 2005 14:33
Servizi numerosi e pressione fiscale elevata

Firenze, 14 dicembre 2005- Questo sembra essere il ritratto della Toscana emerso oggi nel corso della presentazione del Rapporto 2005 “La finanza locale in Italia” realizzato da IRPET, ISAE ed IRES. Una regione con una forte tradizione di intervento nel campo sociale e, in generale, un orientamento spiccato alla presenza attiva delle amministrazioni locali nella fornitura di servizi alle famiglie e alle imprese. La spesa corrente dei Comuni toscani è infatti superiore quasi del 20% alla media nazionale (902 euro per ab.

contro i 769 della media italiana), e le entrate tributarie sono ugualmente più alte (432 contro 340 della media).
Tra il 1996 ed il 2004 si è assistito a livello nazionale ad un recupero del Sud, che si è così riavvicinato al Centro Nord. Qui alcune aree (Lombardia, Emilia) hanno reagito alle restrizioni centrali riducendo la spesa e mantenendo inalterata l’entrata, altre, come la Toscana, hanno invece mantenuto la spesa sui livelli raggiunti, anche accrescendo ulteriormente i livelli di pressione fiscale.

Oggi, che la normativa nazionale sul Patto di Stabilità Interno ha contratto i margini già esigui di libertà di manovra degli enti locali, ne hanno risentito più i Comuni delle Province che dispongono di tributi più dinamici rispetto all’ICI, limitata dalla stazionarietà dei valori catastali. Nonostante questo, l’autonomia tributaria dei Comuni toscani resta ancora superiore a quella media italiana (44% contro 41%), mentre per le province questo non si verifica per la notevole rilevanza delle funzioni delegate dalla Regione, che sono finanziate con trasferimenti ad hoc.

La pressione fiscale, invece, è molto più alta della media nazionale (+27%) di quanto sia l’autonomia, a causa del più alto livello di spesa che le imposte devono finanziare. E’ interessante notare che la Toscana non è ovviamente la sola ad avere pressione fiscale più alta della media (nella stessa situazione Lombardia, Emilia, Lazio etc..), ma ad un analisi approfondita, tenendo conto sia della capacità fiscale sia della dimensione dei comuni (quelli più grandi hanno un fabbisogno pro capite più alto di quelli medio-piccoli), i Comuni della nostra regione, insieme ai liguri, sono i soli che sembrano mostrare una effettiva, particolare “preferenza per l’intervento pubblico locale”, ovvero una preferenza degli amministratori ad un esteso intervento pubblico locale.

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