Con l'inceneritore si muore tra l'84% e il 126% in più

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 giugno 2005 15:30
Con l'inceneritore si muore tra l'84% e il 126% in più

«Leonardo Domenici, Matteo Renzi e i consiglieri comunali hanno letto i dati che emergono dalla ricerca di Annibale Biggeri?». E' quanto si chiede la capogruppo di "Unaltracittà/unaltromondo" Ornella De Zordo.
I dati sono forniti dallo studio sulla mortalità nel periodo 1981-2001 della popolazione residente nei comuni circostanti l'area dell'ex inceneritore di San Donnino (attivo dal 1973 al 1986), realizzato dall'università di Firenze nell'ambito dei finanziamenti 2002-2004 del Miur (Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca).

L´indagine è stata coordinata dal professor Biggeri, docente di statistica per la ricerca sperimentale alla facoltà di medicina e direttore dell'unità operativa di biostatistica del Cspo, il "centro per lo studio e la prevenzione oncologica".
«Tale ricerca - ha aggiunto l'esponente dell'opposizione - non fa che confermare tutti i dati allarmanti che, ad iniziare dai risultati della stessa "valutazione di impatto sanitario per il termovalorizzatore, erano già noti. Nella ricerca si afferma che nell'area dell'inceneritore di San Donnino si muore di cancro tra l'84% e il 126% in più che nelle altre zone.

La cosa spaventosa è che tali risultati non instillano nessun dubbio nelle menti dei politici della maggioranza accomunati nella volontà di costruire l'inceneritore a tutti i costi, ad iniziare dal sindaco Domenici e dal presidente della provincia Renzi. Perché non riescono a comprendere quanto scritto nella prima parte della "valutazione di impatto sanitario", ovvero che "tutte le tecnologie di termodistruzione hanno il problema di produrre grandi quantità di inquinanti"? Come è possibile che il presidente Renzi, in nome di quanto richiesto dalle categorie economiche, metta a rischio la sua stessa vita, considerato che si appresta a trasferire la sede della Provincia nell'area di Castello, una zona che sarà tra le più colpite dalle diossine del nuovo inceneritore? Lascerà una sede di rappresentanza nel centro storico, magari in area pedonale?».
«Come movimento nato da una richiesta di rinnovamento della politica - ha concluso la capogruppo di "Unaltracittà/unaltromondo" - rimaniamo esterrefatti, stiamo vivendo una stagione di pieno scollamento tra gli amministratori, sensibili più agli interessi forti che alle diossine, e i cittadini che tuttavia sono in grado di organizzarsi e di mettere insieme competenze all'altezza della situazione.

E' paradigmatica l'assemblea dello scorso 20 giugno organizzata dal Quartiere 5 solo dopo una vasta raccolta di firme degli abitanti della zona. In quell'occasione, ad esempio, abbiamo assistito ad una scena in cui il consigliere diessino Barbaro, pur essendo dirigente dell'Agenzia per l'ambiente, ha dato un'interpretazione dei risultati della "Vis" che sembra non tener conto della salute dei cittadini. Quegli stessi cittadini che lo hanno eletto in consiglio comunale e che dovrebbero essere da lui rappresentati nell'assemblea di Palazzo Vecchio».



"Più che la politica dello struzzo è la politica delle parti -Piergiuseppe Massai, Capogruppo di AN in Provincia- Sembra che nessun Amministratore, comunale o provinciale, della provincia di Firenze voglia assumersi la responsabilità, pur avendola, sulla localizzazione del termovalorizzatore.
L’Assessore Albini (DS) rilancia, il Sindaco Gianassi (DS) tira indietro o nega, il Sindaco Alunni non accetta, l’Assessore Nigi (DS) tace e forse acconsente, il Presidente Renzi (Margherita) spariglia il tavolo, con il termovalorizzatore unico per Firenze e Prato, prendendosi le ire del Capogruppo Gori (DS).


Non vorrei che l’articolo di stampa di Rifondazione pubblicato il 12 giugno u.s., che boccia inesorabilmente il termovalorizzatore, e le minacce successive di uscita da varie Giunte, (dove PRC governa con posizioni spacciate per “alternative” ma governa) avesse attivato nei DS la paura, da una parte, di rompere la maggioranza a Sesto Fiorentino ed in altri comuni, dall’altra, di chiudere il dialogo con Rifondazione, in provincia e regione, in vista delle politiche del 2006.
Alleanza Nazionale chiede chiarezza, come sempre e senza posizioni di comodo, come hanno fatto determinate parti di imprenditori o quei partiti che vanno a letto con una idea e si alzano con un’altra, o forse 2, 3, 4….Verdi docet.

Abbiamo chiesto, ben prima della terza fase della VIS fosse conclusa, che fossero individuati siti alternativi a quelli proposti per non incorrere in ulteriori ritardi. Non ci appassionavamo, né ci appassioniamo, alla localizzazione (che deve avere per legge determinate caratteristiche e che deve vedere un piano di salvaguardia ambientale razionale in qualsiasi luogo), vogliamo che la tempistica per la realizzazione del termovalorizzatore sia certa, prima che per la politica dello struzzo o delle parti (strumentale solo alla paura di perdere consensi o privilegi), prima che per i ritardi, per incapacità e scontro ideologico, si costringa tutta la provincia di Firenze ad una nuova emergenza rifiuti, oramai sulla porta di casa, come conferma l’Assessore Coggiola (PdCI).

Sarebbe l’ennesimo atto di irresponsabilità del Centrosinistra, che hanno richiesto, prima, ai cittadini di seguirli in una battaglia, molto ideologica e poco pratica (con la raccolta differenziata che finisce in discarica, con gli accorgimenti per l’abbattimento delle emissioni che finisce sempre con un inutile blocco del traffico senza alternative vere di trasporto pubblico), rispondendo, poi, con questa immobilità figlia di logiche equilibristiche e di potere. La gente ha bisogno di risposte, se non sono capaci di dargliele tolgano il disturbo".

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