Verdi: nuova interogazione sul deposito fanghi a Monte Beni

Redazione Nove da Firenze
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19 luglio 2005 13:56
Verdi: nuova interogazione sul deposito fanghi a Monte Beni

I Verdi in Consiglio Provinciale non mollano la presa in merito alla questione del deposito di fanghi nella ex-cava di Monte Beni e tornano alla carica con una nuova interrogazione del consigliere Provinciale, Luca Ragazzo, mirata sugli aspetti di idoneità funzionale dell'intervento di cosiddetta "ulteriore messa in sicurezza" tramite il "deposito di fanghi" (derivanti dall'impianto di lavaggio degli inerti della Cava di Sasso di Castro).

A marzo con una prima interrogazione i Verdi avevano affrontato la questione di Monte Beni sostenendo che la richiesta di CAVET di riprendere l'attività di deposito dei fanghi non poteva essere lasciata alla sola decisione del Comune di Firenzuola, ma che l'intervento richiedesse una "nuova procedura autorizzativa" e che dovesse quindi essere sottoposto sia alla Valutazione di impatto Ambientale (i "depositi di fanghi" tra i progetti da sottoporre alla "fase di verifica di competenza della Provincia"), sia alla "Valutazione di Incidenza" poiché Monte Beni è classificato anche quale Sito di Importanza Comunitario (SIC) ai sensi della Direttiva "Habitat".

La risposta all'interrogazione che diede in Consiglio provinciale l'assessore all'ambiente Luigi Nigi, diede poi conferma alle tesi sostenute dei Verdi. Il progetto di deposito dei fanghi nella ex-cava, quindi dietro la "barriera paramassi" realizzata proprio ai fini della messa in sicurezza, è ora preso in esame dalla nuova interrogazione-bis del consigliere dei Verdi, che in quattro pagine fitte-fitte, prende in considerazione vari aspetti connessi alla idoneità funzionale del deposito dei fanghi: dalla verifica che i fanghi possano mantenere al loro capacità di attutimento nel tempo in caso di distacco di materiali dalla parete, al fatto che con il riempimento di fanghi dietro la barriera paramassi si riduca l'altezza utile della barriera stessa, fino alla necessità stessa del deposito fanghi presentato quale "ulteriore messa in sicurezza".

Una perplessità quest'ultima che nasce dal fatto - come riporta l'interrogazione - che dal verbale della riunione tenutasi il 9/2/2004, con la partecipazione di Regione Toscana, Provincia, Comune di Firenzuola ed ARPAT, risulta che la Protezione Civile Regionale non era stata informata "riguardo alla necessità di completare la messa in sicurezza mediante la messa a dimora dei fanghi", e che gli interventi che la Regione aveva finanziato quale messa in sicurezza riguardano solo la "barriera paramassi" ed il monitoraggio e non altri tipi di interventi.

Poiché anche la Provincia aveva a suo tempo partecipato alle azioni per la messa in sicurezza dell'area, anche con impegni economici diretti, il Consigliere Luca Ragazzo intende pertanto accertare che il progetto di deposito dei limi non rischi di inficiare la funzionalità della barriera, piuttosto che portare alla dichiarata sicurezza "ulteriore e definitiva", e pertanto chiede all'Amministrazione di sapere: Se la Provincia sia stata informata, riguardo alla necessità della "ulteriore messa in sicurezza" mediante messa a dimora di fanghi nell'area della ex-cava, o se abbia espresso eventuali pareri in merito; Se, per quanto esposto nell'interrogazione, ritenga tale tipo di intervento idoneo al raggiungimento dell'obiettivo della messa in sicurezza e della pubblica incolumità, considerata la prossimità della viabilità provinciale (ex-SS.65), oltre che di abitazioni private.

Se, e quali, iniziative intenda assumere per le questioni inerenti la sicurezza relativamente alla richiesta di CAVET di poter riprendere l'attività di deposito dei fanghi nella ex-cava.

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