Il nostro paese in Europa, ma senza un intermediario politicamente attivo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 maggio 2005 19:20
Il nostro paese in Europa, ma senza un intermediario politicamente attivo


Di Paolo Manzelli

L'Ente pubblico ha teso ad interpretare l'e.Govern come un servizio di informazione on demand, cioe' un sistema di estensione della burocrazia, anziche un sistema imprenditorialmente attivo e di supporto allo sviluppo dell'economia della conoscenza.
La necessita di sbloccare vecchie strategie e criteri economici di sviluppo propri dell'economia industriale ha l'obiettivo di produrre un cambiamento di mentalita' tale che possa fare uscire da un binario morto la creativita' economica e sociale.


Le REGIONI dovranno proporsi di ridimensionare gli indicatori di innovazione politica economica e sociale, così sintetizzabili: 1) ridurre le posizioni di rendita, 2) diminuire la poverta' delle famiglie; 3) annullare la persistenza di privilegi; 4) combattere ogni spesa improduttiva specie quella della reclamizzazione dei prodotti; 5) Ridurre la distanza e l'incompresione esistente tra Ricerca e Sviluppo; 6) favorire la Cooperazione internazionale tra Scienza e Produttivita' nella dinamica della nuova divisione internazionale del lavoro.
In tal modo gli Enti Pubblici potranno attenersi alle indicazioni che emergono dalle indicazioni di politica Europea emergenti nel settimo programma quadro (FP7) ponendo speciale attenzione a riguardo dei programmi Co-finanziati dalla Commisione Europea - ERA-NET ed ERA NET -Plus ed Article 169.


Ritengo comunque che senza una decisa riflessione sul significato del profondo cambiamento comtemporaneo delle strategie e dei ruoli dell'Ente Pubblico, anche la predisposizione alla progettazione Europea rimanga solo un orpello di cui non si comprendono le radici di guida del cambiamento socio-economico a cui network di Istituzioni Regionali Europee potrebbero contribuire.
In breve le priorita tematiche promosse dalla Comunita Europea, se vengono lette sulla base di una incomprensione delle strategie politiche ed economiche finalizzate al superamento della vecchia societa' industriale, non possono di per se dare adito alla costruzione di una futura economia della conoscenza, dato che la congiuntura economica non prevede una logica di miglioramento delle condizioni socio economiche attuali, ma necessita di una profonda mutazione strategica, che effettivamente permetta il salto di qualita' nelle strategie di sviluppo, necessarie a dar valore aggiunto a processi basati sulla realizzazione e sul management di BENI INTANGIBILI.

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