Vescovo di Pistoia: omosessualità e pedofilia uno squallido abbinamento negato dalle statistiche

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 luglio 2005 16:49
Vescovo di Pistoia: omosessualità e pedofilia uno squallido abbinamento negato dalle statistiche

21luglio 2005- Nella prima settimana di luglio Gabriele Fogli, assessore allo sport della Margherita, si era dimesso dalla Giunta di San Miniato (PI) protestando perché a sua insaputa una associazione aveva organizzato un raduno di 5 (!) vogatori omosessuali presso il bacino remiero del lago di Roffia. A suo dire tale manifestazione era incompatibile con "un luogo di proprietà dell'amministrazione comunale frequentato da giovani e da bambini". Il vescovo di Pistoia nella sua tirata d'orecchi ai consiglieri comunali "rei" di aver istituito un registro per le unioni civili, ha sostenuto che accettare le richieste di una minoranza come quella omosessuale equivale ad aprire le porte anche ad altre istanze: quelle dei pedofili, dei terroristi, dei mafiosi.
"Non commentiamo neppure la scelta di accomunare tutte queste categorie nell'unica bolgia infernale chiamata minoranze -commentano Antonio Bacchi, membro della direzione di Radicali Italiani, Marco Cecchi, presidente associazione LiberaPisa, Lorenzo Verdiani, segretario associazione Pistoia Radicale- notiamo però che quello dell'accostamento tra omosessualità e pedofilia è uno squallido tormentone che sembra molto diffuso in ambienti cattolici.

A tal proposito ricordiamo invece un dato statistico che può servire a fare chiarezza. In base ai dati ufficiali forniti dal CENSIS, su 100 violenze sessuali praticate ai danni dei bambini, 90 avvengono in famiglia, 8 da parte delle cosiddette figure di riferimento (insegnanti, religiosi, educatori) e solo 2 da parte di estranei, di persone sconosciute ai minori. Anche in Toscana non sono pochi i casi di parroci accusati di abusi sessuali contro minori, mentre negli Stati Uniti spicca il caso della Arcidiocesi di Boston che è stata costretta ad ipotecare la propria cattedrale per pagare 85 milioni di dollari di risarcimenti alle vittime minorenni di molestie sessuali".
“Ciò che emerge nel documento di monsignor Scatizzi, vescovo di Pistoia, è una posizione chiara sul fatto che le coppie gay non possono essere direttamente o indirettamente assimilate all’idea di famiglia.

Un concetto espresso più volte ed in svariate sedi anche dalla Margherita e che ci trova pienamente concordi. Un’opinione che lo stesso Romano Prodi ha ribadito questa mattina sulle pagine dei giornali”. Così l’On. Antonello Giacomelli, Coordinatore regionale Dl – La Margherita, commenta le dichiarazioni del vescovo di Pistoia rivolte al consiglio comunale della sua città che ha approvato la creazione di un registro delle unioni civili. “Non intendo, invece, commentare le argomentazioni espresse da monsignor Scatizzi – prosegue l’On.

Giacomelli -, non mi sento di sottoscriverle né di interpretarle. La posizione della Margherita è comunque chiara, e il Gruppo consiliare di Pistoia l’ha espressa in maniera molto incisiva ed adeguata non condividendo la mozione che porta al registro delle unioni civili. Ritengo che questo sistema di ‘schedatura’ sia fuori tempo; ricorda molto lo stile della burocrazia sovietica. Trovo che sia sbagliato chiedere a un libero cittadino di dover esprimere e sottoscrivere le proprie preferenze di vita, oltre che le proprie preferenze sessuali.

Se davvero abbiamo a cuore la promozione dei diritti delle persone ci sono parametri più oggettivi e meno equivoci, più giuridicamente lineari, che possono essere utilizzati, evitando così sia di ingenerare equivoci circa il ruolo indiscutibile dell’istituto familiare, sia di ideologizzare scelte di vita del tutto personali”.

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